di Paolo Di Maira
La sicurezza di Giuseppe Corrado lascia perplessi”: è la reazione di Cristina Scaletti, assessore della Cultura della Regione Toscana, all’annuncio, da parte dell’AD di The Space, della prossima apertura del multiplex nel quartiere fiorentino di Novoli.
Cristina Scaletti, assessore dalla scorsa primavera nella compagine di governo della Regione guidata da Enrico Rossi, ribadisce che, essendo scadute le licenze, non ci sono le condizioni di legge per l’apertura del multiplex a Novoli; e osserva che il parere del sindaco di Firenze “è un sì politico, non giuridico “, essendo questa materia (le concessioni delle licenze) di esclusiva competenza della Regione.
Secondo le norme vigenti, l’autorizzazione all’apertura potrebbe essere ottenuta “” qualora fosse ripresentata la richiesta – solo con l’acquisto di nuove licenze e conseguente chiusura di sale cittadine nel numero necessario a garantire il trasferimento dei 2200 posti di cui si intende dotare il multiplex di Novoli.
D’altra parte l’assessore e la giunta hanno proposto delle modifiche alla legge regionale per reintrodurre il parametro delle distanze per armonizzare la distribuzione delle sale all’interno del territorio regionale. Perchè ritiene che le multisale, se in esubero, oltre a incidere negativamente su un sistema già in crisi, “generino una ricaduta dannosa sul territorio”
“Il rischio che si sta correndo è sterilizzare i centri storici”, dice, allargando l’obiettivo a tutto il territorio toscano. ” Intendo puntare sulla valorizzazione delle piccole sale”, anticipa, considerando complementare l’attività delle sale cinematografiche alla vivibilità delle città .
“Senza voler penalizzare la modernizzazione di cui i multiplex si fanno portatori, ritengo che per valorizzare le identità culturali occorra un corretto bilanciamento, che vada a privilegiare il piccolo-medio rispetto al grande”.
Ma mettere un limite all’apertura delle multisale evidentemente non basta a garantire l’attività del piccolo esercizio cinematografico.
Frutto di un bando indetto dalla Regione Toscana che assegna i fondi europei per la digitalizzazione delle sale, più di una sessantina di piccoli cinema toscani hanno avuto accesso ai finanziamenti – due milioni e seicentomila euro – per
(foto: Liliana Grueff) l’ammodernamento tecnologico.
Scaletti ammette che la digitalizzazione è solo “un passo”, un processo utile ma non determinante ai fini della valorizzazione della sale, in quanto il rapporto tra distributore e esercente si basa sulla negoziazione di un diritto, non di un supporto (la “pizza”).
Oltre al bando per la digitalizzazione delle piccole sale, Scaletti si trova a dover amministrare una pesante eredità lasciatale dal suo predecessore, Paolo Cocchi, il quale, partendo da premesse largamente condivise (frenare l’emorragia delle sale nel centro storico), approdò nel 2009 al progetto Casa del Cinema, concentrando sulla gestione del Cinema Odeon un importante contributo finanziario: un milione e duecento mila euro nel triennio 2010- 2012.
Scaletti considera buona l’idea (ha molto apprezzato, dopo averla visitata, anche la Casa del Cinema di Roma, ritenendo quello creato dalla gestione di Felice Laudadio “un modello organizzativo molto interessante”), ma non ancora soddisfacente la sua attuazione fiorentina, su cui esprime un giudizio critico:
“Non penso assolutamente che la Casa del Cinema sia solo l’Odeon, Quel che manca è la sua effettiva declinazione regionale.
C’è bisogno di una sede centrale, che però dev’essere da supporto alla delocalizzazione dell’attività cinematografica all’interno della regione”. Insomma, una Casa del Cinema “diffusa”: ” si sente troppo spesso parlare di rete, il problema è farla, questa rete”.
Non è semplice.
Ma l’assessore mostra di voler lavorare in questa direzione: sta valutando la possibilità di inserire nel progetto strategico della Casa del Cinema anche il Teatro della Compagnia (“una location interessante di cui abbiamo preso possesso solo pochi mesi fa, a luglio”), altro cinema “d’autore” fiorentino – l’architetto è Adolfo Natalini– chiuso da molti anni, situato a due passi dal Duomo all’interno di un immobile recentemente acquisito dalla Regione. “Puntando alla costruzione di un vero sistema toscano composto da più sale”.
(foto: Liliana Grueff)
“La strategia della Regione Toscana per il settore cinematografico è in fase di riformulazione, ne stiamo valutando strategie e nuovi obiettivi “” sostiene Scaletti -.
Per quanto riguarda l’Odeon abbiamo valutato necessaria, dentro questo quadro di ricomposizione, una riduzione del 50 per cento nel 2011, pari a 200mila euro, e del 75 per cento nel 2012, pari a 100mila euro, del contributo a Fondazione Sistema Toscana, ente partecipato dalla Regione, che gestisce il progetto Casa del Cinema.
Ciò è stato reso possibile dalle proiezioni di bilancio fatte dalla Fondazione, che ha calcolato maggiori entrate derivanti dalla vendita dei biglietti, e valutato il reperimento di risorse da privati” conclude ottimisticamente l’assessore.
L’intenzione di Cristina Scaletti, dopo la fase di start up, è utilizzare il denaro risparmiato per “incentivare l’attività delle sale di qualità e delle piccole sale”.
Ma le buone intenzioni dovranno misurarsi con gli austeri bilanci della Regione Toscana, mette le mani avanti l’assessore, che dovrà far quadrare i conti con 320 milioni di euro in meno di trasferimenti dal governo centrale.
Cristina Scaletti assicura che stavolta le scelte saranno fatte coinvolgendo i principali attori sul territorio, gli esercenti cinematografici e i commercianti, attraverso le rispettive rappresentanze associative.
Una politica “a 360 gradi” possibile, avendo Cristina Scaletti anche la delega al commercio.