direttore Paolo Di Maira

STAR WIGS/Il segno della mano italiana

Le monumentali impalcature di ricci, piume, uccellini di “Marie Antoniette” il casco d’oro di “Cleopatra” e la testa settecentesca del “Casanova” di Federico Fellini (ma anche di quello più recente di Lasse  Hallstrom interpretato da Heath Ledger). E poi ancora lunga chioma biondo cenere di Anita Ekberg ne La Dolce Vitale  ammiccanti acconciature di Nicole Kidman e delle ballerine di Moulin Rouge! Parrucche rifatte sul tipo di “Pirati” di Roman Polanski, e parrucche normalissime, come quelle che Thekla  Reuten indossa in  “The American”,  ben tre, anche se nessuno lo direbbe. “Perché una parrucca, come un buon trucco, quando è fatta bene non si vede”. Parola di Manlio Rocchetti, che con il suo storico laboratorio romano Rocchetti Parrucche ha ‘firmato’ tutte le creazioni descritte sopra,  che  hanno fatto bella mostra di sé all’Ambasciata Italiana di Washington DC dal 30 Aprile  al 6 Maggio, in “Star Wigs: La Mano Italiana Crea”.

“Ci sono  settimane di lavoro dietro ad ogni parrucca: vengono fatte a mano, capello per capello, e modellate sulla testa dell’attore, prendendo le misure e a volte addirittura realizzando il calco della testa, come è accaduto ad esempio con De Niro per ‘C’era una volta in America’”. Spiega Rocchetti,  premio Oscar per “A Spasso con Daisy” ,  e responsabile di trucco parrucco e effetti speciali per tanti altri  capolavori del cinema , come ‘L’ultima tentazione di Cristo’,  ‘In Nome della Rosa’, o ‘C’era una Volta in America’. Fra le ultime produzioni firmate dalla Rocchetti Parrucche, la seconda stagione de “I Borgia” (“sei mesi di lavoro sulle parrucche”),  “Educazione Siberiana” di Salvatores, e il nuovo thriller di Taylor Hackford”Parker”,con Jason Stateman , Nick Nolte e Jennifer Lopez, girato fra New Orleans e Palm Beach. Lavori che hanno alle spalle una tradizione artigiana che è nata ancora prima del cinema.
Quando Giuseppe, bisnonno di Manlio, ha aperto il laboratorio, era il 1874: “Abbiamo iniziato  a lavorare per l’opera e per il teatro, e solo dopo la guerra abbiamo iniziato a fare il cinema, anche se mio padre faceva già il truccatore a Cinecittà”.

Nei mini set allestiti presso l’Ambasciata Italiana di Washington per la Mostra, le parrucche di Rocchetti fanno compagnia ad  alcuni costumi memorabili della storia del cinema, altro esempio della migliore tradizione artigianale e artistica italiana:   Il frac di Burt Lancaster e l’abito bianco di Claudia Cardinale (creato da Piero Tosi) ne “Il Gattopardo”, il costume grigio piombo in seta lucente (Premio Oscar a Danilo Donati)  di Donald Sutherland, Casanova felliniano; la mise in maglia d’argento di Jane Fonda, la “Barbarella” di Roger Vadim, quella di “Cleopatra”, i bustier, le vestaglie e camicie da notte indossate da Kristen Dunst in “Marie Antoinette” di Sofia Coppola, che hanno fatto conquistare  il terzo  Oscar aMilena Canonero.

Creazioni di altre aziende-dinastia come Farani e Peruzzi,  e della più giovane The One, che ha acquisito magazzino e archivio della storica GP11.

“Star Wigs” è organizzata da Dress in Dreams di Elisabetta Cantone e Francesca Silvestri, e gode del Patrocinio e del supporto dell’Ambasciata Italiana di Washington DC, della Camera di Commercio di RomaRoma Capitale – Assessorato alle Attività Produttive, Regione Lazio e daFinmeccanica North America.

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