Dal rapporto pubblicato nell’edizione 2011 dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo, risulta che nel 2009 i fondi pubblici destinati all’audiovisivo hanno superato i due miliardi di euro.
Salta agli occhi l’aumento dei Film Fund tra il 2004 (erano 208) e il 2009 (280), ma soprattutto la quota dei fondi regionali: 138 nel 2004 e 195 nel 2009.
La ricerca conferma il ruolo crescente che in questi anni ha giocato il territorio nel comparto audiovisivo, fino a diventarne la principale risorsa.
La ragione sta verosimilmente nella possibilità di misurare più facilmente – nei fondi regionali – il rapporto tra contributi erogati e ricadute economiche.
Anche in Italia è il fattore economico (il cosiddetto effetto moltiplicatore) a guidare la maggior parte dei fondi regionali. Riaffermarlo è opportuno nel contesto di fatti come quelli che hanno preceduto le riprese di “Bella addormentata” che Marco Bellocchio ha iniziato a fine gennaio in Friuli Venezia Giulia.
Il primo ciak è stato preceduto da una “bocciatura” del Consiglio Regionale (si intendeva esprimere contrarietà al supposto argomento del film: la storia di Eluana Englaro) senza che tale organismo avesse titolo per decidere l’eventuale sostegno.
Valutare la richiesta di contributi al locale Film Fund, presentata dalla produzione del film, spetta infatti ad un comitato tecnico nominato dal direttore centrale delle attività produttive.
Ancor più importante è chiarire che i criteri di assegnazione prescindono dai contenuti, ispirandosi unicamente a valutazioni economiche, ad iniziare dalla spesa delle produzioni sul territorio.
C’è una nuova iniziativa, Venice Film Opportunity, che la Camera di Commercio di Venezia ha lanciato a sostegno delle produzioni audiovisive.
Ritorna l’approccio economico: il cinema può essere uno strumento di marketing territoriale molto più efficace di altri.
E’ un fatto che la capacità attrattiva del cinema attraversi aree merceologiche molto diverse.
I treni, per esempio: quelli del gruppo privato NTV entreranno in funzione a fine marzo, con una carrozza interamente dedicata alla visione dei film.
Due imprese molto diverse possono produrre, collaborando, vantaggi reciproci.
Alla vivacità di iniziative locali e private, non corrisponde analoga prontezza da parte delle istituzioni centrali.
Mentre in Italia si pensa a come dismettere il patrimonio pubblico, in Francia si studiano i modi di metterlo a frutto, anche attraverso l’audiovisivo.
Patrick Lamassoure di Film France ci racconta che in Francia è stata creata un’agenzia interministeriale che ha il compito di assistere i ministeri che vogliono rendere disponibili le proprie strutture alle riprese cinematografiche, razionalizzando e ottimizzandone l’offerta.
In Italia, purtroppo, si deve ancora parlare di “locations off limits”.
PAOLO DI MAIRA