Come funziona?
Le produzioni che intendono adottare T-Green Film, decidono, nel compilare l’application form, quanti punti verdi intendono ottenere su un elenco di azioni che vanno dal risparmio energetico nei consumi di corrente e nell’uso dei trasporti, alla ristorazione, alla selezione dei materiali impiegati, allo smaltimento dei rifiuti.
“Si tratta – spiega Luca Ferrario, responsabile di Trentino Film Commission, di un numero limitato ma chiaro di “buone pratiche”, che danno punti extra, andando, di conseguenza ad innalzare il contributo percepito”. Il compito di verificare il rispetto delle azioni secondo le modalità indicate nel disciplinare è affidato all’APPA, l’agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente, organismo che già certifica la sostenibilità nel settore della ristorazione.
“Si poneva davanti a noi anche una questione di coerenza”, commenta Ferrario: “noi abbiamo ormai sul territorio tra le 350 e le 400 giornate di ripresa l’anno, dunque un’attività impattante: sarebbe paradossale dare il contributo al film che promuove il territorio e che nello stesso tempo crea un danno all’ambiente”.
Pur non comportando grandi vantaggi economici diretti (“i punti extra potrebbero aumentare il contributo di circa diecimila euro”), l’iniziativa è interessante per lo spirito cui s’ispira: educare al rispetto dell’ambiente premiando chi lo fa, e non penalizzando chi non lo fa.
Oltretutto, adottare durante le riprese pratiche eco sostenibili, fa notare Ferrario, si traduce anche in un risparmio dei costi.
T-Green Film è il primo disciplinare in Europa certificato da un’ente pubblico ( l’APPA), dunque gratuitamente, e per questo, racconta Ferrario, ha suscitato molto interesse presso realtà che lavorano da tempo su questo campo, come la francese Ecoprod e la tedesca Film Fund Hamburg Schleswig-Holstein.
Da segnalare infine, una prima adesione al disciplinare: si tratta di “Resina”, il nuovo film che Renzo Carbonera, con la produzione di OneArt di Bruno Benetti, ha iniziato a girare a fine giugno a Luserna.