Arrivato in cinquina ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento, Prima della Fine, il documentario incentrato sugli ultimi giorni di Enrico Berlinguer, rappresenta un traguardo importante e un punto di svolta nella carriera di Samuele Rossi che l’ha scritto, diretto e prodotto con Echivisivi, società di produzione da lui fondata nel 2012 assieme a Giuseppe Cassaro.
Attraverso l’uso narrativamente efficace dei materiali d’archivio, Rossi ha portato avanti la ricerca sul linguaggio documentario, restando fedele ai temi a lui cari: la memoria, pubblica e privata, l’impegno civile, la storia italiana del Novecento, l’esplorazione dei generi.
E che adesso riprende, con Se venisse anche l’Inferno, lungometraggio di finzione che è nato proprio sullo slancio di quest’ultimo lavoro. Rossi l’ha scritto in soli venti giorni, rispondendo “all’esigenza di portare nella finzione il linguaggio un po’ sporco dei reportage di guerra, che costringono lo sguardo a stare dentro le cose e dialogare con il presente.”

“Sarà una storia intima e cruda al contempo, necessaria, dai tempi dilatati, ambientata durante il terribile inverno del 1944 in un rifugio d’alta quota in Valle D’Aosta, nel comune di Doues. Una sorta di Deserto dei Tartari della Resistenza, il cui protagonista è un partigiano, che dopo un feroce rastrellamento, resta l’unico a presidiare questo luogo, dove incrocia altre solitudini generate dalla guerra e tutta la sua indicibile tragedia.”
La produzione, sostenuta da Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste, girerà fra l’autunno e l’inverno: le riprese toccheranno anche l’Emilia Romagna e la Toscana, regioni ben note ai set di Rossi, che spiega: “L’obiettivo è un approccio produttivo diverso, un impianto più sostenibile in sintonia con il lavoro creativo, più attuale e maggiormente incentrato sulle relazioni con i territori.”

Dal cinema alla formazione. La mission rimane la stessa e fa della passione per la settima arte l’elemento centrale di un intero percorso. Perchè Rossi porta avanti da oltre dieci anni anche una intensa attività di educazione all’immagine con Echivisivi.
E che adesso si potenzia con un un nuovo progetto: la Residenza Ulisse, in partenza a fine giugno, rivolta a 12 aspiranti autori e autrici da accompagnare nell’ideazione di nuovi documentari.
L’obiettivo è supportare le nuove generazioni e creare una comunità incentrata sulla scoperta di nuovi sguardi: “uno spazio protetto e stimolante”, ospitato dalle Manifatture Digitali di Prato e Pistoia, finanziato da MiC, SIAE Per Chi Crea e Fondazione Sistema Toscana e realizzato in collaborazione con il Festival dei Popoli (leggi la news).
“Una realtà che mancava in Toscana e di cui il settore ha bisogno” dice Rossi, che non a caso sta per lanciare un’area interna ad Echivisivi dedicata ai giovanissimi talenti che prenderà il nome di PrimoRifugio.