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TOSCANA/Il Fondo si inceppa, Kiarostami aspetta

di Michela Greco


Nove milioni di euro per il biennio 2009-2010.
E’ una cifra imponente quella scelta per lanciare il Fondo Cinema della Regione Toscana, dedicato a sceneggiature, opere prime, opere seconde e documentari con stanziamenti che vanno dai 15mila euro a progetto per la prima categoria ai 450mila per le opere seconde.
Alla Toscana Film Commission, che gestisce le fasi istruttorie del fondo, “sono arrivati ben 135 progetti per la prima sessione (con scadenza il 31 dicembre 2009) mentre per la seconda, che scadeva il 31 gennaio 2010, ne sono pervenuti 50”, dice Raffaella Conti, responsabile dello staff della TFC.

Peccato che a fine aprile ancora si attendessero gli esiti, le graduatorie e, naturalmente, gli stanziamenti di tutti i finanziamenti , anche di quelli le cui richieste risalgono all’anno scorso.
Un ritardo che ha inciso anche su grosse produzioni, come quella di “Copia conforme”, il film che Abbas Kiarostami porta in concorso al Festival di Cannes, girato interamente in Toscana.
“Ci hanno detto che la graduatoria della prima sessione del Fondo, che è quella che ci riguarda, poteva essere resa pubblica soltanto a fine aprile-inizio maggio “” ha commentato Angelo Barbagallo, coproduttore italiano di “Copia conforme” “” e che i ritardi sono stati causati da problemi amministrativi.
Ma il fatto è che a pochi giorni dall’inizio del Festival di Cannes ancora non sapevamo se avremmo avuto il sostegno del Fondo, né quale sarebbe stato il suo importo”.
La produzione, nell’incertezza, ha dunque dovuto anticipare gli importi, “E questo ha costituito un danno “” dice Barbagallo “” e anche un peccato, perché questo film in particolare è stato girato tutto sul territorio toscano ed è un’opera di qualità .
Oltre al valore cinematografico di una pellicola d’autore bella e con un cast importante, “˜Copia conforme’ è anche di grande interesse dal punto di vista delle location, quindi senz’altro è un’opera più che mai adatta a questo tipo di sostegno.
Credo però che i problemi di attivazione del Fondo siano stati causati soprattutto dal fatto che si trattava del “˜primo giro’ di un meccanismo non ancora rodato, e sono sicuro che in futuro le cose scorreranno più lisce”.


Raffaella Conti conferma:
“Il bando e il regolamento del Fondo prevedevano 120 giorni per stilare le graduatorie ed erogare i finanziamenti, quindi di fatto non c’è stato un vero ritardo. E’ vero però che la prima sessione è stata un caso particolare, anche perché ha riguardato richieste di finanziamento a pellicole il cui processo produttivo era già  ampiamente avviato, se non addirittura completato”.
Il ritardo, dunque, c’è stato, se è vero che i 185 progetti presentati tra la prima e la seconda sessione, a fine aprile 2010 aspettano ancora un responso.
Ed è difficile pensare che un sistema di finanziamento come questo possa funzionare se, a regime, le tempistiche dovessero restare di quattro mesi: un periodo interminabile se messo in relazione con i tempi di produzione di un film.
Finora non è dato quindi sapere se e quanto ha funzionato il Fondo Cinema di una Regione per altri aspetti “virtuosa”, la cui Film Commission nel 2009 ha vantato 14,2 milioni di euro di ricaduta sul territorio, con 520 giorni di ciak e 43 produzioni di film come “La prima cosa bella” di Paolo Virzì”, “New Moon”, “Matrimoni e altri disastri” di Nina Di Majo, “007 – Quantum of Solace”, “Miracolo a Sant’Anna” di Spike Lee e, appunto, “Copia conforme” di Abbas Kiarostami.
Una volta a regime, comunque, il Fondo toscano potrà  finanziare fino a sei sceneggiature l’anno con un massimo di 15mila euro per opera, fino a sei opere prime con un massimo di 200mila euro, fino a sei opere seconde l’anno con un massimo di 450mila euro e fino a tre documentari, con un massimo di 50mila euro finanziati per opera.
Solo nel caso delle opere seconde il Fondo Cinema può acquistare una quota di proprietà  del film oppure pre-acquistare singoli diritti o una loro quota, e di fatto diventare co-produttore.
Un meccanismo di finanziamento complesso, che attende di essere messo alla prova dei fatti.

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