direttore Paolo Di Maira

UNIVERSAL/ Produrremo in italia

di Marco Spagnoli


 


“Il cambiamento più rilevante è quello di avere stabilito un rapporto “˜diretto' con la proprietà . Cosa che precedentemente non avveniva, perché essendo Uip una società  di servizi, dovevamo passare attraverso il tramite della sede di Londra. Oggi, invece, tutto è più immediato e semplice da gestire. Tutto è più facile e più veloce soprattutto in termini di risposte e autorizzazioni. Con Universal abbiamo stabilito subito un rapporto di grande fiducia e di autonomia.”


Richard Borg, direttore generale di Universal Pictures International è entusiasta del nuovo assetto della società  da lui guidata, nata all'indomani dello scioglimento di United International Pictures, joint venture distributiva internazionale formata da Universal, Paramount e DreamWorks.


“Fino al 2008 continueremo a distribuire i titoli Paramount, poi, se quest'ultima società  riterrà  opportuno separarsi, Universal continuerà  la sua strada “˜da sola'.


Lo scioglimento di Uip può essere letto in chiave di evoluzione delle società  che la componevano?
Certamente. Si tratta dell'adeguamento del settore della produzione e distribuzione cinematografica ad un mondo più veloce e frenetico che necessita, nell'ambito del controllo della concorrenza, di decisioni sempre più rapide. Elasticità  e flessibilità  operativa sono qualità  irrinunciabili oggi per qualsiasi società  operi sul mercato internazionale e questi due elementi erano impossibili da avere in una società  di servizi che apparteneva a due aziende differenti. Più che dal punto di vista della convenienza questa decisione è stata presa nell'orizzonte di volere gestire in proprio il mercato. Con tutti i pro e i contro. Da un lato, infatti, la presenza è immediata e costante, dall'altro il costo distributivo è maggiore, sebbene giustificabile nell'ottica di una Major internazionale.
Del resto Uip sopravvive in alcune realtà “¦
Dipende dalla resa economica dei singoli mercati: Uip è rimasta laddove il territorio non giustificava la presenza di una rete di vendita propria. Uip continuerà  ad operare nei territori minori nel 2009. Poi ci sarà  una verifica anche di quelle singole realtà  che oggi non sono state ancora interessate dal cambiamento.
Quali sono le altre novità  in un futuro per l'Italia?
Una novità  molto interessante riguarda il fatto che presto inizieremo a produrre film in Italia. Inizieremo entro quest'anno a fare delle prime “˜investigazioni' per poi andare a regime nel 2008. Idealmente vorremmo raggiungere una media di due “” tre titoli all'anno prodotti in Italia da noi.
Sono tanti”¦
E' un obiettivo che tenteremo di raggiungere sul medio termine. Intendiamo dare vita a prodotti che “” almeno sulla carta “” possano garantire un certo tipo di recupero economico. Siamo molto interessati alla produzione di film commerciali, apportando il nostro know how promozionale e distributivo. Non cerchiamo titoli di nicchia o sperimentali che lasciamo ad altri.
Quale sarà  la linea editoriale di Universal?
Si punta alla qualità  seguendo un'offerta molto ampia garantita anche dall'apporto di società  di produzione come Focus e Working Title. Non ci saranno solo titoli di cassetta, destinati ad un pubblico di massa, ma anche pellicole di grande qualità  destinate “” in ogni caso “” ad un pubblico certamente molto più ampio che in passato. In questo senso soprattutto Focus ha dato vita a progetti estremamente interessanti e riusciti.
In passato Focus ha venduto in Italia a società  come Bim, 01 e Eagle Pictures. Cambierà  qualcosa, adesso?
Sicuramente Focus continuerà  a finanziare il proprio lavoro attraverso le vendite, ma “” al tempo stesso “” avendo Universal una rete di vendita internazionale propria, c'è una volontà  di capire se sarà  possibile gestire in proprio la maggior parte del prodotto anche nei territori come quello italiano.
Quindi Universal aspira ad avere un numero maggiore di titoli da parte di Focus?
Assolutamente sì.
Parliamo, invece, del mercato italiano. Quali sono le prospettive del 2007?
Il prodotto ha animato il mercato degli ultimi mesi. Tutti i film di grande appeal hanno funzionato e adesso che ci sono delle pellicole interessanti, la gente sta tornando al cinema. L'estate sarà  piena di titoli interessanti e io non posso che essere molto ottimista sui risultati dei primi sei mesi dell'anno in corso. Il mercato funzionerà  bene e quando succede una cosa del genere, tutti quanti risentono dei benefici.
Quali lezioni bisogna trarre dalla stagione passate per gestire al meglio il prodotto in futuro?
Alla base dell'insuccesso di tanti film italiani e non solo, c'è stata una totale assenza di strategia di marketing. La gestione dell'uscita di alcuni film è stata affidata alla mera intuizione oppure è stata erroneamente influenzata dalla volontà  del produttore e del regista che hanno sempre l'ultima voce in capitolo. Leggerezze del genere sono dannose per tutti ed è così che ogni anno assistiamo al massacro dei film dopo Venezia e di quelli che devono uscire perché “˜sono pronti'. Chi l'ha detto che un titolo deve uscire appena terminata la postproduzione? La maggior parte dei film italiani esce senza una vera pianificazione a monte. L'unica persona che la fa è Aurelio De Laurentiis. Altri, mi spiace dirlo, non sanno fare bene il loro mestiere…


 


Cinema&Video International   1/2-2007


 

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