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direttore Paolo Di Maira

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TENDENZE/Le Strategie di Rai e Mediaset

di Adriana Marmiroli


Su una cosa Rai e Mediaset sono assolutamente d’accordo: la fiction di produzione nazionale è strategica.
I palinsesti delle reti principali appaiono infatti sempre più infarciti di serie, miniserie e “” da qualche tempo, poco in realtà  “” tv movie.
In aggiunta, in special modo per il day time o il pre serale, sit-com e soap. Queste ultime, finora appannaggio quasi esclusivo di Mediaset, sono arrivate anche in Rai.
Luca Milano, direttore marketing di Rai Fiction, lo conferma, e i titoli in produzione anche: “Piloti”, “7 vite”, sono gli ultimi in ordine d’arrivo. “Ospedale centrale”, che si dovrebbe iniziare a girare a breve a Milano, è su questa linea.
“Sono tutti esperimenti interessanti per rinnovare il linguaggio”.
Detto questo, le strategie dei due network e le scelte editoriali sono profondamente diverse.
In Rai si continuano a privilegiare le miniserie, anche se la lunga serialità  è in crescita.
A Mediaset ormai da anni si punta su quest’ultima, mentre la miniserie su due serate sta progressivamente scemando per importanza e numeri, tanto da ridursi a cifre residuali “” assicura il nuovo direttore dell’area fiction Giancarlo Scheri “” a tutto vantaggio del tv movie, “più agile come collocazione, più fresco come linguaggio in quanto più cinematografico, utile come possibile pilot per sperimentare personaggi e storie che poi si possono riversare in serie lunghe. E infine più appetibile sul mercato internazionale, dove la pezzatura da due serate è caratteristica quasi solo italiana”.
E cita l’ottimo risultato in questo senso ottenuto dalla coppia Ferilli-Bisio in “Due imbroglioni e mezzo”: la serie è allo studio, mentre la Ferilli in chiave leggera dopo tanti drammi e melodrammi torna nella serie da sei puntate di “Anna e i cinque”, che la vede nei panni di una specie di Mary Poppins dalla doppia vita: stripteaseuse la notte, “super tata” di giorno.
Mentre l’ideazione di una commedia romantica “alla Notting Hill” è stata affidata a Muccino. “A nomi di richiamo internazionale come il suo intendiamo rivolgerci sempre di più per proporre progetti di respiro più ampio, sia nell’ideazione sia nel cast”.
Già  pronto è anche un “Dr. Clown”, con Gerry Scotti, su un medico alla Patch Adams.
Un discorso di ottimizzazione dei costi e di fidelizzazione ha indotto il gruppo a puntare sulla lunga serialità .
Per il futuro restano certamente le produzioni già  approvare (come “Il presidente: Aldo Moro”, “L’ultimo padrino”) e avviate. “E poi lo spazio editoriale che definirei dell’impegno sociale, tipo l’imminente “˜Basaglia’”.
Tanti i titoli nuovi di cui è stata approvata la realizzazione e che vedremo nelle prossime stagioni: polizieschi – sul nucleo ecologico dei carabinieri, sui “Servizi segreti” con Raoul Bova, sulla “Squadra antimafia” “” e ospedalieri “” “Crimini bianchi” sulla malasanità , “Hospital” da un format francese. Per non citare che gli “inediti”.
La lunga serialità  comunque ha ormai convinto anche in Rai: nella passata stagione titoli come “Gente di mare”, “Capri” e “Raccontami” hanno funzionato benissimo.
E i numeri due sono già  in cantiere (“Gente di mare 2” è addirittura già  andato in onda).
Tra gli altri in produzione o ormai quasi finiti si va dal sentimentale “Questo amore”, all’ospedaliero “Ospedale centrale”, allo storico “Roma 2” (anche se si tratta di produzione Usa è cofinanziato dalla Rai), dalla commedia gialla “Due cuori e un delitto”, spin-off di “Una famiglia in giallo”, all’immarcescibile “Don Matteo 6”.
Mentre cambierà  quasi completamente pelle “La squadra”: la nona stagione, le cui riprese iniziano a novembre, sarà  di totale mutazione, con episodi da 50 minuti, cast rinnovato, più risorse economiche e più scene d’azione.
Ci sono poi alcune serie di media durata “” quattro o sei puntate -, che pare essere la lunghezza preferita per un certo tipo di fiction poliziesca: “Nebbie e delitti 2”, “Ho sposato uno sbirro”, ” Mamma detective”, “Zodiaco” e “Un caso di coscienza 3”.
Anche qui, quindi, sequel e nuovi titoli.
Molto più sfumato il discorso sull’utilizzazione del tv movie da circa 100 minuti.
“Ci siamo sempre trovati bene con il film in due serate. Questo resta il nostro formato principe”, insiste Luca Milano.
Che comunque ammette che anche la Rai sta producendo fi m tv a puntata unica.
“In genere sono opere in cui affrontiamo temi sociali forti, come “Il figlio della luna” sullo scienziato italiano affetto da tetraplegia spastica, o “Briciole” sull’anoressia. Oppure sono quelli che formano le cosiddette “˜collane’. Tipo “Montalbano”, o “Crimini”.
In preparazione abbiamo la serie “Il commissario De Luca”, 4 storie indipendenti ma con lo stesso protagonista, ambientate negli anni tra fascismo e dopoguerra, o altre indagini dell'”Ispettore Coliandro”.
Dal punto di vista dell’attenzione al mercato internazionale, in Rai si pensa che sia comunque la miniserie, meglio se in costume e legata a fatti e personaggi storici, quella di maggiore appeal.
“Guerra e pace” e “Caravaggio” in questo senso non hanno ancora completato la loro vita nei mercati.
A loro si affiancano altri titoli prestigiosi, dalla forte connotazione cinematografica: “I Vicerè” (come “Caravaggio”, con una doppia vita: su grande e piccolo schermo) diretto da Roberto Faenza dal romanzo di De Roberto, “Sangue pazzo” di Marco Tullio Giordana, la biografia su “Einstein” di Liliana Cavani, “Rebecca la prima moglie” di Riccardo Milani dal romanzo di Daphne du Maurier che ispirò anche Hitchcock.
Insomma il listino di Rai Trade per i mercati internazionali dovrebbe presentarsi per il futuro piuttosto ben fornito.


Cinema&Video International              n. 10-11  Ottobre/Novembre 2007

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