Realizzare un quadro strategico, un Libro Verde di interventi e di politiche per lo sviluppo delle imprese culturali e creative: questa l’ipotesi di lavoro che CNA Cinema e Audiovisivo Toscana, ad un anno dalla sua costituzione, propone alla Regione. Sperando di arrivare, “se non a una legge cinema, alla messa a punto di strumenti di sostegno strutturati e continuativi” ha dichiarato Stefano Mutolo, portavoce di CNA Cinema e Audiovisivo, a chiusura dell’incontro TOSCANA ON THE MOV(i)E, svoltosi al Lucca lo scorso 14 aprile nell’ambito e in collaborazione con il Lucca Film Festival.
Ad un anno dall’ingresso di Toscana Film Network in CNA Toscana, “sono nate molte collaborazione e co-produzioni ed è in aumento l’indotto generato dal settore”, sottolinea Mutulo, che fra i risultati più significativi ricorda “la possibilità per le imprese audiovisive di accedere ai bandi per l’internazionalizzazione, l’innovazione e i servizi avanzati, come anche la richiesta di modifica di tali bandi a favore del settore.”
L’internazionalizzazione è uno dei punti chiave sottolineati da Stefania Ippoliti, direttore di Toscana Film Commission: “è necessario crescere in professionalità, aprendo tavoli internazionali, aumentare le possibilità di andare all’estero, fare networking con altri produttori europei, mettere in relazione i nostri fondi con quelli europei e dei singoli stati e regioni esteri. Questo anche nell’ottica, fondamentale, di costruire un’audience europea, requisito principale per far circolare i nostri film fuori dai confini nazionali”.
Internazionalizzazione e accesso ai mercati vanno di pari passo con comunicazione, promozione e formazione: “oltre a implementare il nostro sito, stiamo realizzando un portale di match-making per le co-produzioni”, afferma Francesca Mazzocchi, responsabile di CNA, ricordando anche come la Toscana sia stata la prima delle 9 regioni ad entrare in CNA Cinema Nazionale: “stiamo inoltre mettendo a punto un progetto di alta formazione di concerto con la Film Commission e la Regione.”
Anello debole, concordano Mazzocchi e Ippoliti, è la questione dell’accesso al credito, che, spiega Ippoliti, forte della sua esperienza di presidenza dell’associazione delle film commision italiane, “è un problema che accomuna tutte le regioni. Ci stiamo interrogando sulla possibilità di mettere a vostra disposizione degli strumenti finanziari, perché sono convinta che questo settore non possa e non debba avere solo sostegno pubblico”.
“Noi stiamo lavorando con le banche e con il consorzio di garanzia di Artigiancredito toscano per avere degli strumenti di sostegno preventivo” aggiunge Mazzocchi, che nel corso della serata ha presentato i risultati di uno studio realizzato da CNA in collaborazione con il dipartimento di scienze politiche e sociali dell’università di Firenze, che fotografa la situazione delle imprese audiovisive toscane. Sono 326 , di cui il 10% fa parte di Toscana Film Network, con 62 miloni di euro di fatturato e 1046 addetti.
Secondo un questionario online compilato da 29 imprese toscane che lavorano nel cinema e nell’audiovisivo, il 58,6% attinge i finanziamenti dalle film commission, il 48,3 dal MIBACT il 34,5% da enti privati e il 20% dai contributi per le imprese (sviluppo economico). Imprese di piccole dimensioni quelle toscane (il 70% fattura al di sotto dei 100 mila euro l’anno) ma che internazionalizzano molto: il 67% lavora con i mercati esteri.
Le priorità dei professionisti toscani sono: un fondo regionale di cash rebate, bandi di sviluppo e produzione che abbiano dotazioni maggiori e maggiore continuità, un bando per l’internazionalizzazione che preveda le co-produzioni con l’estero, bandi di sviluppo d’impresa.
A chiudere la serata, l’intervento di Roan Johnson, intervistato dal regista e produttore Samuele Rossi, che ha parlato della scarsa vocazione all’imprenditorialità delle imprese audiovisive toscane (“In questo fa eccezione Lucca, che è riuscita a mettere in piedi un festival così prestigioso come Europa Cinema e un evento del calibro di Lucca Comics che stacca più biglietti al mondo”.)
“In giro nei festival e nei mercati si incontrano pochi produttori toscani, anche se adesso qualcosa sta cambiando, e si sta sempre più affermando la figura del regista-produttore. Questo va di pari passo con un cambiamento della produzione televisiva, con RAI che sta facendo prodotti di qualità molto più elevata. La televisione quindi sarà sempre più internazionale, e dobbiamo mettere in campo strumenti che aiutino sia i ‘grandi’, che lavorano ad esempio come service delle grandi produzioni internazionali, sia i piccoli, giovani, registi-produttori.”