“Sono piacevolmente colpito dal Focus sui documentari organizzato quest’anno dal MIA, un’ottima vetrina sulla produzione italiana, che sta crescendo, non solo nei numeri, ma soprattutto in qualità e diversità”. Così Shane Smith, da tre anni direttore di Hot Docs di Toronto, il festival e mercato di documentari più importante del Nord America, ha commentato la sua partecipazione al MIA. “L’Isituto Luce è sempre più consapevole dell’importanza di sostenere l’industria del documentario italiano e promuoverla in Nord America. In questi ultimi tre anni, in effetti, i produttori e i registi di documentari italiani sono più presenti sul mercato internazionale, collaborando, prendendo ispirazione e incorporando stili diversi nella loro cinematografia“
Lo testimonia il fatto che nella scorsa edizione di Hot Docs, erano tre i titoli italiani presenti: “Happy Winter” e “La convocazione” in World Showcase, dove l’ultimo ha vinto il Midlenght Award, e “Wind of Swabia” in concorso, “un altro grande titolo italiano passato quasi ‘in sordina’ ma che da noi ha vinto il Premio Speciale della Giuria e di cui sono stato felice di vedere il trailer qui, nell’Italian Showcase Italians Doc it Better.”
Al MIA, Shane Smith è stato protagonista anche di due panel, uno dedicato al mercato canadese, l’altro agli “Eventi Documentari al Cinema”, in cui è stato affrontato il clamoroso successo di “Michelangelo Infinito”, miglior incasso fra i dieci esordi della settimana di uscita e terzo miglior risultato in assoluto al Box Office, che rappresenta un’evoluzione nello storytelling dei documentari sull’arte, con il racconto della vita e delle opere di Michelangelo che passa attraverso i ricordi e le memorie di Vasari. “Un’evoluzione di linguaggio nata dalla necessità di accrescere il già vasto pubblico di questi film” ha dichiarato Cosetta Lagani, Director Cinema D’Arte di Sky Italia, ripercorrendo le tappe dell’operazione che dal 2014, con Musei Vaticani, ha portato questo tipo di produzioni in 60 paesi del mondo, a 1.200.000 spettatori per un incasso di 9,5 milioni di euro, di cui la metà realizzato in Italia.
Pur non essendo esattemente il tipo di prodotti programmati da Hot Docs, Smith ha definito “fonte di grande ispirazione” il risultato di Michelangelo, “soprattutto se messo assieme alle ‘conquiste’ al box office in Nord America di titoli come “3 Identical strangers”, “ABG”, “Wont’ you be my neighbour” e adesso “Free Solo” che staper raggiungere i 10 million di dollari. Questo è veramente l’anno del documentario in Nord America.”
E parte di questo successo lo si deve anche a Hot Docs, che da sempre lavora alla creazione e alla crescita di quello che Smith definisce “l’ecositema del documentario”, che mette assieme arte e business, “perché è un festival creato da filmmakers e producers quindi è nel suo DNA”, con una cura particolarmente raffinata nei confronti del pubblico, specialmente da quando HD è proprietario dell’Hot Docs Ted Rogers Cinemas, la sala commerciale più grande di Toronto con 650 posti, un cinema con alle spalle 100 anni di storia e che il board di Hot Docs ha salvato dalla chiusura nel 2012, riaprendolo come casa dei documentari, dove la programmazione di questi ultimi copre il 90% delle proiezioni. “Un’opportunità di traformare la visione di documentari in un’abitudine per il pubblico,- spiega Smith, convinto che ognuno nel profondo sia “spettatore di documentari, anche se non ne è consapevole. Ognuno vuole vedere contenuti coinvolgenti e trovo che l’ibridazione fra fiction e non fiction che offre il documentario oggi sia uno spazio molto interessante, una forma di cinema più eccitante della fiction, che è più limitata dalla struttura dei tre atti.”
Questo è confermato, assicura Shane, dalla crescita costante del pubblico garantita anche dall’evoluzione della programmazione, “con eventi innovativi come il Podcast festival in novembre, ad esempio, dedicato al business del podcasting che è un’altra forma di storytelling non fiction.” La chiave sono le Esperienze, “esperienze diverse per pubblici diversi: eventi che ruotano intorno al cibo, speakers speciali, oppure le nostre lectures, che vedono un’altissima partecipazione di persone più anziane, si arriva anche a 500 persone che alle 10 di una mattina feriale vengono ad ascoltare gli esperti che, accompagnati da clips e immagini, parlano della storia di Toronto, di Leonard Cohen, dell’architettura in Italia. E che poi magari si fermano per la prima proiezione della giornata.”
Ma Hot Docs porta le esperienze anche fuori dal suo cinema, in altri paesi, in altre sale e in altri festival che fanno parte di un network che condivide la stessa visione sul cinema documentario. Fra queste, il Cinema la Compagnia e il Festival dei Popoli, due realtà fiorentine che presto saranno protagoniste di uno dei “friend raising tours” di Hot Docs. Racconta Smith:
“Invitiamo i nostri sostenitori nei festival, perché vedano documentari, incontrino filmmakers, siano parte di questo ecosistema appunto, scoprendo anche le città, i musei, i ristoranti. Abbiamo già organizzato tour di questo tipo a IDFA, CPH Dox, Sundance, Berlino.”
E a Firenze, al Festival dei Popoli, arriverà una delegazione di circa 30 sostenitori e filantropi di Hot Docs, guidati dal presidente del Festival, Chris McDonald.