Il Politeama Rossetti, il Teatro Miela e il Cinema Ambasciatori tornano ad essere protagonisti della 35° edizione del Trieste Film Festival, principale appuntamento italiano dedicato al cinema dell’Europa centro-orientale diretto da Nicoletta Romeo.
Tre locations per tre sezioni competitive e due aperture: la prima, il 19 gennaio al Teatro Miela con Do Not Expect Too Much from the End of the World di Radu Jude, Premio speciale della giuria a Locarno, e prossimamente nelle sale italiane con I Wonder Pictures; la seconda, il 23, al Politeama Rossetti ci sarà Green Border, con cui Agnieszka Holland racconta il dramma dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia, Premio Speciale della Giuria all’ultima Mostra di Venezia e dall’8 febbraio al cinema con Movies Inspired e Circuito Cinema. La chiusura del festival coincide con la Giornata della Memoria, il 27 gennaio: è affidata a The Zone of Interest di Jonathan Glazer, Grand Prix e premio Fipresci all’ultimo festival di Cannes, sulla famiglia del direttore del campo di concentramento di Auschwitz (anche questo arriverà nei cinema italiani con I Wonder).
Il concorso lungometraggi conta quest’anno 7 titoli. Torna, dopo l’opera prima Wet Sand, la georgiana Elene Naveriani con Blackbird Blackbird Blackberry, ritratto dolce-amaro di un’insolita eroina femminista e controcorrente in una società tradizionale, e torna dopo una lunga assenza anche Vladimir Perišić con Lost Country, un film molto personale sul rapporto tra una donna, portavoce del governo di Milošević a metà degli anni ’90 e il figlio quindicenne, in bilico tra le proteste anti-governo dei suoi coetanei e l’amore verso la madre. Andrej Korovljev, già ospite del Festival con il suo Tusta, fa ritorno con la sua opera prima di finzione, Hotel Pula, sulla non facile convivenza tra croati e rifugiati bosniaci nei primi anni ’90 a Pola; Katalin Moldovai nel suo Without Air sceglie il contesto della scuola in Ungheria come centro di spinte conservatrici e intolleranti (e al mondo della scuola come rappresentazione e metafora di disagio sociale e derive estreme fanno riferimento anche altri film in programma, come Beautiful Beings, Excursion, Explanation for Everything e Mr Bachmann and His Class), mentre Tudor Giurgiu torna con Freedom al 1989, nella città di Sibiu, teatro di rivolte civili subito dopo la morte di Ceausescu, in un film corale che non cerca facili risposte. Janez Burger, che a fine anni ’90 aveva incantato il festival con il suo Idle Running, è in concorso con Observing, thriller sociale dai risvolti paranormali, un’opera matura e di denuncia ambientata a Lubiana; e infine Stepne dell’ucraina Maryna Vroda, raffinato film d’esordio tra fantasmi del passato e segreti di famiglia, già vincitore dell’ Ukrainian Films Now Award (leggi qui) e del Pardo per la migliore regia della Città e della Regione di Locarno allo scorso Festival di Locarno.
Fuori dagli Sche(r)mi, la sezione che pur nella diversità di budget, formati e generi va alla scoperta di soluzioni stilistiche o narrative innovative e sorprendenti, ospita due film di debutto, il bosniaco Cherry Juice di Mersiha Husagic e l’ungherese Cactusman di Olivér Rudolf, il road movie Arthur & Diana, opera seconda di produzione tedesca dell’italo-francese Sara Summa, e il corto della direttrice della fotografia e videoartista friulana Debora Vrizzi, Maris B653.
E’ composta per lo più da giovani registe la selezione del Concorso documentari, curato da Giuseppe Gariazzo e Rada Šešić: fra queste, la recente vincitrice dell’IDFA di Amsterdam, l’armena Shoghakat Vardanyan con il suo 1489.
Vari documentari firmati da registi del Friuli Venezia Giulia saranno presentati Fuori concorso: Al di là dei lupi di Ennio Guerrato, un documentario ricco di materiali d’archivio e di testimonianze sul musicista fuori dagli schemi Alfredo Lacosegliaz, scomparso nel 2016, autore di progressive folk balcanico; 50 anni di CLU di Erika Rossi, scritto con Massimo Cirri, che racconta la storia emozionante della prima impresa sociale al mondo, realizzando così il suo quarto documentario dedicato all’umanità basagliana; infine Il Cinema Volta di Martin Turk, sull’impresa della sala cinematografica aperta a Dublino da alcuni impresari triestini assieme a un giovane James Joyce, a cui è dedicato, tra l’altro, anche un Translating Ulysses di Aylin Kuryel e Fırat Yücel.
