E’ stato “Beirut I Love you” di Zena el Khalil e Gigi Roccati il protagonista della quarta edizione del Torino Film Lab Meeting Event, che si è conclusa il 29 novembre scorso.
Con il Premio della Giuria Internazionale (80 mila euro), il premio del Pubblico (30 mila euro) e il Post Production Award ha fatto il pieno, ottenendo tutti i riconoscimenti offerti per Framework, il laboratorio dedicato ai progetti in fase finale di sviluppo.
Questa storia di amicizia e morte nella Beirut devastata dalla guerra del 2006 nasce prima di tutto come un memoir, dal titolo omonimo, che in Italia è stato pubblicato da Donzelli Editore.
E Marta Donzelli, dell’omonima casa editrice, è anche la produttrice del film (in coproduzione con la libanese Batoota) per la Vivo Film, compagnia che nel 2010 ha prodotto “Le Quattro Volte” di Michelangelo Frammartino, altra “˜creatura’ del FilmLab (fu presentato alla prima edizione, nel 2008, dove ottenne un contributo di 150 mila euro).
L’appuntamento di Torino Film Lab è importante per noi. Fin dalla prima edizione ha assicurato una partecipazione internazionale; rappresenta perciò un test significativo”.
E’ orgoglioso del lavoro svolto Alberto Barbera, che ha fondato il Lab assieme a Savina Neirotti ed è membro dell’Advisory Board e della Giuria Internazionale:
“Sono quattro i progetti del 2011 che hanno ottenuto il semaforo verde e quindi il finanziamento del Programma Media della Comunità Europea per il 2012, caso più unico che raro.
Nel giro di 4 anni “” continua Barbera – il Torino Film Lab è cresciuto del 50% . Credo sia giusto sottolinearlo perché non sono tante le iniziative internazionali che il nostro territorio è riuscito ad esprimere negli ultimi anni con risultati così convincenti.”
Il Film Lab è nato infatti con il concorso di più istituzioni piemontesi – Regione, Comune, Film Commission, Torino Film Festival, Museo del Cinema – che, sottolinea Barbera, hanno creduto in “una proposta inedita e unica nel panorama italiano.”
“Purtroppo “” lamenta Paonessa – non è molto considerato dai produttori italiani, eravamo in pochi, e questo, credo sia anche un segnale di come sia poco curioso il cinema italiano di quel che succede nel mondo e nelle altre cinematografie.”
Per la prima volta, quest’anno, la Film Commission e il FIP ( il Fondo piemontese di sostegno all’audiovisivo) hanno partecipato ai due giorni del TFL Meeting Event, a disposizione dei professionisti internazionali interessati a conoscere i loro servizi.
“TFL “” puntualizza Barbera – serve anche per far conoscere le opportunità industriali che il territorio piemontese ha da offrire ai produttori internazionali”.
E i produttori locali?
“In un periodo di potente recessione economica, con conseguenti tagli alla cultura e quindi anche al cinema”, osserva Alessandro Borrelli, produttore con La Sarraz del pluripremiato ” Sette opere di misericordia, ” il Lab si rivela uno strumento di grande utilità per i produttori italiani che potrebbero integrare con il sostegno del TFL il piano finanziario”.
E auspica, Borrelli, che venga maggiormente valorizzata la creatività italiana, attraverso una regolamentazione specifica, come accade in altre iniziative simili europee.