Dopo aver festeggiato venti anni di attività lo scorso anno, portando a casa importanti risultati, quali, fra gli altri, un tax credit potenziato e portato fino al 30 per cento, Cartoon Italia, l’Associazione nazionale dei produttori di animazione, ha proseguito la sua azione a sostegno del settore con una serie di interventi.
La sfida lanciata alle Film Commission italiane allo scorso Mercato dell’Audiovisivo di Roma per la costituzione di “Poli dell’Animazione”, è stata accolta con notevole interesse, alla quale è seguita la firma di protocolli di intesa con le regioni Piemonte, Sardegna e Marche.
“L’obiettivo è di favorire lo sviluppo economico, creativo e tecnologico di tutte le realtà presenti nel territorio regionale legate all’industria dell’animazione, del videogioco e dell’immagine digitale coinvolgendo oltre alle società di produzione, le università, i centri di ricerca e le emittenti (in particolare il Centro di produzione Rai di Torino) – spiega la presidente Anne-Sophie Vanhollebeke – Lo scopo è di permettere ai giovani che escono dalle scuole di avere un immediato contatto con il mondo del lavoro, alle professionalità di acquisire sempre più conoscenze e competenze, alle aziende di diventare sempre più performanti e competitive e a tutto l’ecosistema digitale regionale di crescere.
Prossimamente – anticipa – sigleremo accordi per un polo dell’immagine nel Lazio, in Puglia e Campania”.
Il primo risultato tangibile scaturito dall’intesa con la Sardegna è stato il Cartoon Digital che si è svolto a Cagliari a fine maggio, evento internazionale ‘top-level’ nel settore dell’animazione e dell’entertainment digitale.
L’edizione cagliaritana, oltre a registrare grande apprezzamento e record di presenze, ha beneficiato di due ulteriori giorni riservati ai produttori italiani che hanno incontrato giovani talenti ma anche i principali broadcaster europei in sessioni dedicate. Manifestazione che, grazie alla lungimiranza della Film Commission sarda, si ripeterà il prossimo anno, potenziando gli Italian Days.
Già lo scorso marzo invece, Cartoon Italia ha rinnovato l’adesione all’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali) per la comune definizione di un piano strategico per l’industria dell’animazione.
Obiettivo dell’accordo triennale, creare opportunità di lavoro in un settore in espansione, mirando in particolare al rafforzamento del comparto nazionale del cinema di animazione.
E’ stato inoltre firmato l’accordo con il Pôle Image Magelis di Angoulême, il primo polo europeo di sviluppo economico della filiera dell’audiovisivo digitale, che attrae i migliori talenti internazionali, tra cui tanti italiani. Un’alleanza – ulteriormente suggellata al recente Cartoon Forum che si è svolto a Tolosa a metà settembre – che permetterà l’interscambio di artisti, tec- nici, attività formative e di ricerca e sviluppo ad alto tasso tecnologico per sviluppare nuovi contenuti o formati creativi, tra le imprese italiane e quelle francesi situate nella cittadina francese.
A luglio inoltre, Cartoon Italia e Asifa Italia, l’Associazione degli autori e professionisti dell’animazione, hanno firmato un accordo secondo cui una parte dei contributi automatici, concessi dal Ministero per i beni e le attività culturali sulla base del successo di un’opera, è devoluto agli autori della scrittura (soggetto e sceneggiatura), al regista e all’autore della grafica.
“Per la prima volta in Italia si è accordato un riconoscimento sui proventi anche agli autori della grafica”, commenta soddisfatta la presidente di Cartoon Italia.
Oltre ai consolidati rapporti con i partner francesi, l’associazione nel corso del 2019 ha favorito il rafforzamento delle relazioni dei produttori italiani a livello internazionale, ospitando a Torino una folta delegazione di produttori irlandesi e, grazie al sostegno dell’Anica e dell’Ice, attraverso missioni in Cina, Russia e Stati Uniti, e prossimamente in Giappone durante il mercato e festival di Tokyo.
Il futuro dell’animazione italiana sembra dunque roseo.
“Oggi abbiamo tutti gli strumenti finanziari per stare sul mercato alla pari con gli altri produttori europei. – afferma Vanhollebeke – Con il tax-credit, abbiamo oggi dei costi di produzione che ci consentono di riportare le lavorazioni svolte nei paesi asiatici in Italia.
Alcuni studi di animazione italiani hanno addirittura raddoppiato il loro numero di dipendenti e nuovi studi si stanno affacciando sul mercato. Parliamo di un comparto che conta circa sei mila addetti per un fatturato annuo di circa 180 milioni di euro, con Cartoon Italia che rappresenta il 95% delle società di produzione in animazione italiana con 32 associati. L’altro effetto benefico della legge sono stati i fondi, selettivo e automatico, che finalmente permettono al produttore di mantenere la maggioranza dei diritti nelle coproduzioni internazionali e di sviluppare le sue properties con una creatività italiana al 100%.
Oggi si può dire che il tavolo è apparecchiato – conclude la presidente – manca solo una richiesta maggiore di contenuti made in Italy da parte delle emittenti private e degli OTT per non fermarsi all’antipasto. Purtroppo, il nuovo decreto sugli obblighi di investimento, recentemente approvato, prevede l’obbligo di investire in contenuti in animazione solo per la Rai, mentre ci auguriamo che nella stesura dei decreti attuativi, il mercato dell’animazione italiana possa aprirsi anche agli altri stakeholder. E’ l’unica tessera che manca per completare il puzzle”.