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direttore Paolo Di Maira

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VIVIAMO IN UN MOMENTO STORICO IMPORTANTE?

Con sei titoli in concorso il cinema italiano sbarca al Lido dando una forte impronta alla 80a edizione della Mostra Internazionale del Cinema. Ma non è un sussulto autarchico, assicura il direttore Alberto Barbera: è l’esito dell’alta qualità della produzione nazionale. Nei giorni della Mostra, dal 30 agosto al 9 settembre, correranno per il Leone d’Oro gli italiani Pietro Castellitto con Enea, Saverio Costanzo con Finalmente l’Alba, Giorgio Diritti con Lubo, Matteo Garrone con Io capitano, Stefano Sollima con Adagio. E ultimo, ma non ultimo, perché sarà il film d’apertura, Comandante di Edoardo De Angelis, selezionato in sostituzione del (precedentemente) annunciato Challengers di Luca Guadagnino. Il ritiro del film di Guadagnino è uno degli effetti dello sciopero degli sceneggiatori e attori che da diverse settimane blocca Hollywood. La Mostra che, come ha sottolineato il presidente della Biennale Roberto Cicutto, “sa vivere all’interno degli eventi storici”, dopo aver superato, “indenne”, l’emergenza pandemica, deve ora misurarsi, e con esiti imprevedibili, con “il terremoto” di Hollywood, in un contesto fatto di emergenza climatica e di guerre.

Nemmeno rientrando nel piccolo mondo del cinema c’è pace: lo sciopero citato, che ha superato i 100 giorni (superando, quindi, la durata dell’analogo sciopero del 2008) è il sintomo del disagio prodotto dalle profonde trasformazioni del mercato, con le sale cinematografiche che non si sono riprese dallo shock pandemico, con un settore preda del “ timore generalizzato dei cambiamenti imminenti che l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale arrecherà all’intero comparto della filiera creativa e produttiva del cinema”, ha ammesso Barbera, non rinunciando, però, dal suo osservatorio privilegiato, alla incrollata certezza che “il cinema è più vivo che mai”. Alla presentazione della selezione di Venezia 80, Barbera parlò della valutazione in corso da parte di Sag-Aftra (il sindacato statunitense degli attori cinematografici e televisivi) di concedere una deroga per la partecipazione ai festival, ma in agosto si è registrata un’ altra defezione: Maestro di Bradley Cooper, anch’esso selezionato in concorso. Ripercussioni ci saranno sul red carpet, dove, prevedibilmente, si vedranno sfilare meno star: è certa l’assenza di Emma Stone, protagonista del gotico Poor Things di Yorgos Lanthimos. Ciononostante, tra i 180 lungometraggi selezionati non mancano le grandi firme del cinema mondiale. Ci saranno, in concorso, Sofia Coppola con Priscilla, Agnezska Holland con Zie – lona Granica, Michael Mann con Ferrari, Luc Besson con Dogman, Pablo Larrain con El Conde , e, fuori concorso, Woody Allen con Coup de Chance, Wes Anderson con The Wonderful Story of Henry Sugar , Roman Polanski con The Palace . Non potrà presentare il suo ultimo film, The Caine Mutiny Court -Martial, William Friedkin, morto nella prima metà di agosto. Tornando al cinema italiano, nel Concorso della sezione Orizzonti, passeranno il film d’animazione di Simone Massi Invelle, Una Sterminata Domenica di Alain Parroni, El Paraiso di Enrico Maria Artale, The Penitent di Luca Barbareschi, e L’Ordine del Tempo di Liliana Cavani: la regista riceverà il Leone d’Oro alla Carriera. In Orizzonti Extra trova posto l’esordio alla regia di Micaela Ramazzotti, Felicità. Riproposte le serie tv. Sono: D’Argent et de Sand ideata scritta e prodotta da Xavier Giannoli e Frédéric Planchon, di cui saranno proiettati tutti e 12 gli episodi, e Znam Kako Dišeš di Jasmila Zbanic e Damir Ibrahimovic. Protagonisti di ambedue le serie sono magistrati. Fra i temi più frequentati dai film quest’anno, il disagio giovanile, talvolta declinato in chiave horror e con la presenza di vampiri (che a Larraín però servono per la feroce critica politica al suo Cile che non ha chiuso i conti con il passato), l’immigrazione: quella dell’odissea della traversata del Mediterraneo dall’Africa, raccontata da Matteo Garrone, ma anche quella ai confini fra la Polonia e la Bielorussia rappresentata dalla Holland. A chiusura di Venezia 80. varrà la pena di farsi la domanda che apre l’intervento introduttivo di Alberto Barbera in cartella stampa : “Viviamo davvero in un momento storico interessante?”

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