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Con il titolo programmatico: “Allenati con MEDIA!”, il CED MEDIA Torino ha dedicato, nello scorso 23 settembre, una giornata di lavoro alla formazione europea per professionisti del settore.
“Se un atleta non si allena – ha spiegato in apertura Silvia Sandrone, responsabile del CED MEDIA Torino– fallirà in gara; lo stesso accade nella realtà della produzione dove tutto cambia molto rapidamente, pensiamo a uno sceneggiatore che deve confrontarsi con nuovi linguaggi nuove tendenze, instaurare collaborazioni creative, nuovi modi di diffusione. La formazione diventa uno strumento indispensabile per acquisire nuove competenze ed essere più competitivi”. La formazione dei professionisti è sempre stata una priorità per il Programma MEDIA e continua a esserlo con Europa Creativa, che con un bando dedicato, stanzia ogni anno circa 7.5M di euro; obiettivo: fornire gli strumenti per essere più competitivi e innovativi in un’industria in continua e veloce evoluzione.
Nell’ambito dell’ultimo bando sono state selezionate 51 attività di formazione focalizzate su diverse aree (sviluppo del pubblico, marketing, nuovi modelli di distribuzione e sfruttamento; gestione finanziaria e commerciale) destinate a professionisti di tutta Europa tra cui: produttori, registi, sceneggiatori, script editor, com- missioning editors, distributori, esercenti, sales agent, content provider, professionisti dell’industria dell’animazione, della post-produzione e formatori.
Si tratta di workshops residenziali, formazione online ed eventi professionali e di networking.
Ad “Allenati con MEDIA”, tenutosi presso la Sala Movie, in Via Cagliari, il focus è stato su quattro attività di formazione di iniziativa italiana.
Maia Workshops (ne ha parlato la fondatrice Graziella Bildesheim) è rivolto ai produttori europei emergenti.
L’attività formativa, specificatamente dedicata a produttori emergenti provenienti da tutta Europa, è focalizzata sullo sviluppo creativo e manageriale dei prodotti audiovisivi e quindi sulle capacità artistiche, tecniche e manageriali che il produttore deve acquisire e far proprie per poter compiere le giuste scelte al momento opportuno.
“E’ ormai diventato un laboratorio a 360 gradi il Torino Film Lab”, ha comunicato con soddisfazione la project manager Agata Czerner: l’offerta formativa, rivolta ai talenti emergenti provenienti da tutto il mondo, da semplice script & pitch della prima edizione, si è esteso negli anni allo sviluppo, alla produzione, al marketing e alla distribuzione, riorganizzandosi in tre macro laboratori: Series Lab, Script Lab, Feature Lab.
Motivato dall’impegno nel sociale è EsoDoc (European Social Documentary): nasce dalle esigenze di comunicazione da parte delle ONG ed è rivolto, non solo ai filmakers ma anche a “cross-thinkers”, ha sottolineato il coordinatore Thomas Righetti. EsoDoc è un’offerta formativa di Zelig, storica scuola del documentario altoatesina.
Ties That Bind è invece rivolto ai progetti tra Europa e Far East, capitalizzando l’esperienza sul territorio di Far East Film Festival, la manifestazione che dal 1999 si svolge a Udine: lo ha presentato Paolo Vidali presidente del Fondo Audiovisivo Friuli Venezia che ha creato l’of- ferta formativa (affidata a EAVE).
alla formazione europea per professionisti del settore.
E’ apparso evidente, nel corso dell’incontro, che è l’Italia delle regioni, più del governo nazionale, a mostrare affinità con lo spirito del programma audiovisivo dell’Unione Europea.
Il fatto che la conduzione dell’incontro sia stata affidata a Nevina Satta, direttrice di Sardegna Film Commission, è indicativo, e la tavola rotonda che ha concluso l’incontro ha rafforzato questa convinzione. In Trentino, per esempio, la Film Commission ha inserito, nelle domande di contributo da parte dei produttori, un alto punteggio (20 su 100) alla partecipazione ai corsi di formazione (e in parallelo, ha raccontato in collegamento Skipe Luca Ferrario di Trentino Film Commission, ha previsto anche un supporto economico ai professionisti locali che richiedono di partecipare ai corsi di formazione).
La densità delle proposte formative in Piemonte (da uno studio condotto nel 2007 risultavano 63 enti formativi per oltre 100 corsi) è stata sottolineata dal padrone di casa Paolo Manera, direttore della Film Commission Torino Piemonte: dopo la fase iniziale della sua storia focalizzata sull’attrazione delle produzioni, la Film Commission ha esteso la sua attenzione alla formazione e allo sviluppo.
I film locali hanno iniziato ad oltrepassare i confini della regione solo dopo la costituzione del Fondo Audiovisivo FVG, ha ricordato Paolo Vidali: Fondo che è puntato su formazione e sviluppo, fasi che comportano investimenti ad alto rischio. Questa dovrebbe essere l’identità dal pubblico, ha aggiunto polemicamente Vidali; invece, a livello centrale, il sostegno pub- blico ha sempre investito sulla produzione. E’ questa la ragione per cui con ReACT (progetto di co-sviluppo e training) “riusciamo a intenderci con Croazia e Slovenia, ma abbiamo difficoltà con il MiBACT”.
Le affermazioni di Vidali hanno trovato una sponda nell’intervento della sceneggiatrice Simona Nobile, consulente MEDIA, che ha sottolineato come siano pochi i progetti italiani richiedenti il contributo alla produzione, che abbiano alle spalle un fondo per lo sviluppo.
L’esiguità dei fondi non ci permette di accompagnare i progetti come vorremmo, ha detto Graziella Bildesheim che ha immesso nel dibattito una nota di ottimismo, ricordando che qualcosa dovrebbe cambiare con la nuova Legge sul Cinema (che sarà varata prevedibilmente entro l’anno) che destina il 3% dell’investimento pubblico (12 milioni di euro) alla formazione. Significative, infine, le testimonianze degli “alumni” (sono intervenuti Emanuela Barbano di Duel Film , Enrica Capra di GraffitiDoc, Daniele Segre di Redibis Film, Enrica Viola di Una Film).
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Tutti hanno individuato l’imprinting dei diversi corsi frequentati nell’opportunità di scambio, nella condivisione dei progetti, nel valore del lavoro di squadra.
Più nello specifico, sono emersi alcuni aspetti cruciali: i corsi forniscono l’accesso a professionisti di alto livello che non sono necessariamente accessibili in altri contesti; c’è un forte link tra formazione e sviluppo: i progetti di film sviluppati nell’ambito di attività di formazione MEDIA hanno maggiori chances di essere prodotti e circolare oltre i confini nazionali, rispetto ad altri progetti.
Il training, inoltre, rafforza la dimensione europea, grazie ai temi trattati, ai tutor e agli esperti. Ciò porta i partecipanti a sviluppare un approccio transfrontaliero e relazioni di co-produzione a lungo termine, contribuendo così a costruire una vera cultura cinematografica europea.