direttore Paolo Di Maira

TORINO E PIEMONTE/Ritorno al Futuro

Cambio della guardia alla presidenza della Film Commission Torino Piemonte: dallo scorso maggio Paolo Damilano è stato nominato Presidente della Fondazione.
Appassionato di cinema, imprenditore nel settore vinicolo (da quattro generazioni con la Cantina Damilano di Barolo), delle acque minerali (Valmora e Sparea) e dell’agroalimentare di qualità (pastificio Defilippis), con lui ai vertici della FCTP torna un uomo d’impresa.

Presidente, innanzitutto complimenti. Lei è imprenditore dalle molteplici attività: chi gliel’ha fatto fare di prendersi un’ulteriore incombenza come la Film Commission?
Il cinema è una passione, quindi mi ci avvicino con entusiasmo. Non penso sia un’attività tale da allontanarmi dal mio lavoro. Penso invece di poter attivare sinergie riguardanti l’audsiovisivo e la cultura con altri imprenditori, attratti dalla novità oltre che dalla passione per lo spettacolo e il nostro territorio. Marco Boglione, il primo presidente della Film Commission, era un imprenditore: si tratta quindi di un ritorno alle origini. La mia nomina è un piccolo segno di cambiamento: in un momento di crisi l’idea è dimostrare che si può tornare a fare bene con budget ridotti.

La FCTP è stata per anni quella che ha attratto più produzioni sul territorio, imitata e invidiata. Ora altre FC le fanno concorrenza.
Dividiamo la torta con altri. Tuttavia Torino e il Piemonte restano un’ottima piazza per chi vuole produrre, non solo per gli aiuti economici, ma soprattutto per le maestranze che forniamo, dall’altissima professionalità. La FCTP continua a essere all’avanguardia.

Cosa si prefigge di fare, quindi?
L’intento è di rilanciarla. In un momento come questo ottimizzare gli interventi della FC, interpretando la realtà per farla restare un’eccellenza non solo piemontese ma italiana. Vorrei anche portare la conoscenza della Fc nelle case dei cittadini piemontesi, coinvolgendoli ancora più di prima nella nostra attività: visite ai set, concorsi legati alle diverse produzioni…

Prima parlava di budget ridotti: ci saranno dei tagli nei finanziamenti di cui disponete?
Non ho ancora certezza delle cifre e di un loro eventuale decremento: né Regione né Comune hanno detto nulla in merito. So tuttavia per esperienza che la cultura e lo spettacolo sono i settori su cui si punta per primi il dito per effettuarne. Ma altri capitali potrebbero arrivare dagli imprenditori locali attratti dal tax credit.

Prime impressioni?
Ho scoperto nella FC una macchina di grande efficienza, importante per la ricaduta economica che ha sul territorio.
Ne sono stato felicemente colpito. È la dimostrazione che anche le istituzioni pubbliche possono funzionare, avere un impatto vero e positivo.
Intanto sto facendo i primi incontri. Ho preso contatto con quella risorsa di incredibile utilità per il territorio e per la sua conoscenza che è l’associazione dei documentaristi.
Vorrei che stringessero rapporti ravvicinati con le scuole: da un punto di vista didattico sono rilevanti per la conoscenza della nostra società.

Il cineturismo era uno dei punti di forza della FC.
Il cineturismo continua a essere fondamentale. Vorrei viaggiare e incontrare i sindaci delle diverse aree, portarli a collaborare con noi. In questo momento tutte le realtà locali vanno coinvolte. Funzione della FC è anche aiutare tali realtà a fare sistema, proporre progetti costruttivi: se l’idea c’è, si deve passare subito alla sua attuazione.

Si è definito cinefilo appassionato, qual è la sua visione del cinema?
Credo che debba essere evasione e fantasia, ma anche aiutare a riflettere. Essere un motore che aiuti a pensare positivo. Psicologicamente è un atteggiamento importante per uscire dalla crisi.

Prima ha detto dell’importanza di Cannes e dei festival in generale: ha progetti per la Mostra del Cinema di Venezia e per il Torino Film Festival?
Per Venezia stiamo definendo la nostra presenza: poco mondana e molto business oriented. Per quanto riguarda Torino ho già incontrato Paolo Virzì e ci siamo confrontati su qualche idea da mettere in campo. Anche lui ha problemi di budget; ma niente aguzza l’ingegno come la crisi, possono sortirne bellissime opportunità.

 

 

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