Qualità , cura dello spettatore e della sua esperienza visiva: l’Astor Cinema di Berlino sembra voler ricreare quella che Norman Forster ha definito la Golden Age dei Cinema, quando, guardando lo schermo, si poteva ancora dire “bigger than life”.
Quando “il manager accoglieva ogni volta gli spettatori sulla porta vestito da sera” , ricorda l’archistar.
Che sia il lusso oggi la chiave per restituire al cinema la sua dimensione sociale?
In effetti la scommessa dell’Astor sta proprio nella qualità del servizio, e punta a trasformare il film in evento, coccolando lo spettatore all’interno di una dimensione magica, di sospensione festiva.
Un servizio di parcheggio personale per i clienti, un maggiordomo alla porta, guardaroba gratuito, e nessuna coda alle casse.
Un cocktail di benvenuto nel foyer e la possibilità diessere ulteriormente serviti (vino o fingerfood) sulle poltrone, dotate di schienali in pelle, reclinabili, e della possibilità di stendere le gambe, proprio come sul divano di casa (la distanza fra le file è di 1,70 metri, davanti a uno schermo che si sostituisce alla quarta parete).
Sono questi i privilegi, che richiedono uno staff di 22 persone e dei prezzi decisamente superiori alla media.
Spiega H.-J. Flebbe, General manager di Premium Entertainment, la società che gestisce l’Astor:
” Il prezzo medio per i biglietti è di 14.5 euro: si va dai 10 euro per i bambini ai 18 euro per il separé, una parte speciale della sala, dove ci sono solo 8 posti e puoi sederti con la tua famiglia.”
Lo spettatore-tipo dell’Astor ha più di 30 anni ed è disposto a spendere 5, 6 euro in più a fronte del trattamento speciale.
I dati commerciali che H.-J. Flebbe fornisce ci indicano che non sono in pochi a pensarla così:
“Da quando abbiamo aperto nel 2008 le cifre sono in crescita.
Siamo vicini ai 100.000 biglietti annui: rispetto al 2009, quest’anno c’è stata una crescita del 6% degli spettatori e il 15% di turn over (abbiamo aumentato il prezzo rispetto all’anno scorso).”
L’Astor non è solo un cinema, ma anche un contenitore di eventi: fashion shows, presentazioni di libri, di dischi, conventions, conferenze stampa.
Durante la Berlinale, inoltre, il cinema ospita le proiezioni in 3d riservate ai buyers e ai giornalisti.
L’esercizio cinematografico resta comunque il suo core business, precisa Flebbe: “L’affitto della sala assicura il 20% degli introiti, il resto viene dalle proiezioni, e di questo 80% un terzo è garantito dagli acquisti del bar.” (C.M.)