Mondo dell’audiovisivo e telefonia mobile: un simpatico feeling tra i due c’è, matrimonio all’orizzonte? Difficile dirlo e “” nonostante l’entusiasmo di alcuni sensali agit prop più o meno interessati “” è ancora presto per fare le pubblicazioni.
Almeno in Italia lo scenario è molto complesso e variegato. Da un lato la fame di contenuti porta il cinema e “” in particolare “” le serie televisive a risultare estremamente interessanti. I costi dei servizi, il numero di utenza “˜ridotta’ rispetto ai grandi numeri di abbonamento e “” soprattutto “” la mancanza di una strategia unica e ordinata portano, però, questa possibilità ad essere “” di fatto “” un fenomeno “” in termini relativi – riservato a pochi privilegiati. D’altronde “” almeno nel nostro paese “” manca, di fatto, un investimento cospicuo sulle reti di telefonia mobile da parte di broadcasters, produttori e distributori e tutto è lasciato ad operazioni spot di cui nessuno sembra davvero riuscire a valutare il peso sia in termini promozionali che di business.
La “˜scottatura’ del caso “The Interpreter” legato a 3, in qualche maniera, sembra pesare ancora e “” a quasi due anni di distanza “” il cinema sul videofonino è ancora una chimera.
Non c’è dubbio che la cosiddetta “˜portabilità ‘ sia una delle strade che segneranno di più il futuro dell’Entertainment, ma il “˜fallimento’ della PlayStationPortatile per quello che riguarda lo sfruttamento dell’audiovisivo e i prezzi elevati di I-Pod e Zune rendono tutto “” in Italia “” molto nebuloso.
Inoltre non tutte le zone del paese sono in grado di rispondere adeguatamente ai servizi basic della telefonia mobile come il servizio Wireless per accedere ad Internet. Figuriamoci lo sviluppo di un mercato dell’audiovisivo legato ai telefonini… Per non parlare del fatto che la telefonia mobile continua in Italia a procedere seguendo meri esperimenti e senza sfruttare mai in maniera adeguata né i primi timidi cenni di product placement, né – tantomeno “” le potenzialità della promozione per fidelizzare certe fasce di pubblico e di appassionati. Che l’audiovisivo finirà ad essere una delle colonne della telefonia mobile non c’è dubbio.
Il problema è che senza operazioni di business forti e accordi chiari, il matrimonio tra i due mercati potrebbe arrivare dopo una convivenza lunga e non del tutto felice. E nell’era dei Dico questo stato di cose potrebbe rappresentare un vero problema.
MARCO SPAGNOLI
Cinema&Video International 3/4-2007