New Cinema Network, il workshop Internazionale di Progetti, ha contato circa 280 professionisti del settore – di cui 140 produttori internazionali e 20 registi – provenienti da oltre 30 paesi e ha organizzato più di 900 meetings in tre giorni per i suoi 20 progetti selezionati.
Qualche numero, anche se non ufficiale, è stato fornito per The Business Street: 700 gli accreditati (820 nello scorso anno), con un calo che ha interessato prevalentemente gli operatori stranieri ( da 350 a 300). Sul dato ha inciso il minor numero di invitati (quest’anno 150 contro 190 dello scorso anno), che ha influito sulla diminuzione dei buyers (da 260 a 190), mentre si è mantenuta sostanzialmente stabile l’affluenza dei venditori (90 contro 92). 110 le proiezioni (140 nel 2011), ma in aumento le anteprime di mercato (da 32 a 42)
Cinema & Video International ha provato a leggere dentro i numeri, raccogliendo i commenti dei partecipanti nei giorni di The Business Street,
Andrew Orr, manging director della società di vendite britannica Independent Film Company , aveva due film in concorso, “A Glimpse inside the mind of Charles Swan” di Roman Coppola e “Motel Life”, quest’ultimo tra i più applaudititi al Festival. “L’ organizzazione era impeccabile, con un magnifico Red Carpet”, ha detto Orr, “preferirei che ci fosse meno separazione fra The Business Street e il festival, perché vorrei che i buyers andassero alle proiezioni per il pubblico, o per lo meno per la stampa, per vedere la reazione degli spettatori”.
E’, questa, un’esigenza avvertita anche da altri sellers, come Alice Damiani, di Doc & Film , in concorso con “You me and us”: “Sarebbe utile che i buyers fossero presenti. Molti ci hanno detto che avrebbero voluto partecipare allo screening ufficiale del festival, alla presenza del regista e del cast”.
E infatti: “E’ un peccato che il festival sia così lontano dal mercato: a volte gli orari degli screenings non sono favorevoli per noi, ma andare fino all’Auditorium è faticoso”, lamenta Elizabeth Dreyer, buyer della statunitense Orange Entertainment, per la prima volta al Mercato di Roma, la quale però giudica interessante “l’esperimento” di spostarsi dopo l’American Film Market, “perché è l’ultima occasione di business prima di Berlino”.
Sulle nuove date di The Business Street i commenti sembrano essere per la maggior parte positivi. “TBS è importante per rincontrare tutte quelle persone che abbiamo visto due settimane fa all’American Film Market, e anche quelle che a Los Angeles non sono potute andare.
E’ un appuntamento importante per iniziare a discutere dei nuovi progetti del 2013, in vista di Berlino e di Cannes”: lo sottolinea Dirk Schuerhoff, seller della tedesca Beta Film; che è in buona compagnia: con il buyer ungherese Péter Bognár di CinefilCo (“Questo è “l’ultimo” mercato dell’anno, che ci dà l’occasione di vedere quello che abbiamo perso a Venezia a Toronto o a San Sebastian, ed è importante che le date siano state spostate in avanti, proprio perché ci sia più respiro, più distanza da questi mercati”), con il coreano Bruce Lee che non ha esitazioni: “Lo spostamento di date è un sollievo per noi, perché prima dell’AFM si accavallano tanti festival, e inoltre ci dobbiamo preparare per Los Angeles; in questo modo invece ci possiamo concentrare meglio sui film” . E infatti Bruce Lee a Roma ha acquistato “Bullet to the Head”, il film con Stallone; “all’AFM me l’ero perso”.
Per Alexandra Burke di Levelk ( seller, Danimarca), “TBS è importante per incontrare tutti i distributori europei che non sono andati all’AFM e per prepararci per i film che si proietteranno a Berlino”.
Ma c’è chi sulle date è perplesso : “All’inizio ero preoccupata che non ci fosse nessuno a causa del cambiamento delle date – confessa Nelleke Driessen, managing director della società di vendite olandese Fortissimo Film – invece i buyers ci sono, anche se in molti ci dicono che per loro è stato molto stancante il fatto che TBS fosse così a ridosso dell’AFM”.
E chi boccia la scelta:”non è stato per niente utile lo spostamento delle date dopo l’AFM”, taglia corto Daniel Treichler, buyer della svizzera Frenetic, “perché abbiamo già fatto tutte le nostre acquisizioni e speso i soldi. Le proiezioni al Barberini sono piuttosto comode, ma andare all’Auditorium è troppo complicato”.
La questione logistica torna nelle parole del buyer di Smile Entertainment (Danimarca) Timo T. Lahtinen: “Mi è sembrato che il festival fosse più integrato con il mercato quest’anno, forse perché sono riuscito finalmente ad andare all’Auditorium, e ho visto per la prima volta in sala “A Glimpse inside the mind of Charles Swan”il film che avevamo comprato a Cannes prima che fosse completato”. Lahtinen è un po’dispiaciuto che le notti offerte dall’organizzazione si siano ridotte da 4 a 2, mentre molto dispiaciuto è Kamran Sardar Khan (buyer, Camino Filmverleih,Germania): “Ho scelto di pagare due notti extra di tasca mia, perché altrimenti sarebbe stato impossibile organizzare i meeting e andare agli screenings. Per fortuna alcuni sellers italiani ci avevano dato la possibilità di vedere qualche film prima dell’inizio di TBS, e questo ci ha aiutato molto”.
Gli italiani: come hanno giudicato questa edizione del Mercato? “TBS si conferma un momento di incontro interessante che però non chiamerei mercato”, raffredda Paola Corvino di Intramovies e presidente dell’associazione nazionale degli esportatori UNEFA.
Rincara: “Lo slittamento in avanti delle date gli ha tagliato le gambe. Molti dei nostri clienti ci hanno comunicato che non sarebbero venuti, anche perché avevano già visto i film in selezione (magari attraverso screenings privati che a volte il venditore decide di fare per determinati clienti).
Quindi si è registrata una presenza più contenuta, oltre a un forte ridimensionamento del numero delle sale e del numero dei film presentati. Forse c’è stato un po’ più d’interesse per quei film al mercato che erano anche in selezione, ma in generale la presenza alle proiezioni è stata scarsa”.
Una veterana dei mercati internazionali, Adriana Chiesa, articola il giudizio critico: “ proprio perché la situazione è così difficile, non si può improvvisare un mercato, i clienti hanno bisogno di sapere che c’è una continuità, quindi la macchina organizzativa deve essere messa in moto per tempo. l’AFM non è un concorrente di TBS,che avrebbe tutte le carte in regola per essere un mercato europeo, abbiamo avuto la nostra chance 3 anni fa, quando l’AFM era in decadenza, ma è necessario che le istituzioni ci credano e si dotino di altre logiche e altre tempistiche”.