Quattro conferenze nel palinsesto delle Giornate degli Autori, dedicate ai temi della sostenibilità insieme al MiTE e al Premio Solinas, della parità di genere nella filiera audiovisiva con Women in Film, dell’alta formazione tra innovazione e mestieri classici del cinema e dell’animazione come modello di industria creativa emergente per i talenti “made in Sardegna”.
Non solo. Sardegna Film Commission ha festeggiato i suoi primi dieci anni di vita con una presenza trasversale alla Mostra del Cinema di Venezia: il racconto dell’attività della Film Commission sarda è proseguito all’Italian Pavilion in collaborazione con Cinecittà, mentre lo spazio “Isola di Edipo” ha ospitato incontri quotidiani di networking con produttori e giornalisti nazionali e internazionali.
Di cose da raccontare la Film Commission diretta da Nevina Satta e presieduta da Gianluca Aste ne ha avute molte: dal lancio a Venezia 2012 con un budget di 230 mila euro, in dieci anni, grazie alla legge Cinema e l’azione di progettazione di Sardegna Film Commission, in dieci anni la Regione ha investito oltre 50 milioni di euro nel cinema e nell’audiovisivo, con un valore annuale di 5,5 milioni di euro in progetti speciali e ordinari, un fondo incoming e un Film Fund regionale di circa 3 milioni di euro. Il tutto, tradotto in film, significa essere passati da 6 produzioni nel 2012 a 130 nel 2021.
Oltre i numeri c’è la qualità degli interventi, le cui punte sono l’attenzione al green e all’animazione, tra di loro strettamente connesse.
Si tratta del progetto NAS – New Animation in Sardegna, un laboratorio di produzione e formazione permanente su progetti di animazione per il cinema e la serialità Tv da realizzare in Sardegna, che dal 2019 sta focalizzando, assieme ai partner Cartoon Italia e Rai Ragazzi, l’attenzione su narrazioni e produzioni rivolte alle generazioni under 18 con tematiche ecologiste e capaci di celebrare la diversità e l’inclusione sociale.
La sensibilità green di FDFC non è nuova: parte dal progetto Heroes 2020 del 2014, e approda in un contesto emergenziale dove l’audiovisivo può essere un formidabile strumento di cambiamento culturale.
Le buone pratiche, che FSFC richiede a chi gira in Sardegna, non sono più sufficienti.
Occorre agire sui contenuti, e, coerentemente, Fondazione Sardegna Film Commission ha realizzato, con il supporto del Premio Solinas e in collaborazione con Green Cross Italia, “Screen in Green”, concorso alla sua prima edizione, nato su input del Ministero della Transizione Ecologica per promuovere i temi ambientali all’interno della scrittura per la televisione e il cinema.
La determinazione di Sardegna Film Commission sulla questione ambientale è testimoniata dall’intervento di Nevina Satta nell’incontro del che ha tracciato lo stato dell’arte della sostenibilità ambientale del cinema e dell’audiovisivo in Italia ( “Sustainable Screens 2022: Enviromental Observatory on Cinema – 6th Edition”) realizzato da Green Cross lo scorso 7 settembre nel palinsesto di Venice Production Bridge.
“ Nel 2014 – ha ricordato Satta – organizzammo con i partner europei una conferenza a Cagliari sulla possibilità di rendere l’industria sostenibile in Italia. Sembrammo troppo radicali. Oggi ci sembra di non esserlo abbastanza, perché l’emergenza climatica ci ha dato nel frattempo tanti schiaffoni, ricordandoci che i tempi sono sempre più stretti. Gli ultimi report ci dicono che bisognerà anticipare la proiezione degli effetti di mitigazione al 2025. C’è un’accelerazione e la parola URGENZA è tornata come suggerimento metodologico”. Con un apparente paradosso, in quanto “non vuol dire accelerazione verso la superficialità ma vuol dire freno, cambio di rotta”.
“ Stiamo parlando – ha argomentato Nevina Satta – di un freno esistenziale di cui abbiamo fatto la prova generale con la pandemia. L’umanità ha dimostrato di poter mettere in atto, in tempo reale, trasformazioni epocali di fronte al problema della sopravvivenza. Siamo ora dove ci ha lasciato il lockdown. Non dobbiamo più parlare di scenari apocalittici. La formazione, la scienza l’arte, la capacità di costruire l’immaginario, devono accelerare. Dal nostro punto di vista lo abbiamo fatto con esperimenti pilota come quelli con Rai Ragazzi nella divulgazione di brevi contenuti divulgativi per instillare nei bambini la consapevolezza sull’eliminazione della plastica. Bene: ora non dobbiamo più parlarne, dobbiamo cominciare a dare i numeri dei risultati, a discutere di ciò che la scienza ha già in atto e di come questi risultati possano entrare con organicità nella nostra vita quotidiana. Bisogna cambiare formato, modelli narrativi, nella nostra quotidianità, nelle scuole di cinema, nella gestione delle relazioni con i fornitori”.
“Non vogliamo creare nuovi carbon calculator, nuovi strumenti di misurazione, dobbiamo accelerare il processo di applicazione incondizionata. Quando abbiamo avuto il terrore del covid non ci siamo posti il problema se la scienza andasse ascoltata o meno, abbiamo riconvertito le nostre vite intorno a un cambiamento radicale. Il momento che stiamo vivendo non è di minore importanza”.
Sardegna Film Commission da anni coinvolge sceneggiatori e autori nella realizzazione di storie green, trovando straordinari riscontri nei commissioner editors e nelle scuole di produzione.
Tuttavia, ha concluso Nevina Satta “ dobbiamo fare in modo che anche i festival e le grandi istituzioni si prendano la responsabilità della governance di questa rivoluzione non rinviabile”.