Con Bernardo Bertolucci, Matteo Garrone e Dario Argento, il cinema italiano si presenta al 65° Festival di Cannes nella sua forma migliore.
Ma se per la festa il vestito buono si rimedia, la quotidianità del cinema italiano all’estero è ferma a livelli di visibilità minima.
Per cambiare le cose occorrerebbe quel che non c’è: massa critica del prodotto, un’adeguata attività di promozione, una robusta rete di vendita internazionale.
Non è una novità che per accedere ai mercati internazionali si tenti la strada delle coproduzioni con altri paesi (lo sono due dei film italiani a Cannes, “Reality” e “Dracula 3D”).
Una novità è che adesso il progetto si arricchisce di nuovi sostenitori: i produttori esecutivi, che sono l’interfaccia sul territorio delle produzioni estere che girano in Italia.
Cambiando logica – partire dalle produzioni estere e non da quelle italiane – la loro associazione, l’APE, ha lanciato una sfida: trasformare alcune delle produzioni esecutive in coproduzioni a partecipazione italiana. In quest’impresa cominciano ad avere a fianco le Regioni e le Film Commission, che con fondi di sostegno dedicati (è il caso della Puglia), puntano alle produzioni estere – meglio disposte verso l’Italia a seguito dell’istituzione del tax credit – passando
attraverso le produzioni esecutive italiane. E hanno dalla loro parte anche la forza oggettiva di un prodotto internazionale che, offrendo garanzie di una più ampia visibilità, può attrarre più facilmente i capitali privati.
Merita dunque dare maggiore attenzione alle produzioni straniere in Italia, le quali già ora non si limitano a veicolare l’immagine del nostro paese nel mondo, e dunque a incentivare il turismo, ma attraggono capitali e soprattutto sviluppano professionalità.
Ai produttori esecutivi, alle produzioni estere in Italia e ai Fondi regionali a loro finalizzati, dedichiamo gran parte dei servizi nelle pagine che seguono, ritenendo che rappresentino una importante opportunità per la nostra industria cinematografica.