di Gianpaolo Sodano
Uno dei privilegi nell’avere alle spalle “qualche anno” di esperienza nel settore televisivo è aver avuto l’opportunità di vedere da vicino e dall’interno la crescita e il cambiamento del piccolo schermo nella seconda metà del secolo scorso.
La tv generalista, Rai e Mediaset per intenderci, ha rappresentato, e rispecchiato, un’Italia in continua trasformazione, autrice e frutto allo stesso tempo di profondi mutamenti culturali, economici e sociali.
Sulla scia di questi cambiamenti è cambiata anche la domanda di televisione: la pay-tv di Tele+ e Stream è stata una prima risposta a questa nuova domanda.
E’ trascorso un decennio: la tv tematica satellitare è oggi una porzione importante dell’offerta televisiva italiana.
E rappresenta una nuova sfida per coloro che di mestiere fanno televisione.
Una nuova sfida anche per me, giunta imprevista alla vigilia della campagna olearia del 2007!
Ma la tv satellitare non è soltanto una sfida.
E’ una straordinaria opportunità di sperimentazione per autori e tecnici, ma anche un’opportunità per i telespettatori che sempre più – e i numeri lo dicono chiaramente “” sono liberi di scegliere e di passare dalla tv generalista alla tv tematica.
Riflettiamo su quanto è accaduto con il festival di Sanremo.
C ‘è da augurarsi che il management di Sky sappia cogliere fino in fondo il valore di questa scelta del pubblico.
Sperimentando nuove dimensioni narrative che la tv satellitare permette grazie ad un “minore stress da ascolti”.
Il diverso peso dello “share”, e una diversa modalità di fruizione del mezzo televisivo, consente palinsesti più elastici e coraggiosi.
In questo contesto sta l’interesse per il “caso” Sitcom.
A ll’interno dell’offerta televisiva proposta al telespettatore della piattaforma SKY, il prodotto “italiano” è una eccellenza. La sua specificità , il suo stile narrativo, lo skyline del nostro territorio e dei suoi infiniti siti e prodotti, il carattere e gli stili di vita dei suoi protagonisti, possono essere il suo valore aggiunto.
Sitcom è uno dei maggiori produttori di contenuti per la tv satellitare: una vera e propria fabbrica di prodotti audiovisivi.
Dalla migliore cucina italiana, ai prodotti tipici, dal territorio alle citta d’arte, dalla grande creatività italiana applicata alla casa e all’arredamento, al design d’autore, fino al mito delle quattro e delle due ruote italiane.
Anche sulla carta stampata e sul web.
In definitiva il valore dell’apporto di Sitcom alla piattaforma Sky sta nell’unicità del suo prodotto italiano.
Non ancora nel modo di confezionarlo.
Ma Sitcom è pronta a cambiare: meno prodotto di acquisto, meno ore di produzione, meno ricette e documenti.
Più intrattenimento, più informazione e più racconto.
Perché tematica non vuol dire elitaria e Sky non si traduce nanoshare. Per questo ci vuole un patto rinnovato fra piattaforma e canali: per fare più qualità e più Politica.
Per dare il giusto rilievo a quell’ “ambiente italia” in cui ogni tema trova il suo naturale svolgimento e in cui ogni spettatore si riconosce.
Per dare valore alle eccellenze del nostro territorio.
La sua cultura, la sua identità .
Sitcom fa la sua parte: non è un caso che Leonardo World, il canale del gruppo dedicato alle comunità italiane all’estero e che trasmette il meglio delle produzioni dei quattro canali (Alice, Leonardo, Marcopolo e Nuvolari), si sia ritagliato un suo spazio sulle piattaforme di numerosi Paesi, come Stati Uniti, Canada, Australia e Giappone.
In un paese in cui l’autorità di garanzie nelle comunicazioni non tutela il mercato né tantomeno il pluralismo dei soggetti, in cui l’autorità garante per il mercato (l’antitrust) ha escluso il settore televisivo e la pubblicità dalla propria area di intervento, in cui l’auditel è una società in regime di monopolio controllata dal cartello raimediaset, in cui la politica, di destra e di sinistra,non fa grande differenza, il valore della indipendenza è l’unica e l’ultima garanzia dei cittadini telespettatori.
Sitcom è l’unico editore televisivo indipendente italiano e la televisione satellitare esiste grazie a Murdock.
Due più due fa quattro.