di Alberto Pasquale
Il lento percorso dell’introduzione in Italia delle misure fiscali a favore del cinema, previste dalla Finanziaria 2008 per il triennio 2008-2010, continua la sua strada.
E’ del 2 settembre 2009 la pubblicazione sul sito del Ministero per i Beni e le attività Culturali (MiBAC) dei moduli relativi al tax credit.
E’ un percorso lento e ancora incompleto.
Una parte del ritardo è dovuta allo stesso governo italiano, che nell’estate del 2008 aveva abrogato le misure incentivanti, poi recuperate, mentre le ulteriori lungaggini vanno ascritte alla sua approvazione da parte della Commissione Europea.
In realtà , Bruxelles deve vigilare sulla corretta applicazione dei trattati e necessita, pertanto, di chiarimenti a più riprese i quali, inevitabilmente, richiedono tempo.
Il via libera della Commissione Europea è collegato al fatto che qui si tratta di una deroga al divieto agli “aiuti di stato” (che, come è noto, producono distorsioni alla dinamica competitiva), per ottenere la quale, nella fattispecie, si invocano i requisiti “culturali” delle produzioni cinematografiche.
Tali requisiti vengono decisi dalle autorità nazionali, ma devono essere “verificabili” da parte della Commissione Europea.
Ricordiamo al lettore che inizialmente gli incentivi fiscali erano organizzati come segue:
1. Due misure, di impianto completamente diverso: credito d’imposta (tax credit) e detassazione di utili (tax shelter, o scudo fiscale);
2. Due principali categorie di beneficiari: soggetti “interni” alla filiera cinematografica e soggetti “esterni”;
3. All’interno della filiera, diversi soggetti interessati:
a. Produttori cinematografici (tra questi, anche i “produttori associati” e i “produttori esecutivi”);
b. Distributori cinematografici (nella doppia veste di produttori di film e di distributori veri e propri);
c. Esercenti cinematografici (anch’essi nella doppia veste di produttori e di esercenti “puri”);
d. Imprese di post-produzione; e. Imprese di produzione estera;
4. Diverse tipologie di film:
a. Opere cinematografiche di nazionalità italiana;
b. Opere cinematografiche di interesse culturale;
c. Film difficili;
d. Film con risorse finanziarie modeste;
e. Opere cinematografiche italiane o UE inserite nelle selezioni ufficiali di festival e rassegne cinematografiche di rilievo nazionale e internazionale (solo per il tax shelter);
5. Diversi generi di film:
a. Lungometraggi;
b. Documentari;
c. Film d’animazione;
d. Opere prime e seconde;
e. Cortometraggi.
LE DUE MISURE ATTIVE:DETASSAZIONE DI UTILI E CREDITI D’IMPOSTA PER LE IMPRESE CINEMATOGRAFICHE
Al momento sono stati emanati solo due “disposizioni applicative”, con decreto MiBAC del 7 maggio 2009: quella relativa alla detassazione di utili per le imprese di produzione cinematografica e quella relativa ai crediti d’imposta per le imprese di produzione cinematografica, di produzione esecutiva e di post-produzione. Mancano dunque all’appello le misure relative alle altre due categorie della filiera (distributori ed esercenti) e, soprattutto, agli investitori “esterni”.
La buona notizia è che Bruxelles ha approvato, il 22 luglio 2009, anche il restante pacchetto di misure, e cioè:
▶ Credito d’imposta e detassazione degli utili a favore delle imprese esterne;
▶ Credito d’imposta a favore dei distributori e degli esercenti che investono in produzione;
▶ Credito d’imposta in favore delle distribuzioni in relazione alle spese di distribuzione.
Prima che anche queste misure diventino operative, bisognerà aspettare ulteriori passaggi, e cioè la registrazione presso la Corte dei Conti, la pubblicazione delle “disposizioni applicative” in Gazzetta Ufficiale e la pubblicazione della modulistica.
Per quanto riguarda un ultimo (ma non meno importante) tassello delle misure fiscali originariamente previste, ovvero un credito d’imposta del 30% a favore dell’esercizio per i proiettori digitali, bisognerà attendere gli esiti di un’indagine formale, anche se viene ipotizzato dal MiBAC il ricorso al regime “de minimis”, che consente aiuti di stato di piccola entità (in un triennio fino a 500.000 euro per impresa e, nella fattispecie, fino a 50.000 per schermo) senza preventiva notifica a Bruxelles.
Lo stanziamento previsto per gli incentivi è pari a 12 milioni di euro nel 2008, 45 milioni nel 2009 e 47 milioni nel 2010.
Lo stanziamento totale ammonta pertanto a 104 milioni di euro.
Per il tax credit la misura si applica, retroattivamente, per i film iniziati a partire dall’ 1 giugno 2008.
LA MODULISTICA PER LE MISURE DI TAX CREDIT
Venendo alle misure già attive, va subito detto che l’attenzione degli operatori si è rivolta unicamente al tax credit.
Si tratta per i produttori di un risparmio del 15% sui costi di produzione con un tetto annuo di 3,5 milioni di euro a impresa, mentre per i produttori esecutivi e le industrie tecniche, i valori sono 25% e 5 milioni.
Il tax shelter (per il quale non è ancora stata pubblicata la modulistica) è di fatto relegato ad un ruolo marginale per diversi motivi, tra i quali la sua difficile applicabilità in contesti (come la produzione cinematografica) che raramente presentano utili significativi (il presupposto per l’utilizzo del tax shelter è la presenza di utili) e l’ammontare “chiuso” di fondi a disposizione (c’è un importo definito che va utilizzato ad esaurimento, in ordine cronologico).
Per le misure di tax credit approvate, come si è detto, sono stati invece pubblicati gli appositi moduli da parte del MiBAC.
