direttore Paolo Di Maira

TAX CREDIT: pubblicati i Decreti Correttivi. 2 webinar di Obiettivo Cinema

Il 6 Giugno 2025 sono stati pubblicati i nuovi Decreti Correttivi al Tax Credit Cinema, che portano con sé cambiamenti importanti per chi produce, distribuisce e finanzia opere audiovisive in Italia


Di seguito, i link a due webinar tenuti nelle scorse settimane da Emanuele Caruso di Obiettivo Cinema, produttore ed esperto di Tax Credit.

Nel primo, si parla appunto dei decreti correttivi, intervenuti sui punti oggetto dei ricorsi presentati dai produttori al TAR, e discussi il 27 maggio

Fra le principali novità:

L’eliminazione dell’articolo che poneva l’obbligo del contratto con una delle 20 società di distribuzione cinematografica cosiddette primarie (il criterio era la base degli incassi fatturati, che però, nel caso dei distributori statunitensi, riguardano molte opere  che nulla hanno a che vedere con la produzione italiana) L’elenco di queste 20 società, fra l’altro, non è stato mai pubblicato, sottolinea Caruso.

La riduzione dell’obbligo di circuitazione dei film e il numero di sale in cui operare questa distribuzione. Un aiuto che in realtà è un “non aiuto” per le opere con un costo inferiore a 3,5 milioni di euro, secondo Caruso. Infatti, se resta l’obbligo di un piano di promozione con investimento non inferiore a 90 mila euro, il minimo di proiezioni necessarie scende da 980 a 300 proiezioni; la finestra temporale si contrae da 4 a 2 settimane, e il numero di sale necessarie da 70 a 50: “dimezzando i tempi, speravamo almeno nella metà delle sale, come minimo. E con questi requisiti i produttori più piccoli sono di fatto costretti ad uscire d’estate, perché altrimenti sarebbe necessario un budget di promozione molto più elevato.” Il vero problema, insiste Caruso, è “la non regolazione della fase distributiva, il vero punto critico del cinema italiano.”

La sparizione della distinzione fra origine pubblica e privata della copertura del 40% dell’opera, prerequisito necessario per richiedere il contributo del tax credit. 

A far chiarezza sui contenuti dei ricorsi al TAR, è anche l’avvocato Christian Collovà che rappresenta uno dei 2 studi legali (LegalInternational) che ha seguito due filoni di ricorsi al TAR, in questo secondo webinar, dedicato alle fake news che circolano sul cinema italiano, in particolare modo sui numeri reali del Fondo Cinema e Audiovisivo in Italia.
Collovà spiega in maniera molto chiara il principio di eccezione culturale, che non a caso è stato inventato dai francesi (il webinar dedica anche spazio alla comparazione fra il sistema francese, dove il Fondo del CNC, del valore di 1,5 miliardi è indipendente dalla politica, mentre il FUS italiano, che non arriva neanche a 700 milioni, è iscritto nella legge di bilancio e dunque può essere soggetto a ridimensionamenti discrezionali).
Il principio d’eccezione culturale tutela l’investimento in innovazione e sviluppo della cultura italiana: il produttore cinematografico è infatti un imprenditore atipico, perché se vuole sostenere il talento giovane e il rinnovamento deve produrre qualcosa per cui non esiste domanda di mercato in quanto il nuovo è sconosciuto al pubblico.

Questa in sé sarebbe già sufficiente come risposta agli attacchi di chi, anche all’interno delle istituzioni, sostiene che finanziare film che si rivelano flop al botteghino sia uno spreco di denaro pubblico a cui è necessario porre fine.

Ma c’è di più: “questa affermazione avvalora l’idea che  solo il cinema commerciale ha diritto esistere: principio esattamente contrario a quanto promosso dalla legge sull’audiovisivo 220 del 2016.” Rileva Caruso, e aggiunge “a parte riconoscere al cinema un valore anche culturale e sociale, oltre che commerciale, il botteghino non è l’unica fonte di incasso o parametro di successo di un film: ci sono le vendite in tv, quelle estere, l’online….E, soprattutto, nessuno spiega che c’è studio fatto da Cassa Depositi e Prestiti nel  luglio 2023, che afferma che per ogni euro investito nell’audiovisivo, ne vengono immessi 3,54 nell’economia italiana grazie agli effetti diretti, indiretti e indotti. E questo è indipendente dal successo botteghino. Questo moltiplicatore evidenza efficacia del tax credit nel produrre ricchezza e creare occupazione: ogni 100 milioni di euro di maggiore domanda di produzione in Italia porta alla creazione di 2281 posti di lavoro distribuiti nel settore e in settore correlati.”

E’ vero che in Italia si producono troppi film, altra affermazione che circola abbondantemente: siamo passati da 251 (di cui 125 documentari) del 2022 ai 431 del 2024 (di cui 186 documentari), a fronte di un incasso medio che si alza solo dal 240 a 280 mila euro. Il ’25 sembra andare meglio del ’24, con una crescita del 10% e una stima previsionale che  indica un incasso medio non lontano da quello del 2018 (di 552 mila euro). Ma mancano all’appello circa 10 milioni di spettatori (complice anche l’accresciuto prezzo del biglietto).

Si ritorna al problema del mercato della distribuzione: argomento completamente ignorato dalla legge e dai decreti, dice Caruso, “la vera rivoluzione sarebbe riformarlo”.

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