direttore Paolo Di Maira

XR A TRIESTE / Il 360 è il nuovo teatro

Più si la tecnologia ci spinge in avanti e più siamo portati a guardare indietro: questa affermazione  sembra particolarmente calzante (anche da un punto di vista geometrico!) per le riprese  a 360°, per le quali è necessario disabituarsi all’idea dell’inquadratura e tornare all’esperienza del teatro.
Non esiste più la ‘linea della macchina da presa’ che divide il set dal backstage, e tutto deve essere ripensato, dalle scenografie alle luci ai movimenti della camera e degli attori per guidare l’attenzione dello spettatore affinchè si concentri in punti diversi nei diversi momenti dello spettacolo.
In realtà, per restare nella modernità si può anche pensare al videogame, quello che è certo è che la logica è molto diversa da quella di una produzione tradizionale, così anche i formati, molto più brevi (in genere sotto i 15 minuti), e  i movimenti di camera che dovrebbero essere ridotti al minimo.

Parole di Valentina Paggiarin, Head of Development of Hive Division, ospite del primo dei sei appuntamenti Meet the XR Creative Live, la nuova formula curata da Antonio Giacomin, con cui il Trieste Film Festival porta avanti, in questa 32esima edizione online, la discussione sulla realtà virtuale, già avviata da qualche anno.

Hive Division è una società di produzione di Asolo, in provincia di Treviso, con un’importante divisione dedicata agli effetti visivi che, grazie a un importante know how tecnologico, si è evoluta dalla produzione tradizionale a quella di contenuto interattivo ed immersivo, con realtà virtuale, riprese a 360, e XR (leggi l’articolo).
La ricerca in questi campi, unita alla passione per la fantascienza e l’intelligenza artificiale, fa si che l’aspetto tecnologico abbia sempre una parte determinante nella scrittura dei progetti della società, che nel 2017 ha prodotto il corto “Dreams of Blue”, pioniere nell’era del 360: “un’esperienza immersiva stereoscopica per la quale non esisteva un hardware disponibile all’epoca, tanto che ci siamo costruiti noi la camera, grazie alle ricerche di Erik Caretta – responsabile dei VFX del gruppo, n.d.r.-“ Spiega Paggiarin, e continua:

“Grazie a questo corto sci-fi, siamo stati invitati a molti festival dove abbiamo incontrato altri produttori, autori e siamo andati più a fondo nell’esplorazione del settore XR, in Europa e nel mondo.”

Tornando a parlare di teatro, Hive Division ha anche firmato la prima esperienza di teatro immersivo a 360°, “Open Maze”, fruibile da uno spettatore alla volta, che si ritrova, rinchiuso in una ‘scatola nera’, a confrontarsi con un video immersivo con Arianna e il Minotauro e con una performance reale (è presente un attore che interagisce con lui).

Ma la VR è in continua evoluzione, e così sono le storie di Hive Division:
“E’ necessario conoscere la tecnologia, ciò che VR e 360 significano, quali sono le loro basi tecniche e le loro implicazioni, perché la narrazione deve essere sempre calibrata sul mezzo, e bisogna capire bene come sarà fruita. Adesso, stiamo esplorando le potenzialità del multiplayer e degli ambienti interattivi e collaborativi: il nostro nuovo progetto, “The empathy machine”, si basa sull’intelligenza artificiale che ci aiuta a capire le nostre emozioni e crea arte immersiva che le illustra.”

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