Virtual gets real: potrebbe essere una buona definizione per i mercati del cinema in generale il titolo della prossima edizione dell’European Film Forum (leggi la news), che si svolgerà il 3 e il 4 settembre al Venice Production Bridge, il mercato della Mostra del Cinema di Venezia (dal 31 agosto al 5 settembre), e esplorerà gli effetti della realtà virtuale sulla società e sull’industria (Tutti i progetti di VPB).
Ma il focus sulla realtà virtuale animerà un po’ tutta l’edizione del mercato e del festival, con il nuovo concorso Venice Virtual Reality.
“Ci sarà poi anche uno spazio espositivo nell’area del festival, dedicato proprio alla strumentazione della realtà virtuale, con i prodotti delle più importanti compagnie del settore, -ci spiega il direttore di VPB, Pascal Diot -Abbiamo ricevuto settanta progetti di RV per il Gap Financing Market, segno che la competizione sta crescendo, come anche gli investimenti in questo tipo di prodotti.”
E’ il secondo anno che il mercato dei progetti in via di realizzazione e in cerca di co-produzioni si apre alla realtà virtuale e alle web e tv series, questa volta anche inglobando il Biennale College (il laboratorio di alta formazione rivolto a cineasti emergenti per lo sviluppo e la realizzazione di lungometraggi a microbudget), con i 7 progetti sviluppati durante il primo workshop di Biennale College Cinema VR, e che si trovano in diverse fasi di sviluppo, pre-produzione e post-produzione.
“La realtà virtuale rappresenta un modo totalmente nuovo di pensare alla realizzazione di un prodotto audiovisivo, ed è proprio questo che ha colpito i produttori e i distributori più tradizionali che l’anno scorso sono venuti ad ‘esplorare’ questi progetti.”
17 in tutto i progetti di realtà virtuale del Gap Financing Market, a cui se ne aggiungono 5 fra web e tv series provenienti da tutto il mondo. Non c’è traccia di autori o produttori italiani in queste sezioni (dove erano presenti invece l’anno passato), mentre li ritroviamo fra i 25 progetti di lungometraggi di finzione e documentari.
Sono: “Delphine D.” di Lara Fremder (prodotto da Falest Film), “ e Dream Girl” di Maurizio Braucci (Italia, Irlanda, Belgio, Gran Bretagna, produce Mir Cinematografica), “The Guest” di Duccio Chiarini (Italia, Svizzera, Francia, produce Mood Film), e il documentario “Story of B , the Disappearance of My Mother” di Beniamino Barrese produce Nanof).
Per essere selezionati al GFM, i progetti di film e documentari devono avere almeno il 70% dei finanziamenti già assicurati:
“la maggior parte dei progetti ha grosse difficoltà a chiudere il budget proprio nella fase nale di post-produzione, quest’anno ne abbiamo ricevuti ben 260 che erano idonei alla selezione, si può dire che è un vero e proprio trend a cui questo mercato cerca di venire incontro”. Continua Diot.
Aumentano, all’interno del GFM, anche i progetti provenienti da paesi extraeuropei, e anche le co-produzioni con i paesi più ‘difficili’, fra cui Libano, Siria, Palestina, Kenya: proprio quelli a cui è rivolto Final Cut in Venice, il programma nato per dare supporto al completamento di film provenienti da tutti i paesi africani e dall’Iraq, Giordania, Libano, Palestina e Siria.
Quest’anno Final Cut in Venice mette a disposizione il nuovo Premio Biennale del valore di 5000 euro, al miglior film in post-produzione, oltre ai molti altri premi in kind o in denaro.
La volontà di dare maggiore impulso a questi progetti (“fa parte della nostra filosofia supportare gli autori di questi paesi affinché i loro film abbiano una visibilità e circolino nei festival più importanti”) trova riscontro nel successo riscosso quest’anno alla Berlinale dai film ‘passati’ da Final Cut in Venice: “Félicité” di Alain Gomis (Francia, Senegal) ha vinto il Gran Premio della Giuria – Orso d’argento, “Istiyad Ashbah” (Ghost Hunting) di Raed Andoni (Francia, Palestina, Svizzera, Qatar) ha vinto il nuovo Premio per il miglior documentario originale. Erano stati inoltre selezionati a Berlino 2017 altri due titoli provenienti dai workshop: “The Wound” di John Trengove (Sudafrica) in Panorama, e “Tigmi Nigren” ( “The House in the Fields”) di Tala Hadid (Marocco, Qatar) a Forum.
Novità anche all’interno del Book Adaptation Rights Market, che fa salire a 19 (da 15) il numero degli editori che presenteranno il loro catalogo ai produttori, e che quest’anno, oltre che dall’Europa, provengono anche da USA e Giappone: “Siamo molto felici di questa formula, che non si concentra sul singolo titolo, ma sulla costruzione di una relazione fra questi due mondi. Inoltre, quest’anno, il giorno precedente ai meeting one to one, ci sarà una presentazione dove gli editori faranno il pitch della propria società”. Conclude Diot. Gli editori italiani presenti sono De Agostini con DeA Planeta Libri e Nottetempo.
L’European Film Forum ospiterà anche, il 4 settembre, l’intervento del Nuovo Commissario Europeo per l’Economia e le Società Digitali, Mariya Gabriel, che parlerà del futuro del programma MEDIA.