Su 258 milioni di euro investiti per finanziare 132 film interamente a capitale italiano, solo l’8% proviene da contributi statali diretti ( 5% per i lungometraggi d’interesse culturale nazionale, e 3% per le opere prime e seconde). Sono, questi, alcuni dei numeri contenuti nella presentazione dei dati per il cinema italiano nel 2011 svoltasi il 19 aprile a Roma, nella sede dell’ANICA.
La ricerca, realizzata dall’Ufficio Studi ANICA e DG Cinema su dati del MIBAC, segnala un nuovo protagonista sulla scena audiovisiva italiana, il tax credit: sia interno, cioè utilizzato dalle aziende audiovisive, che esterno, composto cioè da capitali extrasettore.
Promettente la performance del tax credit esterno: 25,22 milioni di euro, pari a una quota dell’8% dei capitali italiani impiegati. La ricerca ci offre inoltre una mappa dell’impiego del Tax credit esterno per settori di attività ( in testa le attività finanziarie e assicurative con il 46%), e per regione di provenienza delle aziende coinvolte (il Piemonte con il 36% precede il Lazio con il 26%).
Se per conoscere tutti i numeri della ricerca bisogna andare sul sito ANICA ( www.anica.it), per approfondire la novità dell’apporto dei capitali esterni al cinema e dei meccanismi che ne regolano il funzionamento, si può andare in libreria, dove è in uscita il volume “Investire nel cinema – Economia, finanza, fiscalità del settore audiovisivo” (Il Sole 24 Ore Libri), scritto da Alberto Pasquale, docente di Organizzazione ed economia aziendale dello spettacolo all’Università Sapienza di Roma e collaboratore di Cinema & Video International.
Nel volume si sottolineano i vantaggi degli investimenti favoriti dal tax credit esterno, che, oltre al credito d’imposta pari al 40%, possono tradursi non solo in potenziali guadagni, ma anche in ritorni di immagine per la propria impresa e per il territorio nel quale essa opera. In tal senso la nuova modalità di finanziamento – segnala Pasquale – si affianca alla sempre più estesa diffusione, presso gli enti locali (Regioni, in particolare), delle Film Commission, e dei Film Fund, la cui mission consiste appunto nell’attrarre produzioni cinematografiche sulla loro area di competenza