
“Abbiamo girato in Sardegna fra ottobre e novembre e ancora a fine gennaio,- spiega Borrelli, – in tutto sono stati 25 giorni di riprese, non sempre facili, anche perché erano i giorni delle proteste dei minatori, c’erano forti tensioni, per cui spesso anche le televisioni erano mandate via. In alcuni momenti le nostre camere erano le uniche ammesse in miniera, e questo grazie al rapporto di fiducia che l’autrice è riuscita a creare con Patrizia e i suoi colleghi, considerato anche il fatto che il nostro film non tratta della chiusura della miniera e delle proteste degli operai, anche se chiaramente la questione fa da sfondo alla storia della protagonista e all’esplorazione di questo mondo buio e sommerso.”
Il documentario gode del sostegno di Sardegna Film Commission, “probabilmente in forma di rimborso spese”, dice Borrelli, e del fondo della BLS (50 mila euro), alla post-produzione, che verrà realizzata a Bolzano. Valentina Pedicini è infatti residente in Alto Adige ed ha frequentato la scuola Zelig, come anche gli altri componenti della troupe.