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direttore Paolo Di Maira

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Torino Film Industry: un “luogo sicuro”

“La potenza del 7”, avevamo titolato lo speciale dedicato alle anticipazioni dell’edizione 2024 del Torino Film Industry, che si è concluso la scorsa settimana.

A consuntivo sembra effettivamente che il numero 7 – settima edizione, sette partner, sette giorni etc. – abbia esercitato tutto il suo magico potere per assicurare successo all’evento : oltre 40 eventi tra ptch sessions, panel, workshop, keynote e proiezioni, con 1500 partecipanti ( cresciuti del 50% rispetto ai mille registrati del 2023).

Andando oltre le suggestioni numerologiche e cabalistiche e non contaminati dalla bulimia dei numeri, abbiamo trovato nella manifestazione interessanti spunti per individuare alcune tendenze, in particolare del sistema cinema piemontese.

La prima riflessione è sul consolidarsi della complementarietà dei partner chiave, a partire dalla Film Commission Torino Piemonte, che coordina TFI fin dalla nascita assieme al Museo Nazionale del Cinema, passando attraverso Torino Film Lab, straordinario laboratorio di scrittura e coproduzioni, che del Museo è una “creatura”. Lo stesso Museo che quest’anno sembra aver concentrato sul Torino Film Festival i momenti glamour, con l’assegnazione delle Stelle della Mole alle star presenti, per meglio dedicarsi ai processi di promozione culturale e valorizzazione del proprio patrimonio.

Centrale, dunque, il ruolo di Film Commission Torino Piemonte che fornisce anche la “rete”, l’ambiente ove sviluppare le relazioni. Sullo sfondo c’è l’alleanza con la Fondazione Compagnia di San Paolo, recentemente suggellata da un protocollo d’intesa (dove la Regione Piemonte è il terzo soggetto partecipe e garante) di cui il finanziamento per due anni (2023 e 2024) del Film Tv Development Fund è uno dei frutti; senza dimenticare lo storico e decisivo sostegno della Fondazione al Museo Nazionale del Cinema (sui rapporti tra Fondazione Compagnia delle Opere e il cinema segnaliamo un nostro servizio esclusivo realizzato in occasione della trascorsa edizione del TFI)

Il TFI è la rappresentazione plastica di questo complesso sistema.

In tale scenario la Film Commission ha potuto – quest’anno – ridisegnare il percorso del film, partendo dalla sala cinematografica, con la presentazione agli esercenti di sette film “finiti” realizzati in Piemonte, per approdare al libro ( “Guarda che Storia”, giunta alla sua quarta edizione grazie alla collaborazione con il Salone Internazionale del Libro), passando per il marketing, la produzione e la scrittura. Come a dire: bisogna avere in testa lo spettatore fin dall’inizio del processo creativo.

L’approccio “generalista” (altro indirizzo controcorrente) , non specializzato su un pezzo della filiera, quest’anno è stato più marcato (e se ne sono giovati anche i numeri delle presenze), privilegiando l’inclusività (i cosiddetti beginners nella stessa sala con affermati professionisti) e assicurando un “luogo sicuro” dove confrontarsi, nella consapevolezza di poter “rischiare”.

TFI 2024 ha giocato molto sull’attrattività dei contenuti: oltre al protagonismo delle sale cinematografiche, sono emersi aspetti poco esplorati come il potenziale commerciale del cinema d’archivio, e si è delineata la tendenza, presente nei progetti made in Piemonte, a realizzare film “tratti da storie vere”.

Difficile dare conto di tutti i panel svoltisi durante le sette giornate del TFI; ne abbiamo individuati alcuni, proponendo, di fatto, un punto di vista.

Alla vigilia del 25o anno di vita, Film Commission Torino Piemonte, lanciata nel 2000 come agenzia di attrazione delle produzioni cinematografiche e audiovisive sul terrritorio, sembra essere approdata – nell’istantanea del TFI – al più maturo ruolo di agenzia di sviluppo territoriale.

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