direttore Paolo Di Maira

Sul set / Amore, bugie e calcetto

di Michela Greco


Sul campo di calcetto dell’Oratorio Don Bosco di Trieste, a 40 gradi all’ombra, si sfidano due squadre: quella capitanata da Claudio Bisio, piccolo industriale del caffè che ha raccolto intorno a sé una variegata truppa composta da Filippo Nigro, Andrea de Rosa, Pietro Sermonti, Giuseppe Battiston e Max Mazzotta, e la compagine di una società  di pompe funebri, in cui milita anche il presidente della Friuli Venezia Giulia Film Commission Federico Poillucci.
E’ il set del terzo film di Luca Lucini “” dopo Tre metri sopra il cielo” e “L’uomo perfetto” “” dal titolo Amore, bugie e calcetto”, prodotto da Cattleya per Warner Bros con il sostegno della FVG Film Commission con un budget di 4 milioni di euro e le cui riprese, durate sette settimane, si sono concluse a Udine il 20 luglio.
“Il calcetto è solo un escamotage – sottolinea il regista – un collante che tiene insieme le storie parallele di persone di età  ed estrazioni sociali diverse. Mi interessava mostrare alle donne una pratica tipicamente maschile come le chiacchiere da spogliatoio, e nello stesso tempo svelare agli uomini le confidenze e i pettegolezzi femminili.
Tutto è molto bilanciato: dove c’è un uomo, c’è una donna, i loro punti di vista corrono su binari paralleli e lo spettatore si rende conto che su certe cose c’è un’incomprensione totale”.
Infatti nel cast figura anche un folto gruppo di giovani attrici: Claudia Pandolfi, moglie stanca e frustrata di Nigro, Marina Rocco, fidanzata del “precisetto” De Rosa, Chiara Mastalli, amante del cinquantenne separato Bisio, e Angela Finocchiaro, ex-moglie cardiologa del suddetto.
Scalmanandosi sul classico terreno di confronto del maschio medio” di oggi, i giocatori svelano il loro temperamento nella vita, con il difensore che ragiona solo secondo schemi, l’attaccante che affronta l’esistenza di petto, il mediano che non smette un attimo di correre, il saggio panchinaro che dispensa consigli e entra in campo solo per tirare le punizioni decisive.
Tutti dovranno poi crescere e imparare che nella vita “qualche volta si può anche solo pareggiare”, come dice la Finocchiaro in un momento clou della pellicola.
“Il mio è un film corale e molto complicato, in cui ogni scena è importante per la storia – continua Lucini – I miei protagonisti sono uomini di tre generazioni diverse, dal ventenne, al trentenne, al cinquantenne, e hanno dei ruoli di cui non sono più convinti, perciò vogliono spostare la loro posizione, in campo e nella vita”.
Lucini sceglie tre generazioni di protagonisti per raggiungere tre fasce di pubblico diverse, dopo aver dato il via, in tempi non sospetti, al filone generazionale con “Tre metri sopra il cielo”:
“Ai tempi del mio primo film era persino difficile convincere i produttori che certe storie potessero funzionare. Oggi si corre il rischio di abusarne, e alla lunga il pubblico si stanca”.
Decisivo l’apporto della Film Commission guidata da Poillucci, che ha suggerito e messo a disposizione le location e contribuito a ottimizzare il budget:
“Oltre che per l’apporto fondamentale della FVG Film Commission, ho girato a Trieste – continua il regista – perché volevo cambiare faccia a una città  del nord, che tra l’altro nel film è riconoscibilissima, a cui di solito sono associate immagini diverse dalla commedia.
Lì sono stati girati film drammatici e cupi come “La sconosciuta”, mentre io volevo svelare l’aspetto più leggero della città “.
Altrettanto convinto della scelta della città  friulana è il produttore di Cattleya Riccardo Tozzi: “Amore bugie e calcetto è il primo film che abbiamo realizzato con il sostegno della Friuli Venezia Giulia Film Commission e ci siamo trovati benissimo, quindi probabilmente l’esperienza si ripeterà “.
Non meno importante il contributo di Warner Bros, che conferma con questa operazione il suo interesse perla produzione di film italiani e la sua predilezione per la collaborazione con Cattleya, dopo le fortunate esperienze di titoli come “Tre metri sopra il cielo” e “Ho voglia di te”, “Romanzo criminale” e “Mio fratello è figlio unico”.
“Produciamo parecchi titoli all’anno, e abbiamo un particolare interesse, probabilmente più di altri, a sviluppare il mercato della distribuzione in sinergia con le filiali italiane delle major – spiega ancora Tozzi – Vogliamo fare in modo che troppi film italiani non siano concentrati nelle mani di poche società , proprio per sviluppare il mercato della distribuzione.
Finora abbiamo perseguito questa linea in particolare con la Warner Bros, con cui abbiamo un rapporto ottimo e proficuo.
Ora iniziamo a lavorare con la Universal, con cui stiamo producendo “Lezioni di cioccolato” con Claudio Cupellini”.


Cinema&Video International            n. 8-9 Agosto/settembre 2007

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