Penso che quella degli Screenings sia un’ottima iniziativa: dà la possibilità di vedere quei film che non sono stati visti a Venezia e a Cannes, e c’è una notevole partecipazione da parte dei clienti. TBS è un mercato consolidato, con delle ottime locations, ha solo bisogno di maggior partecipazione, ma sta iniziando a portare buoni risultati. E’ un mercato molto europeo, se hai un buon film, qui c’è la possibilità di fare dalle 5 alle 10 cessioni. Noi abbiamo tre film negli “Screenings”, “Alza la testa”, “Dieci inverni”. Poi c’è “Barbarossa” per il quale ho avviato trattative che spero di concludere all’American Film Market. Nei mercati ci sono sempre meno decision maker, e molta più consultazione, trattativa. A causa della crisi globale sono presenti meno società e ogni decisione viene soppesata a lungo. Prima, in alcuni paesi come la Grecia o la Spagna, avevi addirittura 4 o 5 distributori che erano in concorrenza fra loro. Adesso ne resta uno, al massimo due: le società non si fanno più la concorrenza spietata che si facevano negli anni 80.
Per quanto riguarda il Festival, devo dire che ancora non è cresciuto molto il valore del premio, anche se alcuni importanti passi in questo senso sono stati fatti, ad esempio con la creazione di una Giuria Internazionale. Quando il Marc’Aurelio avrà un peso importante nel mondo dell’audiovisivo, avremo fatto centro.