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direttore Paolo Di Maira

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SILVIO MASELLI/Intervista con il Direttore di AFC

di Paolo Di Maira


La punta di diamante dell’intervento della Regione Puglia a favore dell’audiovisivo è il Fondo, gestito dall’Apulia Film Commission. Avete privilegiato un tipo di intervento “diffuso”, dando “poco” a molti film. Ritenete questo indirizzo “” diverso da quello adottato da altre regioni – più funzionale ai vostri obiettivi?
La gestione del nostro film fund è coerente con l’identità  che vogliamo costruire: il nostro, infatti, è un fondo regionale di completamento del budget dei film che attraiamo e ospitiamo.
Nei nostri piani futuri c’è un maggiore apporto finanziario dei privati con lo scopo di differenziare i meccanismi di sostegno.
Da un lato il film fund pubblico ripensato per sostenere la crescita dei numerosi talenti locali.
Dall’altro un fondo misto, pubblico-privato, capace di rappresentare una novità  per i produttori europei e non solo.


In tre anni di attività  l’Apulia Film Commission ha sostenuto un centinaio di produzioni audiovisive. Tra queste solo nove sono straniere. Sappiamo che è difficilissimo attrarre produzioni dall’estero, perché l’impegno di una Film Commission non può compensare le carenze del cosiddetto “sistema paese”. Tuttavia l’AFC dedica grande attenzione alla promozione all’estero, nei Festival internazionali e in tour promozionali come quello, recente, a Los Angeles. Quali sono i vostri obiettivi?
E dato che lei è stato appena eletto nel direttivo dell’Associazione Film Commission Italiane, le chiedo: c’è un modo migliore per promuoverci all’estero?
La strategia pugliese è di lavorare a strettissimo contatto ed in costante collaborazione con i colleghi che si occupano di turismo, agricoltura e di sviluppo economico, e non per un vezzoso e spesso velleitario lavoro cineturistico; questo perché siamo convinti che vadano promosse “” insieme e grazie al cinema “” le qualità  di un territorio.
Dunque la sua identità .
A tale proposito, quando sono all’estero, scopro quanto artisti e produttori stranieri facciano fatica a capire verso dove stia andando l’Italia.
La terra del buon vivere è oggi vissuta, dagli stessi italiani, come antiche vestigia e mai come fertile esempio.
Un modo per promuoverci all’estero non esiste, se non sui manuali, perché ogni sei mesi si cambia idea sugli strumenti da usare e le persone che possano seguire la strategia.
Con i nuovi coordinatori della IFC inizieremo un tour istituzionale (tra gli altri Mibac, Turismo, Mise, Ice, Enit, Cinecittà Luce, Anica, produttori) convinti che solo lavorando insieme con la stessa strategia si possano raggiungere obiettivi ambiziosi.


Un pezzo importante della vostra “mission” è rivolto alla diffusione del cinema di qualità , attraverso l’attività  dei Festival e, recentemente, anche attraverso la creazione di un Circuito di Sale di Qualità .
Al primo impatto c’è stato qualche malumore tra gli esercenti, perché, provo a riassumere, in cambio di incentivi economici, voi richiedete la gestione della programmazione, che è la prerogativa più importante di chi fa questo mestiere. Come pensate di gestire questo delicato rapporto?
Rispettando la vocazione al cinema di qualità  delle sale che già  svolgono una programmazione sensibile a quel tipo di prodotto e incrementandolo, là  dove questo lavoro non è mai stato fatto o solo episodicamente.
Il punto è la costanza che produce fedeltà , cioè la fiducia dello spettatore, nostro vero punto di riferimento.
A questo si aggiunga che noi stiamo investendo solo in Puglia quasi un milione in comunicazione e promozione delle singole sale e del circuito. Cifre e strategie che nessuna sala “” da sola “” potrebbe mai sostenere.

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