di Paolo Di Maira
Alle Giornate Professionali di Cinema tenutesi a Sorrento a fine novembre, Carlo Bernaschi, presidente dell’ANEM ( la maggiore associazione di esercenti di multiplex), ha reso noto che gli incassi dei multiplex sono per il 40% assicurati dal cinema italiano.
Lo stesso Bernaschi ha mostrato una grande apertura verso questi distributori che hanno chiesto ai multiplex di avere più attenzione per i film di qualità , ad oggi prerogativa dei cinema di città .
Nel momento in cui il “mercato” sembra avere superato “” in qualche modo archiviandolo “” il problema della “sofferenza” dei cinema di città , ecco che la questione ritorna con forza nella sua dimensione culturale e sociale.
I cinema in città sono un presidio culturale.
Sono strutture che danno un grosso contributo alla vivibilità dei centri storici; quelli, per intendersi, che dopo le otto di sera vengono abbandonati da chi di giorno li abita: commercianti, professionisti , turisti.
Firenze può essere un caso emblematico: molte sale in centro hanno chiuso negli ultimi anni,e le superstiti sono a rischio di chiusura.
Nello stesso tempo aumenta il degrado di alcuni quartieri storici.
L’amministrazione comunale e la Regione hanno incrociato questi due processi, individuando nel rilancio del cinema nel centro storico uno degli strumenti di recupero, di “riappropriazione” della città da parte dei suoi abitanti. ”
D’intesa con il comune di Firenze”” conferma Paolo Cocchi, assessore alla cultura della Regione Toscana “” stiamo lavorando alla possibilità di realizzare una casa del cinema, attraverso l’acquisto di una sala cinematografica nel centro storico.
Anche se al momento la trattativa con la proprietà è a un livello informale, posso dire che c’è un nostro interesse nei confronti dell’Odeon e del Gambrinus, in quanto contenitori di prestigio nel cuore di Firenze”.
Lo scopo dell’iniziativa (“un investimento economicamente impegnativo per la Regione”) è dar vita, a Firenze, a un luogo che “irrobustisca una rete che negli anni si è indebolita”, chiarisce Cocchi.
Un primo tentativo è già stato fatto concentrando cinque festival fiorentini in un calendario che per 50 giorni offre questi eventi in un’unico contenitore, il Gambrinus .
“E’ stato un esperimento positivo, che ha verificato una grossa domanda di consumo culturale. E’ evidente che dopo questa esperienza tutti gli esercizi privati risulteranno confortati nella loro attività “.
Per la Regione Toscana l’impresa della Casa del Cinema si inserisce in un progetto più ampio che concepisce il cinema non solo come fatto culturale, ma anche come opportunità di promozione, di valorizzazione del territorio.
“Vogliamo aiutare il cinema, restituirgli il suo pubblico, lavorando con tutti i soggetti interessati”, dice Cocchi, che rilancia: “la Toscana può avere una rete di festival significativa, può realizzare produzioni, come il film che Paolo Benvenuti sta realizzando su Puccini, può ospitare produzioni di risonanza internazionale, come il film diretto da Spike Lee. Vogliamo crescere in maniera robusta, con iniziative robuste .
Per questo ci siamo dotati di strumenti adeguati come Mediateca Regionale Toscana Film Commission”.
Ma tra gli esercenti della città c’è preoccupazione. Maurizio Paoli, presidente provinciale dell’ANEC e vicepresidente regionale , non crede che l’appeal dell’offerta, la creazione dell’evento, siano sufficienti a rianimare i cinema cittadini.
Paoli pensa alla “ferialtà ” dell’andare al cinema.
” La prima questione da risolvere “” obietta – è come far arrivare la gente in centro e soprattutto come permetter loro di ritornare a casa”. E’ centrale, secondo il rappresentante locale degli esercenti, un piano di mobilità , nel momento in cui, a Firenze, la ZTL ( la zona a traffico limitato), per molti mesi dell’anno è stata ampliata alle fasce orarie notturne.
“Se i cinema in centro chiudono”, taglia corto Paoli, “chiude anche la pizzeria accanto, il bar , e le vie del centro diventano sempre più vuote”.
“C’è un deficit di imprenditorialità da parte dei gestori delle sale”, ribatte Giovanni Gozzini, assessore alla Cultura del Comune di Firenze. “Gli imprenditori cittadini “” commenta l’assessore comunle – sono impreparati a reggere il confronto con gli standard qualitativi offerti dai multiplex.
Non è un problema di ZTL, ma di servizi aggiuntivi da garantire allo spettatore, come una convenzione con i garage e la possibilità di prenotare il biglietto via sms”.
Al pari della Regione Toscana l’amministrazione comunale considera strategica la funzione del cinema nella riqualificazione dell’offerta culturale cittadina:
Gozzini anticipa: ” Pensiamo a un “sistema casa del cinema” legato al recupero della memoria, dei classici del cinema, e all’utilizzazione del cinema come strumento didattico.
Questo rientra nei compiti di un’amministrazione pubblica alla stessa stregua di una biblioteca”.
Gozzini pensa a più contenitori per funzioni diverse: oltre a sale di proiezione, anche bookshop, luoghi per incontri e presentazioni. Ci sarà senz’altro il cinema Alfieri, di proprietà del Comune, che nel gennaio 2008 avvierà i lavori di ristrutturazione per diventare un centro polivalente per un costo di 650 mila euro (“manterrà la sua vocazione attuale di pubblico d’avanguardia e studentesco”).
