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L’ATTENZIONE AI PRODUTTORI LOCALI

Si sono da poco concluse a Courmayeur le riprese del film polacco “Broad Peak” diretto da Leszek Dawid, prodotto da East Studios, un film importante, dal budget di circa 4 milioni di euro, che si avvale anche del contributo del sostegno del Film Fund della Film Commission Vallée d’Aoste: 80 mila euro, ottenuti anche grazie all’ingresso nella compagine produttiva di un coproduttore locale, Luca Bich con la sua L’Eubage.
Smessi i panni del Karakorum (la troupe ha girato avendo come base il rifugio Torino a 3375 mt. in cima alla funivia Skyway a Courmayeur), la regione si prepara ad accogliere una cinquantina di produttori internazionali di documentari, che si riuniranno ad Aosta dal 2 al 7 marzo per una delle tre sessioni di Eurodoc, il percorso di training per produttori, che prevede anche un wor- kshop intensivo aperto a 12 produttori locali.
Sono, queste, due delle molte sfaccettature di cui si com- pone la rinnovata strategia di internazionalizzazione di Film Commission Vallée d’Aoste.
Un percorso che si dà un orizzonte triennale e che affonda le sue radici nel tentativo di rendere adulta la compagine di professionisti locali, già innescato un paio di anni fa con il nuovo regolamento del film fund di sostegno alla produzione, riscritto nel 2018, e a cui si è affiancato anche il nuovo bando per lo sviluppo.
“Il principio guida è stato quello di alzare l’asticella per i produttori locali, che fino ad allora si muovevano nella ‘comfort zone’ del Doc Film Fund, il bando che sosteneva i documentari e che era quasi interamente dedicato a loro”, racconta Alessandra Miletto, direttrice della Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste: “Abbiamo voluto farli giocare nello stesso campo in cui competono le produzioni ‘di serie A’, come “Rocco Schiavone” ad esempio, con cui si devono contendere la disponibilità delle risorse, naturalmente mantenendo premialità riservate alle storie del territorio, agli autori e ai produttori locali”.

E’ proprio dal confronto con i membri della commissione di valutazione dei bandi, in particolare con Alessandra Pastore, esperta di mercati e di formazione alla produzione, dotata di un’ampia competenza in campo finanziario, legale, contrattuale, e di una capillare rete di rapporti con importanti forum di coproduzione europea, da Vilnius a When East Meets West, che la strategia si è andata strutturando.
“In Valle d’Aosta avevano lavorato molto sull’attrazione sul territorio: il livello tecnico dei professionisti qui è molto alto, ma si faceva un po’ di fatica a veder crescere i progetti valdostani fuori dal territorio, mancava cioè l’impostazione di un percorso di internazionalizzazione volto a potenziare la capacità dei produttori di accedere ai fondi e candidarsi per coproduzioni internazionali” spiega Alessandra Pastore.
Un percorso che adesso la film commission sta mettendo a punto, proprio avvalendosi della collaborazione di Pastore, in qualità di consulente esterno.
“Stiamo cercando di creare iniziative ad hoc, di portare decision makers sul territorio, anche per fare match-making sui progetti, proprio come è accaduto con “Broad Peak” -continua Pastore. – Conoscevo il progetto, che aveva già realizzato qualche ripresa in Valle d’Aosta, anche se solo a livello di sopralluogo, e che ho ritrovato a Cinelink, il mercato del Sarajevo Film Festival, dove ho avuto modo di confrontarmi con i produttori, che dopo aver girato in Asia erano in cerca di un gap financing.”
Quello di Pastore è stato un sapiente lavoro di congiunzione fra la film commission e la produzione, grazie al quale quest’ultima ha trovato un produttore associato in Valle d’Aosta, attraverso cui presentare la domanda per il fondo: “E’ stato l’ultimo progetto sostenuto nel 2019, che ha generato una spesa di circa 200 mila euro sul territorio, e l’assunzione di molte maestranze locali, a partire dalle guide alpine e altri professionisti della montagna” spiega Miletto.
L’uscita del film, che sta raccogliendo grande attenzione da parte dei sales agents internazionali, è prevista per gennaio 2021. “E’ un’operazione produttiva interessante, – rileva Pastore, – con un finanziamento che combina investimenti pubblici – oltre il fondo della Valle d’Aosta, il film è stato sostenuto dal Polish Film Institute per un quarto del budget – e privati. Un film che, pur con alte ambizioni e valore commerciale, resta artisticamente europeo.”