“Voy a pasarmelo bien è una commedia romantica e un musical che unisce ls mia passione adolescenziale per gli Hombres G (gruppo rock spagnolo che ebbe molto successo negli anni ’80) e la mia prima storia d’amore. Quando pensavamo a dove girarla, ci è sembrato che non ci potesse essere set migliore di Valladolid. Per il suo centro storico, che non avremmo dovuto modificare più di tanto, visto il film si svolge nel 1989, e perché è una città dove tutto è conncetrato, a dimensione umana” racconta David Serrano, regista del film che ha aperto ieri, 15 maggio, la 17° edizione de La Nueva Ola, il festival di cinema spagnolo e latino americano diretto da Iris Martín Peralta e Federico Sartori, in programma in questi giorni a Roma, al Cinema Barberini.
Valladolid anche è la sede del più antico festival di Spagna, la Seminci, che è anche una delle location del film (la ragazzina di cui era innamorato il protagonista da adolescente, diventata una regista affermata, torna in città per ricevere un premio al festival e incontra di nuovo il suo antico amore).
La Seminci è in effetti una delle tante ragioni per cui Valladolid è una ciudad de cine (espressione che in spagnolo si presta ad un gioco di parole, per cui significa sia città di cinema che città meravigliosa). Si trova qui, inoltre, la cattedra universitaria di cinema più antica di Spagna, e una film commission, ha aggiunto il regista, “che ci ha supportati e facilitati in tutti i modi possibili.”
Al festival, la Valladolid Film Commission ha ‘accompagnato’ il film che è stato preceduto dalla presentazione della destinazione Valladolid, dove sono intervenuti il sindaco della città Jesús Julio Carnero, Blanca Jiménez Cuadrillero, assessore al turismo del comune di Valladolid, Juan Manuel Guimeráns, CEO di Valladolid Tourism (joint venture pubblico-privata) e segretario generale di Spain Film Commission, e Gonzalo Ceballos, direttore di Turespaña, l’ufficio spagnolo di turismo a Roma.
“Valladolid era la città dove si poteva vedere il miglior cinema e studiarlo, ma non si produceva: ecco perché è nata la film commission”. Rivela Guimeráns, che l’ha fondata 10 anni fa e la dirige, con l’obiettivo “di aiutare qualsiasi filmmaker che voglia girare il proprio progetto sul nostro territorio”. Non attraverso incentivi fiscali regionali (che in Spagna esistono solo per le comunità autonome, come le isole Canarie, i Paesi Baschi e Navarra), ma con agevolazioni e sconti nell’ambito dell’ospitalità, dei permessi e di tutti gli altri aspetti logistici.
Essendo nata all’interno dell’assessorato al turismo, il supporto all’audiovisivo è orientato alla promozione del territorio.
E forse non è un caso che proprio a Valladolid si tiene Shooting Location Marketplace, la fiera delle locations, la cui quarta edizione si svolgerà ad ottobre (il 15 e il 16), un paio di giorni prima della Seminci, organizzata da Spain Film Commission. Forse l’unica fiera di questo tipo in Europa, “dopo che Londra e la Gran Bretagna hanno deciso di “non essere più ‘tanto’ Europa”, spiega Guimeráns, che ci tiene a precisare che non c’è competizione, tuut’altro: “noi andiamo a Focus ogni anno e abbiamo un accordo con British FIlm Commission, che a loro volta vengono abitualmente a SLM, come anche moltissime altre film commission europee ed italiane”.
“I dati ci dicono che la Spagna è il paese europeo dove si girano di più progetti internazionali: vogliamo comunicarlo al mondo e vendere le nostre locations. – Spiega Guimeráns.- Presenteremo il primo studio sull’impatto economico dei set internazionali in Spagna nei prossimi mesi, molto probabilmente a San Sebastian”.
Le grandi produzioni globali, però, prosegue, “seguono la logica capitalistica dell’accumulazione e diventano sempre più grandi: il loro budget difficilmente si esaurisce in un solo paese. Per questo è essenziale la collaborazione fra paesi europei. Ora competiamo tutti per gli incentivi fiscali, che tuttavia non sono infiniti, dunque se si giunge a un accordo di co-produzione fra paesi europei possiamo office il pacchetto completo ai nordamericani, o ai cinesi, o agli indiani, combinando incentivi, studios e capacità post-produttiva dei nostri paesi.
L’Italia è sicuramente un paese vicino ed affine alla Spagna, e l’intenzione sembra essere quella di intensificare la collaborazione: lo testimonia un evento come questo (per la prima volta La Nueva Ola ha ospitato un territorio e e la sua promozione attraverso un film), l’ingresso, orma da diversi anni, dell’Italia all’interno di Ibermedia (ne parliamo, fra l’altro, nel nuovo numero della rivista, attualmente in distribuzione al Festival di Cannes, all’interno dell’intervista a dispàrte). E la partecipazione di Spain FIlm Commission come ospite d’onore, per la seconda volta dopo la scorsa Berlinale, al Cappuccino con le Film Commission Italiane che si terrà a Cannes (all’Italian Pavillion) il prossimo 19 maggio (ore 10).
“Da sempre ci sono state buone relazioni con le film commission italiane, in particolare modo fra quella dell’Andalusia, che è la nostra film commission più antica, e quelle di Roma Lazio, Sicilia, Campania”.
Ci sono i presupposti per formalizzare in qualche modo una collaborazione?
“Penso che sarebbe un’idea stupenda, – conclude Guimeráns. – L’unione fa la forza per la competizione globale, oggi sempre più agguerrita da parte di Usa, Cina, di una Corea sempre più forte. Abbiamo accordi in essere con varie film commission: in India (Valladolid, fra l’altro, è la ‘porta attraverso cui gli indiani entrano in Spagna, essendo sede de la Fondazione Casa de La India), in America Latina, nel Regno Unito. L’Italia sarà la prossima?