Mother Vera di Cécile Embleton e Alys Tomlin, ritratto di una suora in un monastero ortodosso in Bielorussa che esplora percorsi di redenzione e ricerca di libertà, e Cose che accadono sulla terra di Michele Cinque, western moderno in cui una famiglia dedita all’allevamento etico nella periferia romana resiste agli attacchi predatori dei lupi e alle difficoltà finanziarie, sono i vincitori rispettivamente del Concorso Internazionale (premio del valore di 7000 euro) e del Concorso Italiano (premio del valore di 3000 euro) del 65° Festival dei Popoli, che si è concluso ieri, 10 novembre.
“Sono molto felice di ricevere questo premio in questo festival, perché è stato proprio in Italia che ho iniziato la mia carriera, 14 anni fa. – dichiara Cécile Embleton. Facendo uno stage, a Roma, con due società di produzioni, SD Cinematografica e Doc Lab, dove ho scoperto i film di Gianfranco Rosi. Non avevo mai visto documentari fatti così, con un linguaggio così poetico, simile alla finzione. É così che mi è venuto il coraggio di cominciare. Un giorno mentre stavo scattando foto in un negozio, ho conosciuto un artigiano iraniano che riparava orologi a Londra: dopo due anni di lavoro ne è uscito il mio primo cortometraggio, The Watch Maker.”
Ed è proprio da una fotografia, scattata dalla co-regista Alys Tomlin, che è nato Mother Vera: “Lei aveva fatto un progetto fotografico sul pellegrinaggio, a cui ho collaborato: questo ci ha portato in Francia, a Lourdes, e poi in Polonia dove abbiamo conosciuto Vera, la protagonista del film. Dopo che Alys l’ha fotografata, lei ci ha subito invitato ad andare in Bielorussia, dove abbiamo girato un corto dal cui sviluppo è nato il film.”
Il film, di produzione inglese, ha un sound designer italiano, Leonardo Cauteruccio, basato a Buenos Aires dove è stata fatta la post-produzione del suono, all’interno di una sala cinematografica di proprietà del sound designer Leandro De Loredo, già collaboratore di Lucrecia Martel e Pablo Trapero, che ha firmato il sound mix:”
Nel suo periodo italiano degli inizi, rivela Embleton, “ho conosciuto anche Michele Cinque”. Il regista romano, che ha prodotto Cose che accadono sulla Terra con la sua Lazy Film con cui distribuirà anche il film, ha espresso parole di apprezzamento per il Festival dei Popoli come “ luogo di resistenza che da 65 anni crede in questa utopia, di cui credo in Italia ci sia tanto bisogno. Forse il documentario può resistere anche agli attacchi dell’intelligenza artificiale, nel senso che la realtà non ce la possono togliere. In questo senso vorrei lanciare anche un messaggio di speranza verso il futuro, nonostante sia molto complicato andare in sala e distribuirsi. Sono onoratissimo di questo premio e lo dedico a quello che è stato l’incontro con il mondo naturale che ha ispirato questa storia e ai suoi protagonisti che mi hanno permesso di affacciarmi. Penso che davvero dovremmo tentare di recuperare qualcosa della nostra natura animale per avere un approccio salvifico nei confronti della natura.
Cose che accadono sulla terra sarà presentato a IDFA questa settimana (sezione Luminous). Al Festival dei documentari di Amsterdam ci sarà anche Valentina e i MUOStri di Francesca Scalisi (Best of Fest) che, dopo aver conquistato il Premio Speciale della Giuria a Visions du Reel, al Festival dei Popoli si è aggiudicato il Premio di distribuzione CG Entertainment “POPOLI Doc” .
CG Entertainment ha inoltre assegnato il Premio distribuzione on demand CG Digital (su cgtv.it) per il Miglior Film Europeo (sezione Habitat) a Save Our Souls di Jean-Baptiste Bonnet, che ha vinto inoltre il Premio “Diritti Umani” – Amnesty International Italia.
Gli altri film del Concorso Italiano premiati sono stati Portuali di Perla Sardella, che ha conquistato il Premio Distribuzione in sala “Il Cinemino”, oltre che il Premio distribuzione in sala “Gli Imperdibili” assegnato dal Cinema La Compagnia, ex aequo con Honeydew di Marco Bergonzi e Michael Petrolini.
L’Associazione dei Montatori Cinematografici (AMC) ha infine premiato Cecilia Casella, montatrice del film Tineret di Nicolò Ballante.
Tornando al Concorso Internazionale, la giuria ha inoltre assegnato il secondo premio (4.000 euro) a Bogancloch di Ben Rivers (Gran Bretagna, Islanda, Germania), ritratto dal cuore delle Highlands scozzesi di un solitario mistico moderno, Jake Williams, che vive in accordo con i ritmi della natura e il ciclo delle stagioni, e la Targa Gian Paolo Paoli al miglior film antropologico a The Flats di Alessandra Celesia (Irlanda, Francia, Belgio, Regno Unito).
Per la prima volta quest’anno, è stato assegnato il premio per il Concorso Internazionale Discoveries (3.500 euro): è andato a What We Ask of a Statue Is That It Doesn’t Move di Daphné Hérétakis (Grecia, Francia), inchiesta sardonica e pungente sull’Atene di oggi, a partire dal saggio di Yorgos V. Makris in cui si proponeva la distruzione del Partenone allo scopo di consegnarlo all’eternità.
L’Italia, con Tico Film Company, è nella compagine produttiva del film vincitore del Premio Popoli for Kids and Teen: Jump Out di Nika Šaravanja (Italia, Belgio, Croazia, Qatar).