Si aprirà il prossimo 18 giugno, fino al 19 luglio la nuova finestra del Bando Lazio Cinema International, con cui Regione Lazio sostiene le co-produzioni internazionali (60, 6 i milioni investiti dal 2016 al 2022).
Lo ha annunciato oggi all’Italian Pavilion del Festival di Cannes Lorenza Lei, Responsabile cinema e audiovisivo per la Regione Lazio all’interno dell’incontro Roma e Lazio terre di Cinema, aggiungendo che “apriremo anche uno sportello per dare assistenza e delucidazioni ai produttori che vogliono partecipare, nella nostra nuova sede di via Parigi.” Sede del nuovo Polo del cinema e dell’audiovisivo della Regione dove si sta per trasferire anche Roma Lazio Film Commission, “a rimarcare la sinergia con cui stiamo accompagnando questo percorso della regione, – dice Mariella Troccoli, commissario straordinario della Regione”
Riferendosi alla volontà, espressa da Lei, di “mettere a sistema la filiera, sostenere sempre di più la scrittura intesa anche come ricerca e sviluppo, sostenere la produzione di opere prime, brevi, lungo e medie, che trattino temi che hanno a che fare anche con la salute, l’educazione ai sentimenti, a ciò che storicamente è stato vissuto nel nostro territorio.
“Il futuro sarà molto interessante, andremo a rivisitarlo anche assieme a Mariella, perché ci sono delle opportunità che vanno riviste, – conclude Lorenza Lei, – e in più vorrei lavorare su un nuovo bando, che non è solo sulla produzione ma anche sulla scrittura di sceneggiature, e sulla distribuzione.”
Fra i beneficiari di Lazio Cinema International, due delle tre co-produzioni con l’Italia in Concorso a Cannes: Grand Tour di Miguel Gomez, e Marcello Mio di Christophe Honoré
Due co-produzioni minoritarie, anche se Grand Tour “lo è poco” dice Marta Donzelli, che ha co-prodotto il film con la sua Vivo Film, specificando che “l’apporto della quota italiana è stato decisivo: è stata molto ampia e di gran lunga superiore a quella francese, una cosa che non sarebbe stata non così scontata fino a qualche anno fa”.
L’unicità di questa storia d’amore ambientata agli inizi del ‘900 che vede un ufficiale inglese intraprendere un Grand Tour asiatico, è, spiega Donzelli, “il fatto di fondere una parte girata in Italia in studio, con ricostruzioni d’epoca, e la parte del viaggio girata in Asia contemporanea, una sorta di fake found footage.”
Uno dei motivi per cui il regista e i produttori si sono rivolti a noi è che il Portogallo non ha una tradizione di girare film in studio, quindi il pensiero di girare in Italia è stato legato anche al valore delle nostre maestranze, dei nostri artigiani.” E rivela: “anche per il suo prossimo film, che Gomez sta scrivendo e che è ambientato in Brasile, ha già in mente di portare gli effetti speciali dal vivo in Italia, proprio per il valore di alcune nostre maestranze. Credo che sia proprio questo il senso delle coproduzioni, che sono uno scambio di saperi e di idee oltre che uno scambio economico.”
Il film sarà distribuito in Italia da Lucky Red, che è anche il co-produttore minoritario (assieme a Bibi Film, Rai Cinema, il Fondo per le coproduzioni minoritarie del MiC e il supporto di Lazio International) di Marcello Mio. Film che è la “rappresentazione plastica della lunga collaborazione fra Italia e Francia.- nota il CEO di Lucky Red, Andrea Occhipinti – Tutti i personaggi recitano, ma recitano anche se stessi non essendo un documentario: Catherine Deneuve nel ruolo della madre di Chiara (Mastroianni) che, stanca di ‘portare’ sulle spalle il peso della figura del padre, pian piano si trasforma in lui., e c’è un viaggio in Italia, con una mitica scena alla Fontana di Trevi.” Altre scene italiane coinvolgono uno studio TV, altri luoghi di Roma, Gaeta e Fondi dove il film finisce.
“É importante avere fondi e supporto delle coproduzioni minoritarie, – conclude Occhipinti. – Qui a Cannes, il mercato e il festival sono l’amplificatore dell’industria del cinema francese, che è fatta non solo di film francesi. Appena c’è un nuovo talento, arriva una produzione, o un sales agent francese che si coinvolge. Basta guardare a tutti i film che sono qui: i francesi ci sono dentro in qualche modo, o con una co-produzione o con una società di vendite estere. La forza di un’industria sta anche nell’attenzione ai talenti che emergono nel mondo, e alla capacità di partecipare, dunque le implicazioni delle co-produzioni sono moltissime, ben oltre il lato economico.”
E per favore la nascita di nuova co-produzioni, la Regione Lazio ha organizzato a Cannes tre incontri che hanno visto protagonisti dieci produttori italiani (di cui cinque under 40 e titolari di società nate fra il 2021 il 2023): Alcor, Antropica, Mechanismo, Tadan, Combo International, Eliseo Entertainment, Rodeo Drive, Titanus, Vivo Film, PFA Film.
Il primo incontro, organizzato con UK Film London, ha visto il confronto con i produttori britannici (Blu Horizon Film, Dateless ltd, Paguro Film, Makadan Films, F&Me, Alumni). E proprio in quest’occasione, Blue Horizon Film ha annunciato una prossima co-produzione con l’italiana Greenbo: il film d’amore e guerra The Italian Chapel, che sarà diretto da Francesca Archibugi, già al lavoro sulla propria versione della sceneggiatura, tratta dalla sceneggiatura originale di John Wrathall.


Il film, originariamente sviluppato da Working Tile e BFI, racconta lo scontro fra la comunità locale delle isole Orcadi, in Scozia, e i prigionieri di guerra italiana. Su questo sfondo, lo scoppio di una storia d’amore, tenuta segreta, fra un progioniero e una giovane donna scozzese.
Il secondo evento di network ha riguardato invece i produttori sudamericani della rete di Proimagenes (Bogotà-Colombia) e di Acau (Montevideo-Uruguay).
L’ultimo, infine, che si è svolto all’interno del Fantastic Pavillion in collaborazione con Andalusia Film Commission, era volto a far incontrare i produttori italiani con i Fantastic 7, ovvero sette progetti in diversi stadi di produzione, provenienti da vari paesi e supportati da differenti festival, che sono stati presentati la mattina del 19 maggio sempre all’interno del pavilion, su iniziativa del Sitges Film Festival (il pavilion è dedicato al cinema di genere con produttori di Spagna, Messico, Argentina e Brasile).
Produttori, progetti e film commissions sono stati coinvolti in uno speed meeting: magari qualcuno potrebbe essere girato in Italia?

All’interno di Roma e Lazio Terre di Cinema sono stati presentati infine i video dell’iniziativa Talking Places: i luoghi parlanti del Lazio. Il progetto, ideato da Roma Lazio FilmCommission, è un’opera di promozione istituzionale dei Comuni del territorio laziale in chiave artistica e cinematografica che prevede la realizzazioni di video emozionali dove sono i luoghi a raccontare la propria storia.