Puntare sull’innovazione tecnologica per allargare e potenziare il proprio campo di operatività. E’ così che un’azienda storica come Sound Art, che vanta una lunga tradizione nel doppiaggio italiano, risponde alla recessione che rende il mercato sempre più spietato e contrae sempre di più i budget.
“Stiamo portando avanti una collaborazione su progetti europei con realtà quali Innova e T-Connect, per creare su software e hardware innovativi applicabili a livello professionale nel campo della post-produzione”, rivela alla rivista “Dossier” Elisabetta Bucciarelli, socia fondatrice di Sound Art, da oltre vent’anni nel panorama della post-produzione cinetelevisiva, anche come dialoghista e direttrice di doppiaggio.
Altra parola chiave della strategia della società è internazionalizzazione, sempre strettamente legata all’evoluzione tecnologica. Sound Art si propone infatti di diventare il punto di riferimento di una rete di clienti internazionali che oggi, grazie alle nuove tecnologie, possono contattare direttamente le strutture tecniche, bypassando gli intermediari, godendo così di rilevanti vantaggi economici e gestionali. Come spiega Marzia Del Fabbro, a cui Sound Art 23 si affida per le nuove strategie di mercato e la propria Internazionalizzazione: “Le lavorazioni possono essere spedite via rete nei paesi più lontani senza più necessità di supporti fisici e sempre più frequente è l’utilizzo di connessioni come l’ISDN che consentono a un regista di dirigere e registrare in uno studio di Los Angeles un attore che si trova a Roma».
In qualità di presidente dell’associazione Editori Associati, Elisabetta Bucciarelli si sta battendo per una semplificazione e per uno snellimento del contratto fra la committenza e dei professionisti del settore .