La prima (ma anche la seconda) impressione che si ha, di fronte a questa innovazione, è il gran numero di documenti e di informazioni da fornire.
Oltre alla consueta documentazione per il MiBAC, i produttori devono presentare una “Dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà ” all’Agenzia delle entrate, poi una “Comunicazione” al MiBAC e,successivamente, una “Istanza” allo stesso MiBAC.
Sia la Comunicazione che l’Istanza sono composte da 14 quadri ciascuna (per lo più gli stessi quadri, nel primo caso come preventivi e nel secondo come consuntivi).
Tra questi, lo dico per gli sceneggiatori che volessero inserirlo in qualche commedia, la “Dichiarazione Deggendorf ” (lascio ai lettori scoprire di cosa si tratta).
I CRITERI DI “CULTURALITA'”
Si tenga presente che il meccanismo di funzionamento del tax credit non è di immediata comprensione e va comunque a beneficiare opere cinematografiche pesantemente condizionate nei contenuti “culturali”. Si delinea il favore per una produzione caratterizzata da confini alquanto ristretti: i requisiti richiesti alle opere devono infatti riportare dei voti minimi in “pagelle” piene di punteggi suddivisi in varie categorie. Queste modalità non consentirebbero (o forse consentirebbero a fatica) la realizzazione di film con un buon potenziale per l’esportazione. Si tratta di una vera e propria gabbia culturale.
Questa, come sappiamo, è richiesta dall’UE, ma i criteri di “culturalità ” (che comunque devono essere, come abbiamo già detto, “verificabili”) sono stati proposti dall’Italia.
Si richiedono allora ai produttori «soggetti tratti da opere letterarie o teatrali italiane o europee».
Evidentemente una buona sceneggiatura originale italiana non andrebbe bene.
Non avrebbero avuto nessun punto in questa sezione della pagella grandi film italiani del passato, da “Il sorpasso” a “I soliti ignoti”, a “L’armata Brancaleone”.
E l’onirico Federico Fellini avrebbe avuto meno voti di Luchino Visconti, che partiva prevalentemente da opere letterarie.
Oggi “Gomorra” avrebbe avuto in questa sezione più punti de “Il Divo” che, però, avrebbe avuto un punteggio dove si richiedono «soggetti a tematica storica, leggendaria, religiosa, sociale, artistica o culturale italiana o europea»: quindi i film western di Sergio Leone, con Clint Eastwood, avrebbero avuto delle difficoltà .
Si richiedono «soggetto o sceneggiatura riguardanti una personalità /carattere italiano o europeo di rilevanza storica, religiosa, sociale, artistica o culturale italiana o europea».
Rilevanza religiosa solo cristiana? Cattolica? Nessun “Piccolo Buddha” di Bertolucci? Nessun film su Gandhi, su Obama o sul fallimento Madoff? Per un documentario sul capitalismo come quello di Michael Moore non ci sarebbe stato tax credit.
I film di genere (horror, azione, fantascienza, ecc.), già quasi scomparsi dai nostri schermi, avrebbero scarse possibilità .
Sarebbero film “commerciali”, non “culturali”.
Potrebbero comunque essere prodotti, confrontandosi con il mercato. Ma non avrebbero nessun incentivo.
Nei requisiti per il cinema d’animazione si danno 8 punti ai film con «soggetto/sceneggiatura particolarmente appropriato per bambini e giovani».
In Italia si continua a pensare a questa tecnica solo in relazione all’infanzia.
Perché? Film come “Valzer con Bashir” e “Persepolis” non verrebbero incoraggiati.
Per certe categorie di film, una parte dei punteggi è “discrezionale” e pertanto sarà la solita commissione ministeriale a decidere chi potrà godere dei benefici e chi no.
Da questo punto di vista nulla cambia purtroppo rispetto al passato e, in ogni caso, il totale degli aiuti, inclusi quelli derivanti da altri fondi statali e dai fondi regionali, non può superare il 50% del costo del film (80% per i film “difficili”).
Inoltre, il sistema a punteggi prevede un valore minimo a seconda delle categorie di film.
Non si parla di graduatorie.
Oppure verranno introdotte premiando i film più “culturali”?
L’ASSISTENZA DI ANICA
Un’ultima notazione.
La difficoltà di comprensione e di utilizzo delle norme in questione ha portato l’ANICA ad aprire un apposito sportello, finanziato con fondi del MiBAC (165.000 euro assegnati nel 2008) e curato, tra gli altri, dai tecnici che hanno preparato le norme in vigore.
Oltre allo sportello ANICA, è stato attivato un servizio di assisttenza da parte di ANICA Servizi.
Quest’ultimo servizio non è gratuito.
Vi è da pagare ad ANICA Servizi una “commissione d’entrata” ed un’altra commissione in percentuale, a seconda degli importi in gioco e pagabile solo al buon fine dell’operazione.
Ovviamente il ricorso a questo servizio non è né obbligatorio, né esclusivo.
Il MiBAC accoglierà tutte le richieste presentate nei termini di legge.
IL TAX CREDIT AGLI STATI GENERALI
Dal 20 al 22 ottobre per la seconda volta il Festival Internazionale del Film di Roma ospiterà gli Stati generali del Cinema Italiano, (ore 9-13, 30 Auditorium, Teatro Studio, Roma).
Tre giornate, articolate in tre workshop.
Il 20 si parlerà di Promozione del cinema italiano, nelle sale italiane e all’estero.
Ci sarà anche un dibattito sul FUS.
Il 21 è la volta della Rivoluzione del cinema digitale in sala.
Il 22 ottobre il tema sarà Il cinema delle Regioni, preceduto da una speciale sessione sulle nuove misure relative al Tax credit e al Tax shelter