Gozzini non esclude il coinvolgimento di altre sale, come il Ciak, attualmente sotto sfratto da parte della proprietà dell’immobile e fortemente penalizzato dal degrado del quartiere, e il Supercinema, di proprietà di De Laurentiis, chiuso da diverso tempo.
Ma per quanto concerne “la casa del cinema” , l’attenzione è concentrata, in sintonia con l’assessore regionale, su Odeon e Gambrinus.
Sul progetto spara a zero Stefano Stefani, che con la sua società Ombre Rosse gestisce il cinema Colonna e il Ciak, e come socio di Circuito Cinema Firenze (ex Atelier esercizi) le due sale del Flora e le due del Fiorella.
Con una serie di iniziative di fidelizzazione (anteprime, incontri con autori, formule di abbonamento) Stefani ha costruito lo “zoccolo duro” del pubblico cinematografico fiorentino.
Secondo Stefani la casa del cinema c’è già , è l’Alfieri:
“Dov’è il sistema? Nell’acquisto di un’altra sala? Il centro è morto e i cinema stanno scomparendo. L’amministrazione dovrebbe ragionare di questo.
La realtà è che il Gambrinus finirà dopo le rassegne, e il Ciak chiuderà a fine gennaio.
E quando i cinema vengono smantellati, l’esperienza insegna che non riaprono più.
Il problema del centro storico non si affronta comprando una sala,ma impedendo che chiudano quelle esistenti.”
Lamenta, Stefani:” Quando si parla della vivibilità del centro, si parla della possibilità di andare al cinema, non in sale museo o sale da festival.
A una città che sta progressivamente invecchiando cosa si propone? Un pulmino che porti tutti al multiplex?”
Il multiplex è la minaccia che grava da qualche anno sui gestori delle sale cittadine.
Dovrebbe sorgere nell’area di Novoli, quartiere nell’immediata periferia fiorentina, all’interno di un centro commerciale.
I lavori, però non hanno mai avuto formalmente inizio perchè lo impedisce una legge della Regione Toscana, varata nel 2004.
“L’edificazione del Multiplex, sarebbe esiziale per l’intero sistema di sale fiorentino”, è perentorio Maurizio Paoli che, e dati alla mano ribadisce che di altri schermi a Firenze non ce n’è proprio bisogno:
” Alla fine del 1993 “” racconta – c’erano a Firenze 22 schermi con quasi due milioni di presenze annuali. Alla fine del 2006 gli schermi erano 46, più che raddoppiati, mentre le presenze sono diminuite del 7%.”.
Che significa: all’aumento delle sale non è corrisposto un aumento del pubblico.
Il multiplex , sostiene Paoli, determinerebbe immediatamente la chiusura dei cinema nel quartiere limitrofo (Flora, Manzoni, Adriano), oltre a creare notevoli problemi di viabilità in una zona già congestionata dal traffico.
Il presidente degli esercenti fiorentini dovrebbe però stare tranquillo, in quanto la Toscana è stata la prima regione in Italia a varare una legge sull’apertura delle sale cinematografiche che prevedeva il rispetto di due parametri : posti a sedere in rapporto alla popolazione e distanze minime .
Eliminato nel 2006 il parametro della distanza, è rimasto quello sul quoziente posti ” secondo cui la provincia di Firenze è già eccedente di 4000 posti”, precisa Paoli.
Al riguardo l’assessore Cocchi è categorico:”C’è una legge regionale che non cambieremo, e che stabilisce condizioni molto precise per il rilascio di autorizzazioni all’apertura di nuove sale cinematografiche.
Ad oggi non ci sono le condizioni perché il Multiplex di Novoli possa essere aperto.
Tant’è che abbiamo già una volta negato l’autorizzazione richiesta dalla proprietà .”
“E’ strano che a Novoli ci sia un cantiere in piena attività “, avverte Stefani .
Parallelamente, con con flani pubblicitari sui giornali e attraverso un proprio sito, l’immobiliare Sandonato annuncia “140 mila metri quadri di tempo libero” che prevede anche un cinema multisala.
“C’è multiplex e multiplex” distingue Gozzini: “nel momento in cui il multiplex di Novoli dovesse prevedere spazi importanti di servizio culturale alla cittadinanza, come librerie e una programmazione di qualità , da parte nostra ci sarebbe il massimo della disponibilità ” .
Sarebbe “una cosa nuova”.
Insomma: un multiplex alla fiorentina.
Neanche Gozzini pensa a modifiche della legge regionale.
L’unica possibilità per il multiplex è perciò la diminuzione del numero di posti, cioè la chiusura di un certo numero di sale esistenti, che dovrebbe essere la causa, e non l’effetto di un’eventuale autorizzazione regionale.
“La trattativa per i cinema Odeon e Gambrinus, è molto complessa “” dice Gozzini, offrendo una chiave d’interpretazione – in quanto coinvolge diversi rami della famiglia Germani,alcuni dei quali sono gli stessi interlocutori che dovrebbero partecipare alla gestione del multiplex a Novoli”.
Ma qui la storia si ferma, per l’indisponibilità del Gruppo Germani Cinehall a parlare dell’argomento.