La terza stagione di “Matrimonio a prima vista” arriverà direttamente su Discovery+, la piattaforma con cui Discovery è recentemente sbarcata nel panorama degli OTT in Italia (leggi qui). Lo show che organizza matrimoni al buio è uno dei prodotti più rappresentativi del nuovo scenario produttivo televisivo in Italia, delineato oggi da un’autorevole platea di speakers all’interno del Tech Talk organizzato da Comunicare Digitale.
Innanzi tutto, dal punto di vista della fruizione, è un caso emblematico di convivenza fra la tv lineare e OTT, dunque di due modelli di consumo e target diversi : “l’anno scorso ha avuto un grandissimo successo sul canale lineare di Real Time con 1 milione di spettatori a puntata e tantissimi abbonamenti per vedere in anteprima sul servizio + le puntate”. Spiega Gesualdo Vercio, Senior Programming Director di Discovery Italia, che definisce il reality, “la nostra grande soddisfazione di quest’anno, il primo programma prodotto post pandemia, in maggio, con un casting enorme: abbiamo avuto il maggior numero di richieste di sempre, segno evidente del bisogno di vivere relazioni in maniera nuova e diversa.”
“Matrimonio a prima vista” è la declinazione italiana di un format danese, di cui esistono varie varianti ‘geografiche’, dagli Stati Uniti, all’Austrialia al Regno Unito.
E un’immersione ancora più profonda nel territorio è la prima mission di uno dei canali Discovery +, Food Network. Continua Vercio: “Sempre di più vogliamo raccontare l’Italia con le sue tradizioni, i suoi prodotti, il cibo, le materie prime”.
E’ quello che fa “Mandi”, il nuovo format enogastronomico dedicato all’eccellenza del Friuli Venezia Giulia: sostenuto dalla Regione sta godendo di un notevole riscontro di pubblico.
Ne ha parlato la sua fondatrice, Veronica Defilippis, titolare di Cuciniamo Con, che ha deciso di trasformare il proprio territorio in una risorsa, raccontandone la ricchezza agroalimentare e le grandi storie artigianali di cui è costellata la regione: “sono partita con una scuola di cucina itinerante e pian piano mi sono fatta portavoce delle aziende locali, che hanno sempre più l’esigenza di comunicare il loro prodotto in maniera più diretta e umana.”
L’attenzione al proprio territorio come bacino privilegiato da cui attingere per creare storie vivide e emozionanti, che non ‘scimmiottino’ il prodotto internazionale ma raccontino al meglio il proprio paese e la sua cultura, è uno dei fattori chiave per avere successo sugli OTT anche per il presidente dei produttori televisivi, Giancarlo Leone.
Il legame con le aziende di cui parla Defilippis chiama in causa il Branded Entertainment, che, “usa il linguaggio dell’infotainment per raccontare i valori più profondi legati al brand, e rivolgersi al pubblico non più tanto come target, quanto come audience con cui stabilire una relazione di reciprocità” ha spiegato Laura Corbetta, fondatrice della società di comunicazione e produzione YAM112003 e presidente dell’OBE -Osservatorio Branded Entertainment- che ha ricordato anche le collaborazioni con Discovery, Mediaset e Sky per prodotti di questo tipo “che poi hanno buoni risultati all’interno dei palinsesti”. Come la serie creata con Discovery per LIDL “Shop, Cook and Win!”: dieci puntate andate in onda su Canale 9 e ospitate in dieci diversi punti vendita, in cui i clienti venivano trasformati in cuochi dai due chef conduttori.
“Da sempre il mantra di Discovery è il real life entertaimnet: raccontare storie vicine alla gente comune” aggiunge Vercio.
Non potevano mancare i più piccoli nel nuovo, affollato panorama che ha visto moltiplicare le offerte con l’arrivo degli OTT e non solo, spiega Massimo Bruno, CEO della nuova content factory del gruppo De Agostini, Kidsme, partita a marzo e rivolta a ‘kids&family’:
“i bambini, oltre ad essere subito pronti per le nuove tecnologie e quindi particolarmente adatti ai palinsesti destrutturati, sono un target molto infedele, che spende il tempo non solo sulle altre OTT, ma anche sui social network, sui giochi…”.
La competizione è fortissima, e la sfida, secondo Bruno, in un panorama sempre più affollato, sarà sulla comunicazione del contenuto da seguire, “un terreno ancora molto da esplorare, per ora vedo solo Netflix che fa investimenti in comunicazione”.