
Concorrerà in Alice nelle Città “L’Agnello”, opera prima di Mario Piredda, prodotto da Ivan Olgiati e Chiara Galloni per Articolture e realizzato con il contributo di Regione Sardegna –Sardegna Film Commission.
Mario Piredda, che nel 2017 aveva vinto il David di Donatello per il corto “A Casa mia”, debutta al lungometraggio con la delicata storia di Anita, una ragazza di sedici anni che lotta contro la malattia di suo padre, e di un intero territorio.
Il film segna l’esordio anche della giovanissima protagonista, Nora Stassi, “un volto dirompente e ben riconoscibile, uno sguardo che ci racconta di una nuova Sardegna, e delle importanti contraddizioni che la attraversano”. Nevina Satta spiega come il sostegno ai giovani talenti isolani sia una delle principali linee di intervento della film commission di cui è responsabile: “ultimamente il loro potenziale ha fatto bella mostra di sé in molti festival, da “Fiore Gemello” a “Figlia mia” ai film di Bonifacio Angius: stiamo lavorando per stabilizzare la formazione degli attori under 18 e vogliamo dare un’attenzione particolare ai prodotti che li rappresentano”.
Non solo attori registi emergenti, ma anche musicisti e tecnici del suono: “l’industria sta prendendo atto che la Sardegna non vuol dire solo locations, ma un bacino artistico di creatività e stile.”
Continua Satta: “contemporaneamente, infatti, stiamo costruendo percorsi di innesto progettuale fra musicisti e sound designer in giro per il mondo, perché molti nostri talenti già operano in aggregati creativi cooperativi internazionali.

La comunità internazionale riconosce il talento made in Sardegna senza difficoltà: vedi il caso di Igort, il Takeshi Kitano italiano che è più popolare all’estero e raggruppa attorno a sé talenti di tutto il mondo, desiderosi di lavorare con lui sui prossimi progetti, contaminando arti nobili e stili pop come nello straordinario “5 è il numero Perfetto”.
L’obiettivo è dunque duplice: diventare trampolino di lancio per talents e progetti originali e potenziare lo scambio creativo fra investitori, produttori e ideatori di storie.
Una delle vie per realizzarlo è sicuramente quella della serialità internazionale, soprattutto dopo l’approdo nell’isola, l’anno passato, del set di “Catch 22”, la serie di Paramount TV firmata da George Clooney, e disponibile su Hulu e Sky, “4 mesi e mezzo di permanenza sull’isola, che ha consentito di girare con grande concentrazione anche in una location molto popolare come la Costa Smeralda, e ha reso la Sardegna appetibile alle produzioni internazionali. Abbiamo dimostrato che la Sardegna può avere non solo locations incontaminate dal punto di vista naturalistico, ma anche spazi speciali per le riprese, come aeroporti abbandonati, miniere, fari e villaggi di pietra fuori dal tempo”.
Non a caso, rivela Satta, sono in corso negoziazioni con vari players OTT: “proprio perché l’isola garantisce quel trattamento protetto, lontano da caos e paparazzi, che la serialità oggi esige, consentendo al contempo di attivare delle personalizzazioni sui luoghi, che possono trasformare intere parti della regione in set permanente, pur nel rispetto per l’ecosistema.”
Quella dell’attenzione all’ambiente è un altro dei cavalli di battaglia della film commission, dotata di una policy sempre più rigorosa sul ‘green’, che ormai, precisa Satta, “è praticamente inevitabile per chi gira da noi.”

Questa compenetrazione fra luogo e set è già una realtà a Carloforte, “L’Isola di Pietro” della celebre fiction della Lux Vide, la cui terza stagione andrà in onda in ottobre su Mediaset: “il set vive sull’isola 5 mesi l’anno, nel periodo primaverile e autunnale, in sana alternanza con i flussi turistici, e creando di fatto anche un importante innalzamento delle professionalità locali.”
Sempre a ottobre arriverà su Sky un’altra serie made in Sardegna: “1994”, girata in Gallura l’anno passato.
Altro filone d’intervento di Sardegna Film Commission, il più innovativo, è quello legato all’animazione e alla trasformazione dell’isola in un laboratorio permanente di formazione e produzione, grazie anche alla partnership con il canadese Toon Boom, il software attualmente più utilizzato per il 2D che ha portato alla nascita del progetto NAS (New Animation in Sardegna), ora ai nastri di partenza: “saranno lanciati in ottobre i corsi che certificheranno una cinquantina di animatori 2D: nostra intenzione è quella di farli diventare 150 nel 2020. Ci rivolgiamo non solo agli animatori isolani, ma anche ai talenti che desiderano rendere la Sardegna la loro casa professionale: questo perché alla formazione di base verrà affiancato un inserimento nelle produzioni, che coinvolge una serie tv e tre lungometraggi di coproduzione europea originati in Sardegna. Questa prima tornata di animatori toccherà Cagliari, per poi espandersi ad altri centri dell’isola, come Alghero e Nuoro, creando così quel laboratorio permanente che ha come modello di riferimento l’esperienza di Angoulême e il Polê Image Magelis.”
Un progetto ambizioso, su cui si potrà fare un primo bilancio alla prossima edizione di Cartoon Digital, il master europeo organizzato da Cartoon Media di Bruxelles e che dopo l’affluenza record dello scorso anno, torna a Cagliari dal 25 al 28 maggio.
Nella logica di rete territoriale rientra anche la messa a punto del Sardegna Film Network, la piattaforma condivisa che riunisce i festival, con i relativi spazi industry, e le attività formative dell’isola, in unica entità supervisionata da SFC.