Si svolgerà a Roma, dal 6 al 10 ottobre alla Casa del Cinema, la seconda edizione del Balkan Film Festival, che si aprirà con un incontro con il regista macedone Milcho Manchevski, Leone d’Oro alla 51ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia con Prima della pioggia, intervistato dal regista e sceneggiatore albanese Roland Sejko.
All’incontro, dedicato al ruolo del cinema nella costruzione della società nei Balcani, seguirà la proiezione del suo ultimo lavoro, Willow, intensa storia sulla maternità in cui la donna assume un ruolo di avanguardia nella rottura della tradizione e nel rispetto della vita.
Altro tema in primo piano in questa seconda edizione è proprio il ruolo della donna nella società e nella cinematografia balcanica. Sabato 9 ottobre alle 19.00 il Festival presenta il panel “Cinema al femminile nei Balcani” moderato da Luisa Chiodi, direttrice scientifica dell’Osservatorio balcani e caucaso transeuropa, cui prenderanno parte le registe Andrea Štaka (di cui il Festival presenta in anteprima italiana Mare, il suo ultimo lungometraggio in selezione alla Berlinale 2020), Antoneta Kastrati (il cui primo lungometraggio, Zana, è stato presentato in anteprima al Toronto International Film Festival e candidato agli Oscar 2020), e More Raça, al festival con la sua opera prima, Galaktika e Andromedës (La galassia di Andromeda, 2020), una denuncia del degrado sociale postbellico visto con gli occhi di una giovane donna.
Le registe Kastrati e Raça, sono anche coinvolte nel Focus Kosovo, una sezione del festival che indaga su un’area cinematograficamente in rapida crescita, dove sarà presente anche l’Ambasciatore del Kosovo in Italia Lendita Haxhitasim. Il festival omaggia inoltre il grande regista serbo recentemente scomparso, Goran Paskaljević con la proiezione di Honeymoons. Chiude la manifestazione, la co-produzione italo/slovena Storie dai boschi di castagne, opera prima del regista sloveno Gregor Božič, presente in sala per incontrare il pubblico: una fiaba delle comunità di confine italo-sloveno che riflette sull’integrazione e sui processi dolorosi dell’emigrazione, prodotta da NOSOROGI e Transmedia Production, e realizzata anche con il sostegno di MIBACT, Friuli Venezia Giulia Film Commission e Fondo Audiovisivo FVG.