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direttore Paolo Di Maira

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TEMPO DI BILANCI

Alla vigilia della 40° edizione delle Giornate Professionali di Cinema è tempo di bilanci: negativi per l’affluenza del pubblico nei cinema, positivi per le attese suscitate dalla nuova Legge Cinema.
Nel periodo 1 gennaio-19 novembre 2017 si sono incassati (campione Cinetel) 499,2 M€, meno 13,59% rispetto all’analogo periodo 2016 (-8,20% rispetto al 2015). Si sono venduti 79,5 milioni di biglietti, meno 13,44% rispetto al 2016 (-6,76% rispetto al 2015).

Ancora più preoccupanti i dati sulla quota di mercato del cinema italiano -16,14%, poco più della metà della quota registrata lo scorso anno, circa il 29%.
Nel decremento si sconta l’assenza di un film come “Quo Vado?”, i cui incassi, da soli, rappresentarono, nel 2016, quasi la metà della quota di pubblico conquistata dal cinema italiano, ma anche di un film come “Perfetti sconosciuti”, che con un incasso di 17 milioni di euro portò al cinema 2 milioni e mezzo di spettatori.

Indubbiamente, come viene spesso ripetuto, il prodotto conta, i film fanno la differenza. L’anno che si sta chiudendo non ha certo brillato per proposte allettanti, in grado di attirare lo spettatore. Forse solo in quest’ultimo scorcio dell’anno stanno venendo fuori titoli e iniziative di una certa originalità, da un film come “The Place”, che ha fatto tornare il cinema italiano in vetta alle classifiche settimanali, al successo di “Gomorra – la serie”, fatto uscire in sala per due giorni alla vigilia del suo debutto su Sky Atlantic HD.

Ma non è soltanto un problema di prodotto.
Nell’intervista pubblicata, Luigi Cuciniello, nel tracciare un bilancio dei suoi tre anni di presidenza all’ANEC, punta il dito contro un sistema del mercato theatrical “sempre più folle e schizofrenico”, dove la distribuzione “non programma i suoi titoli in maniera adeguata durante l’arco dell’anno”, ma li concentra in alcuni periodi (quello delle festività natalizie in particolare), lasciando a secco le sale nel periodo estivo.
A questo noi aggiungiamo l’assenza di strategie di promozione del cinema in sala, o, quando la promozione c’è stata, la sua inefficacia. Esemplare è Cinema2day, iniziativa che non solo non ha portato più gente al cinema, ma è stata addirittura travolta dall’emorragia di spettatori a cavallo del 2016/2017. La lezione: il cinema in sala non si valorizza con un messaggio da supermercato (mercoledì al cinema con 2 euro).
Sarebbe, in futuro, più utile concentrarsi sulla fascia giovanile degli spettatori anche, ma non solo, con la leva del prezzo scontato: educare infatti alla visione di un film è la premessa necessaria di un’efficace azione promozionale.
In questo ambito qualche passo avanti si sta facendo con l’inserimento, nella Legge detta “buona scuola”, del cinema tra gli obiettivi prioritari nei piani formativi scolastici (segnalo, a questo proposito, un’interessante progetto di cui diamo conto, di cui Agis è capo fila).
E siamo ad un’altra, e, per il settore, più importante Legge, quella sul cinema, ora che ci sono anche i decreti attuativi. C’è molta attesa, nell’esercizio, sui suoi effetti, perché le misure in essa contenute mirano a correggere le storture di cui soffre il settore.
Rimandando, per una più approfondita e dettagliata conoscenza dell’argomento, all’intervento di Maria Giuseppina Troccoli e Bruno Zambardino, va riconosciuto al legislatore il merito di aver affermato, nello spirito della Legge, un principio sacrosanto: il valore culturale della fruizione del cinema in sala, da cui conseguono una serie di misure di sostegno a piccole realtà imprenditoriali, quelle, per esempio, dei cinema di città, che, diversamente, non riuscirebbero a sopravvivere in un’economia di mercato.

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