“ Vogliamo non far mancare mai l’appoggio a quei colleghi che rischiano di essere travolti da questi sciaguratissimi cali d’attenzione e di lucidità politico- amministrativa”: è netta la presa di posizione di Stefania Ippoliti, che nella veste di Presidente di Italian Film Commissions conferma la solidarietà dell’Associazione alla Film Commission Regione Campania.
Ricordando un’analoga presa di posizione dell’Associazione circa il tentativo, attuato in Friuli Venezia Giulia dalla Giunta Regionale in carica nel 2012, di sopprimere la Film Commission di quella regione, Stefania Ippoliti auspica che
“anche in questo caso la Regione Campania si renda conto che rischia di disperdere eccellenze non soltanto di professionalità, come quella del direttore Maurizio Gemma e della sua collaboratrice Simona Monticelli, ma di tutta una scuola campana, che ha portato e porta, con l’audiovisivo, tanti successi internazionali al territorio. Il cinema, l’animazione, la lunga serialità, rappresentano un patrimonio che non si può buttar via per distrazione”.
L’impegno prende forma: “Nella prossima assemblea dell’Associazione, il 17 giugno a Bologna, affronteremo il tema, ne parleremo con tutti coloro che hanno titolo per occuparsene, ed elaboreremo un documento in merito”.
Cosa scriverete, e a chi vi rivolgerete?
“ Non sono in grado di anticipare il testo, che dovrà essere condiviso dai colleghi; il senso sarà tuttavia quello di mettere in evidenza gli effetti nefasti di questa “distrazione”: non conviene a nessuno, non alle Film Commission certo, ma nemmeno al territorio e al Paese. Penso che sia un tema che dovrebbe essere affrontato al Tavolo Stato-Regioni “
Nel disegno di legge governativo sul cinema, lo Stato riconosce ufficialmente il ruolo e l’attività delle film commission. Questo nuovo status potrebbe evitare le conseguenze di errori di valutazione da parte delle amministrazioni regionali?
“Nel testo di legge le Film Commission sono descritte come gli organismi di cui le Regioni possono dotarsi per promuovere il territorio e sostenere lo sviluppo economico e culturale attraverso l’audiovisivo. Non è prescritto un obbligo. Tuttavia, il fatto stesso di essere nominati in una legge dello Stato è un grande passo in avanti. Aiuta senz’altro a combattere la “distrazione” delle amministrazioni regionali che ciclicamente ci investe un po’ tutti”.
La vicenda campana mostra ancora una volta che cultura e audiovisivo non sono in cima ai pensieri della maggior parte degli amministratori pubblici . Che fare?
Questa disattenzione è un problema culturale che non potrà essere risolto semplicemente con qualche articolo di legge. La vicenda campana ci richiama alla necessità di tenere alta l’attenzione sul senso e sul valore del lavoro delle Film Commission, impedendo, per esempio, che si spengano realtà virtuose, come quella guidata da Maurizio Gemma. Verrà il tempo in cui questo “presidio” non sarà più necessario, ma sarà un lavoro di lunga lena”.