Fuori Concorso anche il vincitore dell’European Film Award Smoke Sauna Sisterhood dell’estone Anna Hints, di prossima uscita nelle sale italiane grazie a Wanted.
Curato da Giuseppe Gariazzo e Grazia Paganelli, il programma del Premio Corso Salani propone una selezione di 5 titoli italiani non ancora distribuiti in Italia, da Anna di Marco Amenta (lo scorso anno nella nostra sezione work in progress This is IT) a Lala di Ludovica Fales, prodotto dal goriziano Igor Princic, da La solitudine è questa di Andrea Adriatico (che Corso Salani ha diretto in Il vento, di sera) a Tempo d’attesa di Claudia Brignone, miglior doc italiano al Festival di Torino, e L’albume d’oro dei moderni sperimentatori Samira Guadagnuolo e Tiziano Doria.
Tiziana Ciancetta e Pepi Gioffrè hanno curato il Concorso cortometraggi, selezionando 16 opere suddivise in tre programmi, tra autori ai primi passi e nomi già rodati.
Dedicato al cinema tedesco l’ormai tradizionale appuntamento con Wild Roses, la sezione che ogni anno fa il punto sulle cineaste di un Paese dell’Europa centro orientale: dopo Polonia, Georgia e Ucraina, dunque, ecco una selezione – a cura della Executive Director della Berlinale Mariëtte Rissenbeek – degli sguardi femminili più interessanti della Germania contemporanea.
In programma 13 titoli di altrettante autrici: film spesso premiati in giro per il mondo, ma anche opere meno universalmente note, in grado di svelare nomi (ancora) da scoprire per il pubblico italiano, che – spiega Nicoletta Romeo – «ci mostreranno un Paese moderno, inclusivo, multiculturale e lontano dagli stereotipi».
A guidare la delegazione tedesca sarà Margarethe von Trotta, ospite a Trieste per presentare il suo nuovo film, Ingeborg Bachmann – Journey Into the Desert (presto nelle sale italiane distribuito da Movies Inspired). Un’autrice simbolo del Neuer Deutscher Film, Leone d’oro a Venezia nel 1981 con Anni di piombo, testimone insieme a Ulrike Ottinger (di cui si vedrà Paris Calligrammes) di una generazione di maestre ancora in piena attività.
Altri nomi familiari al pubblico dei festival internazionali: Maren Ade, la rivelazione di Cannes 2016 che col suo Vi presento Toni Erdmann fece conoscere al mondo un’attrice straordinaria come Sandra Hüller; Valeska Grisebach e Angela Schanelec, con i loro lavori più recenti (rispettivamente Western, visto sulla Croisette nel 2017, e Music, migliore sceneggiatura all’ultima Berlinale); Maria Speth, Orso d’argento per Mr. Bachmann and His Class, e Maria Schrader, Premio del pubblico agli European Film Awards con Stefan Zweig: Farewell to Europe; Emily Atef con il suo ritratto di un’inedita Romy Schneider in 3 Days in Quiberon.
E ancora, il talento cosmopolita di Ana-Felicia Scutelnicu (Anishoara) e Ayse Polat (In the Blind Spot), e l’audacia di Nicolette Krebitz (Wild), Nora Fingscheidt (System Crasher) e Frauke Finsterwalder (Sisi & I).
Spiega Rissenbeek: «Wild Roses rappresenta una vera ispirazione a pensare a cineaste anticonformiste e coraggiose, e a film che mi stimolano, divertono ma che trovo anche difficili o scomodi. Non c’è rosa senza spine».
Il focus Wild Roses è realizzato con il sostegno di German Films, Goethe-Institut Rom e DeutschZentrum Triest.
L’Eastern Star Award sarà assegnato alla produttrice polacca di The Zone of Interest, Ewa Puszczyńska, mentre il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) premierà dal palcoscenico del Politeama Rossetti i migliori titoli usciti nelle sale nell’anno appena trascorso: Rapito di Marco Bellocchio è il miglior film italiano, Pacification di Albert Serra il miglior film internazionale:
Come consuetudine, anche quest’anno una selezione del programma del Festival circuiterà in diverse città italiane nell’ambito dell’iniziativa Trieste Film Festival in Tour in collaborazione con l’agenzia Lo Scrittoio di Milano. Una parte del programma di quest’anno sarà disponibile anche online sulle piattaforme MYmovies One, DAFilms, Klassiki e la Cineteca di Milano.