We want Cinema, ovvero il Cinema on Demand. Ovvero una via per dare allo spettatore anche un altro potere: quello della programmazione delle sale, sperando di invertire la tendenza che le rende sempre meno popolari e popolate.
Ne abbiamo parlato con Marieke Jonker, la creatrice di questa piattaforma online dove sono gli utenti, i brand, o le associazioni, a creare il loro evento cinematografico, scegliendo il film, la sala e l’orario di proiezione.
Video on demand, social networks, accesso continuo alla rete, moltiplicazione degli schermi e delle possibilità di visione: sembra evidente il nesso fra questi fenomeni, (che trasformano lo spettatore in consumatore di entertainment individualista, sempre meno parte di una comunità sociale di fruizione condivisa), e la progressiva chiusura o lo spopolamento di molte sale.
“We want Cinema” prova a ribaltare questa logica puntando proprio sull’intraprendenza dello spettatore e sui social network. Partendo dal concetto dell’Event-Based- Cinema.
Spiega Jonker: “We Want Cinema è un servizio in più per il pubblico, per le sale e per i filmmakers. Abbiamo un catalogo di circa 2000 titoli, che spazia dai prodotti delle majors agli indipendenti. In Germania, dove abbiamo appena iniziato, ce ne sono circa 1100. Noi non acquistiamo i diritti, ma abbiamo un mandato dai distributori (o dai filmmakers nel caso di film che non abbiano distribuzione) che ci permette di organizzare proiezioni sulla base di un minimo garantito. Se un utente è interessato a vedere un certo film può creare un evento sul sito, proponendo una sala ed un orario. L’esercente chiaramente deve dare il suo benestare.”
Non è quindi un servizio da ‘week-end’: “E’ chiaro che una sala difficilmente concederà un venerdì, sarà invece molto interessata a riempire gli spazi più difficili, come i giorni infrasettimanali, le mattine o i pomeriggi. – Continua Jonker.- Chi è interessato alla pro- posta acquista il film, ed il prezzo di solito è fisso (in Olanda 8,75, in Germania 7,5), anche se ci possono essere delle variazioni a seconda dei giorni. C’è un minimo di persone richiesto, e se viene raggiunto, l’evento si tiene.”
Il calcolo è presto fatto: la sala e il detentore dei diritti devono ricavare almeno 100 euro ciascuno, e la piattaforma 35. Basta dividere la somma di queste cifre per il costo del biglietto per ottenere il numero minimo di spettatori necessario. In questo caso, considerato un biglietto da 8,75 euro, sarebbero sufficienti 25 persone. Se si supera questo numero, i ricavi sono poi suddivisi per tre.
I numeri sono piccoli ma interessanti: in Olanda, dove è nato il progetto, aderiscono 22 sale, e il ritmo è di 15 eventi al mese, a Berlino ci sono 30 sale, in Svizzera, dove è appena approdato, una quindicina. “E stiamo trattando per espanderci ad altri paesi. Le persone dopo aver partecipato ad un evento di solito sono entusiaste, anche perché possono sbizzarrirsi con la fantasia, e magari chiedere a tutti i partecipanti di vestirsi come i protagonisti del film. Ci sono poi anche organizzazioni benefiche interessate a organizzare proiezioni e dibattiti. Ci sono voluti sette, otto anni perché la gente iniziasse a usare il video on demand, quindi ci vorrà un po’ di tempo prima che capiscano il cinema on demand, ma siamo fiduciosi”, dice Jonker, e conclude:
“Siamo anche aperti ai suggerimenti di film da parte degli utenti: se c’è un interesse ci mettiamo in contatto con chi detiene i diritti. Chiunque sia in grado di fornirci un DCP può stare sulla nostra piattaforma, l’importante è che si tratti di opere di professionisti, non vogliamo essere un nuovo Youtube.