Si aprirà il 31 agosto il Venice Production Bridge, lo spazio di mercato della Mostra del Cinema di Venezia, con il Venice Gap-Financing Market e i suoi 46 progetti alla ricerca di fondi per le ultime fasi di sviluppo e finanziamento.
Nel frattempo, troviamo, in Concorso Venezia 75, il messicano “The Accused” di Gonzalo Tobal, che era al VGFM nel 2016, e il siriano “The Day I lost my Shadow” di Soudade Kaadan, progetto del VGFM del 2017 in concorso in Orizzonti. E ancora, uno dei partecipanti della scorsa edizione di Final Cut in Venice, (il progetto della Biennale di Venezia che dal 2013 contribuisce a sostenere il completamento di film provenienti da tutti i Paesi africani e da Giordania, Iraq, Libano, Palestina e Siria) arriva al Lido, in concorso alla Settimana della Critica: “A Kasha”-(The Roundup), di hajooj kuka, co-produzione fra Sudan, Sudafrica, Qatar, Germania. Figli di Venice Production Bridge sono altre due co-produzioni con il Sudafrica, due film che nel maggio scorso sono passati dalla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. “Rafiki” (Friend) di Wanuri Kahiu (Kenia – Sudafrica), è stato un altro partecipante del Venice Gap-Financing Market 2017. “The Harvesters” di Etienne Kallos (Sudafrica – Francia), invece, proveniva da Final Cut in Venice 2017.
Altro segno di una selezione efficace, è la presenza, fra i 25 progetti di lungometraggi e documentari del VGFM, del film libanese “All This Victory” (Libano, Francia, Germania) di Ahmad Ghossein, prodotto da Abbout Productions, che recentemente ha conquistato il Work in Progress Award di 100 mila euro all’interno di Eastern Promises, la sezione dedicata ai progetti in sviluppo del Karlovy Vary Film Festival. Un’altra società italiana che ha accumulato diversi premi alla post-poduzione dei progetti è la Dugong di Marco Alessi, presente al Venice Gap Financing Market con l’unico documentario italiano, “Tony Driver, un deportato al contrario” (Italia, Messico) di Ascanio Petrini.
“Inoltre – sottolinea Pascal Diot, direttore del Venice Production Bridge – sono passati da noi “Touch me not” di Adina Pintille, l’Orso d’Oro alla Berlinale di quest’anno, “The Reports on Sarah and Saleem” di Muayad Alayan (Palestina, Olanda, Germania, Messico), vincitore del premio speciale del Pubblico al Festival di Rotterdam, e “Funan”, l’animazione che ha conquistato il Crystal Award, il riconoscimento principale del Festival di Annecy”.
E commenta: “Quello che mi piace molto della selezione di quest’anno, è che abbiamo un buon equilibrio fra nuovi talenti e autori piuttosto conosciuti, quali Kyoshi Kurosawa (“To the Ends of the Earth”- Giappone, Uzbekistan) , David Wnendt (“The Sunlit Night” USA, Norvegia, Germania), Hannah Polak (regista del documentario “Angels of Sinjar” Polonia-Germania), Anca Damian (“Insula”, Romania e Francia)”.
Ci sono poi i tre progetti vincitori di Biennale College VR (in tutto erano 9 i partecipanti), la cui produzione è stata ultimata e che saranno presentati alla Mostra del Cinema nella sezione Venice Virtual Reality, ospitata per la seconda volta, dopo il grande successo dello scorso anno, sull’isola del Lazzaretto Vecchio e questa volta aperta a tutto il pubblico, non solo agli accreditati.
Sono l’italiano “In the Cave” di Ivan Gergolet, prodotto da Antonio Giacomin, l’argentino “x• 4 Feet” diretto da Damian Turkieh, Maria Belen Poncio, Gonzalo Sierra e prodotto da Ezequiel Lenardon, e il francese “VRtigo” diretto da Marc Guidoni e prodotto da Joanna Szybist.
L’edizione 2017-2018 di Biennale College Cinema and Biennale College – Cinema Virtual Reality, le due ‘sezioni educative’ del mercato, hanno goduto del supporto di Europa Creativa, che è andato a sommarsi al contributo che il programma MEDIA riconosce allo sviluppo di Venice Production Bridge.
Puntare sulla realtà virtuale ha comportato l’eliminazione dei progetti di TV e web series dal VGFM, anche perché, spiega Diot, “potevamo invitarne solo 5, e non erano abbastanza per attrarre un numero sufficiente di produttori televisivi.” Ma l’attenzione alla serialità televisiva resta alta, “i festival delle serie tv stanno diventando sempre più famosi e abbiamo invitato il direttore di Series Mania, Lawrence Etienne Berg all’interno del dibattito “Creating the buzz around movies: festival and media after 2020”, dove si parlerà del futuro dei festival e del sostegno che potranno avere da MEDIA.
“Ci sarà un panel, la mattina dell’1 settembre, allo Spazio Incontri dell’hotel Excelsior, e Meet Independent Exhibitors, una sezione di networking con i distributori e i venditori internazionali.
E’ una buona occasione d’incontro, visto che spesso gli esercenti indipendenti non possono permettersi di frequentare molti festival. Ci sono sempre più sales agents di film indipendenti che non trovano distributori, ma cercano comunque di avere un’uscita nei vari paesi, anche solo in un cinema”.
Torna anche il Book Adaptation Right Market, alla presenza di 23 editori (erano 19 lo scorso anno), che presenteranno il loro catalogo ai produttori, con cui poi, novità di quest’anno, potranno dialogare in incontri one to one. Cinque sono italiani: Dea Planeta, Feltrinelli, Nottetempo, Mauri Spagnol, Sellerio.
E speciali incontri one to one saranno organizzati anche fra i progetti selezionati e i professionisti che parteciperanno al Venice Production Bridge; si terranno il 3 settembre, l’ultimo giorno del workshop.