Fra gli altri progetti del GFM che hanno riscontrato particolare favore, Diot cita “Escape Vroom” del canadese Sean O’Reilly, sempre di Realtà Virtuale; i lungometraggi di finzione “Irene” della regista argentina Celina Murga e “Brighton 4” del georgiano Levan Koguashvili (co-produzione fra Georgia, Bulgaria, Corazia, Grecia e Monaco); e il documentario “La Ciudad Oculta” dello spagnolo Victor Moreno (Spagna-Francia).
Il panel che ha avuto più affluenza, nei giorni del mercato, è stato senza dubbio quello su Netflix, alla presenza di Erik Barmack, vicepresidente dei contenuti originali internazionali, a Venezia per la presentazione, al Festival, di “Suburra”, la prima serie prodotta in Italia da Netflix. “Bamark ha parlato della volontà di continuare a investire nella produzione domestica, che spesso funziona molto bene negli Stati Uniti”- afferma Diot.
Una strategia a cui guardare con attenzione mentre si discute del finanziamento dei film europei (all’interno dell’European Film Forum e dell’incontro con la nuova commissaria europea Mariya Gabriel). Diot commenta anche l’idea, arrivata qualche mese fa dal presidente francese Emmanuel Macron, di creare un Netflix europeo: “Potrebbe avere un senso se si creasse una piattaforma dove la filmografia europea fosse affiancata dai nuovi film che sono presentati ai festival, un po’ come facciamo noi con la sala web.”