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direttore Paolo Di Maira

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UN MERCATO DA STUDIARE/ Chi vende il nostro Cinema all’Estero

DISTRIBUZIONE/Agenti Stranieri per il Cinema Italiano


Che a costruire il successo di un film contribuiscano in molti è ben più di un luogo comune.
Oltre ai produttori, agli autori, al cast e ai tecnici, giocano un ruolo fondamentale tutti coloro che si occupano della commercializzazione dell’opera.
In questo campo, la conoscenza del mercato, dei suoi attori e delle sue dinamiche, l’attenzione allo scenario competitivo e la capacità  di cogliere gusti, mode e sensibilità  del pubblico diventano elementi cruciali per l’affermazione commerciale. Questo è ancora più vero quando si tratti di vendere film europei all’estero, cioè fuori dal territorio d’origine, in un contesto altamente competitivo in cui le produzioni provenienti dai paesi europei assumono perlopiù il carattere di prodotto di nicchia.
Basti pensare che dei dieci film italiani (coproduzioni incluse) più visti in patria nel 2003, tre hanno realizzato il 100% dei biglietti venduti in Italia mentre quattro hanno raggiunto quote variabili tra il 93 e il 99%. Se si esclude la coproduzione minoritaria “Gangs of New York”, solo “Io non ho paura”, col 30% di spettatori del Vecchio Continente, e “the dreamers”, altra coproduzione, con il 44%, possono dirsi dei successi europei (fonte: Lumiere). Un film, per esempio, molto apprezzato dalla critica internazionale come “La finestra di fronte”, ha registrato il 93% dei suoi spettatori in Italia, mentre ha raccolto il restante 7% in ben 15 paesi.
Tra questi, la Spagna, con l’1,9%, fa la parte del leone. Meglio è andata, dal punto di vista dell’esposizione sulla scena internazionale, a “Io non ho paura” per il quale il rapporto tra biglietti venduti in Italia e nel resto dell’Europa è di 70 a 30. Per saperne di più su chi contribuisce alla circolazione internazionale dei film italiani, il Calendario messo a punto in forma sinora sperimentale da MEDIA Salles e disponibile sul sito internet dell’Associazione (www. mediasalles.it), fornisce una panoramica di dati non facilmente reperibili altrove, come l’indicazione dell’agente di vendita e dei vari distributori nazionali.
Così, se si guardano i mesi trascorsi dal lancio del Calendario, avvenuto nel giugno del 2006, fino a ottobre del 2007, si noterà  come ci sia una certa polarizzazione su un numero ristretto di agenti di vendita. Dei 42 titoli di cui sono noti gli agenti di vendita e le date di uscita con un apprezzabile grado di precisione, nove sono affi- dati allo stesso agente, Adriana Chiesa Enterprises, ed altri tredici a due società  straniere come Wild Bunch e TF1 International e all’italiana Rai Trade.
Il restante numero di film è nelle mani di imprese che trattano da uno a un massimo di tre titoli italiani. Tra queste, ancora straniere, John Matthews, Celluloid Dreams, ffe Works, Lakeshore Entertainment.
La tendenza alla “specializzazione” sul cinema italiano emerge anche dall’analisi dei distributori, dove alcune case confermano una “vocazione” alla diffusione della produzione del Bel Paese, come, in Francia, la piccola ma consolidata Acadra e boutiques del cinema europeo come Magrytte Films International e MK2 Diffusion.
Sulla stessa scia, A-Film e Cinemien nei Paesi Bassi, ABC Distribution in Belgio e Triangelfilm in Svezia. Praticamente unico il caso della svizzera Morandini Films Distribution che, nonostante l’anglicismo della ragione sociale, si presenta con un motto che non lascia spazio a equivoci “il cinema italiano è la nostra Arte, la nostra passione” e che di recente ha deciso di esportare in Germania la formula collaudata sul mercato elvetico.

Elisabetta Brunella



PUBBLICO/Media Salles dà  i numeri 


Nel 2006 MEDIA Salles ha iniziato a pubblicare sul suo sito Internet il Calendario “Cinema italiano ed europeo: dove e quando?”. Qual è l’obiettivo? Lo chiediamo a Walter Vacchino, Vicepresidente dell’Associazione.


Il “Calendario” è la prima fase di un progetto più ampio che MEDIA Salles ha messo a punto per contribuire a sviluppare la promozione dei film italiani ed europei al di fuori del paese in cui sono prodotti.
Con questo nuovo strumento di analisi della diffusione della produzione italiana ed europea sullo scenario internazionale, MEDIA Salles intende colmare una lacuna nel panorama delle iniziative di marketing. E che queste rivestano un ruolo essenziale nell’economia dell’industria cinematografica è comprovato dal fatto che le majors investono decine di milioni di dollari per la promozione di ogni loro produzione. Sul versante dei film europei, l’analisi delle quote di mercato a livello internazionale mostra un quadro competitivo che resta piuttosto debole, con situazioni molto critiche in paesi come Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Francia, dove le quote di mercato dei film europei nel 2005 rappresentano rispettivamente il 6,7%, il 9,5%, il 10% e il 13,5% ( dati MEDIA Salles, “European Cinema Yearbook “” 2006 advance edition”). Un quadro difficile che deve essere trasformato in un’opportunità  per i film dotati di un adeguato potenziale per imporsi al pubblico internazionale.


Gli strumenti proposti da MEDIA Salles in che modo possono dare una mano agli autori e alle imprese italiane ed europee che vogliano dare una prospettiva internazionale al loro lavoro?
Il “Calendario” è il primo passo per un vero e proprio “Osservatorio” della distribuzione dei prodotti cine- matografici al di fuori dei loro paesi di origine. Sono consapevole che si tratta di una parola piuttosto abusata, ma nella versione da noi proposta si tratta di una vera novità . Di fronte a scenari sempre più competitivi “” anche per il moltiplicarsi dei canali di diffusione del film “” la conoscenza approfondita del mercato, delle sue dinamiche e prospettive, è cruciale per orientare autentiche strategie produttive, distributive e commerciali che selezionino obiettivi precisi e adottino pratiche mirate e collaudate.


Il progetto è molto ambizioso, se si considera che ogni anno l’Europa produce oltre 700 film.Pensa che MEDIA Salles abbia le competenze necessarie?
Sì, è vero, è un progetto molto ambizioso. Ma crediamo di aver dimostrato in questi 16 anni di attività  “” in particolare con l’Annuario “European Cinema Yearbook” “” di saper aprire nuove strade nella rilevazione dei dati essenziali per l’industria cinematografica e soprattutto di essere costanti nel rendere disponibili i risultati delle nostre ricerche con puntualità  ed affidabilità . Con le capacità  sviluppate e la rete di contatti costruita in questi anni contiamo perciò di poter offrire un nuovo strumento veramente utile all’industria cinematografica europea .


Carolina Mancini


Cinema&Video International    5-2007 

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