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Sono sarti, modellisti, tintori, ora ; cappellai e guantai; artigiani del cuoio, vengono da diverse regioni italiane, alcuni, residenti in toscana, provengono dalla Russia, dal Burkina Faso, dalla Nigeria, dal Perù, dalla Polonia; molti hanno avuto esperienze in aziende di moda, altri, ma sono in minoranza, da sartorie teatrali; ci sono giovani ma anche over quaranta: sono i 36 allievi del corso “Costumi del Rinascimento”, prima edizione della Bottega di Alta Specializzazione aperta nello scorso gennaio sotto la guida del costume designer Alessandro Lai nel complesso di Santa Caterina, sede di Manifatture Digitali Cinema Prato.
Il corso si è concluso a marzo, e alcuni di questi allievi-artigiani entreranno nel gruppo di lavoro per la realizzazione della terza stagione di “Medici – Masters of Florence”, la serie tv internazionale creata da Frank Spotnitz e prodotta da Lux Vide.
E’questo il frutto dell’accordo stipulato tra Fondazione Sistema Toscana, ente in house della Regione Toscana, e la società produttrice guidata da Matilde e Luca Bernabei.
“La preparazione di “Medici 3” inizierà in maggio”, anticipa Beppe Serra, line producer di Lux Vide,
“e le riprese cominceranno a fine estate”.
Serra ipotizza che la lavorazione sartoriale potrebbe essere fatta alla Bottega di Prato, aggiungendo che la scelta di coloro che lavoreranno nella serie sarà fatta in base alla disposizione di ciascuno a lavorare nel cinema, di “mettersi in gioco” in un mestiere “da zingari”.
“E’stato qualcosa di eccezionale, oltre le aspettative” commenta Alessandro Lai che ha realizzato i costumi per le prime due serie di Medici e lo farà anche per la terza.
“Gli allievi, che hanno portato esperienze professionali dai più vari ambiti, si sono rivelati pieni di talento. L’idea alla base di questo progetto ha funzionato: è stata un’occasione per mettere in contatto persone con grandi capacità tecniche specifiche sia a livello sartoriale che nelle pelletterie, nel ricamo come nelle calzature, nel taglio e cucito. Alcuni di loro provenivano dalla moda, magari da aziende che hanno chiuso, o ridimensionato i propri organici. Il corso ha dimostrato che è possibile avere una seconda, e anche una terza vita professionale”.
Lai è convinto che la Bottega rappresenti “un modello innovativo di riconversione attraverso i mestieri dello spettacolo”. E il fatto che ci fossero anche ultraquarantenni “ha rappresentato un plus”, un arricchimento di esperienze.
Ci tiene a precisare che l’obiettivo principale del corso fosse costruire “un capitale di laboratorio”, verificare la potenzialità di fare costumi, non necessariamente per “Medici 3”, “anche se alcuni, lo speriamo, potranno essere utilizzati nella serie”.
Senza falsa modestia il costume designer si sente un pioniere: “Ho aperto un varco, e proprio per questo ho voluto condividere con altri questa esperienza; altri potranno sviluppare questo progetto, che dovrà continuare a vivere oltre le persone che ne saranno alla guida”.
La Bottega ha suscitato grande interesse nel mondo del cinema: lo conferma la visita di Roberto Cicutto, presidente e ad di Cinecittà-Luce, lo scorso marzo negli spazi del complesso di Santa Caterina.
Il corso è stato un punto d’incontro di professionisti di levatura internazionale, dal premio Oscar Gabriella Pescucci a Carlo Poggioli, che alla Bottega hanno tenuto lezioni.
Anche loro, come Alessandro Lai (e Piero Tosi e Maurizio Millenotti) sono cresciuti alla “bottega Tirelli” che ha allevato i migliori costumisti del cinema internazionale.
Tutti hanno un’antica consuetudine di lavoro con le aziende tessili di Prato.
L’orizzonte strategico è disegnato da Stefania Ippoliti, responsabile di Toscana Film Commission:
“Nostro obiettivo- spiega – era dotare la Toscana di un ulteriore strumento di attrazione delle produzioni che fosse innovativo, offrendo una sorta di global service audiovisivo, dove, oltre all’offerta di location, potessimo concentrarci su un tema che è profondamente legato alla Toscana: il Rinascimento”.
“Grazie all’accordo con Lux Vide ci siamo resi conto che potevamo realizzare prototipi di quanto servirà per tutto il ricchissimo ambito dei costumi di una fiction internazionale di qualità come “I Medici”.
Ma non solo: vogliamo attrezzarci in vista delle tante fiction e serialità televisive che arriveranno nella nostra regione per raccontare il Rinascimento, fonte inesauribile di storie”.
Per la Toscana significa “creare nuove opportunità di lavoro per le persone ma anche sviluppo per le aziende”.
“Infatti – prosegue Ippoliti – la Bottega aggiunge una speciale professionalità a chi ha già un mestiere: lì si realizzano prototipi che, a fronte delle quantità che la fiction televisiva richiede, necessitano di essere duplicati nelle aziende”.
Il risultato ottenuto è positivo: “ibridare le capacità, le culture d’origine, il saper fare”, e potrà avere gli sviluppi più vari: c’è chi lavorerà nell’audiovisivo, ma anche chi si inventerà una nuova, propria attività.
“In questa epoca di iperspecializzazione, quello che proponiamo è un modo che prova a recuperare la complessità del sapere delle persone”.
Si torna allo sguardo aperto dell’uomo rinascimentale: “vivere in questa terra, in mezzo alla bellezza e alla storia è la nostra chance. Questo fa sì che, per esempio, se sei un sarto, mentre stai cucendo un corpetto ti attraversano le mille suggestioni che hai ricevuto nella tua vita. Questo è un privilegio, e bisogna giocarselo non con la nostalgia, con la testa rivolta all’indietro, ma con gli strumenti di oggi”
Così, se a Prato il percorso è segnato dalla tradizione nel settore tessile, la Bottega di Pisa (l’altro polo di Manifatture Digitali Cinema), valorizza la vocazione di questa città, all’avanguardia nella ricerca scientifica e tecnologica, con la sua Università e i suoi centri di eccellenza.