di Michela Greco
Tony Manero è un’opera di grande interesse realizzata da un regista di talento, che rientra appieno nella nostra ricerca di nuove storie, nuovi autori e nuovi modi di raccontare.
E’ un film bello e duro, un’opera che fa pensare e fa arrabbiare.
La sua vittoria al Festival di Torino – un’ottima vetrina che abbiamo scelto in seguito alla richiesta dell’allora direttore Nanni Moretti “” sicuramente ci incoraggia per quel che riguarda le sue sorti in sala”.
L’opera seconda del cileno Pablo Larrain, scovata alla Quinzaine des Réalisateurs dell’ultimo Festival di Cannes, è un titolo indubbiamente importante per la società di distribuzione guidata da Angelo Draicchio, per cui “il 2008 è stato un anno interlocutorio.
Dopo il debutto nella distribuzione theatrical nel 2006, lo scorso anno abbiamo portato in sala solo quattro film, mentre nel 2009 abbiamo un buon numero di titoli in uscita per una società relativamente piccola come la nostra”.
Dopo”Tony Manero”, infatti, arriveranno “Teza” di Haile Gerima (in marzo), una pellicola che ha raccolto premi ovunque, compresa la Mostra di Venezia.
Più tardi sarà la volta del film serbo “Amore e altri crimini” di Stefan Arsenijevic, scoperto alla scorsa Berlinale, e poi del franco-maghrebino “Franà§aise” di Souad El-Bouhati (con Hafsia Herzi, la protagonista dell’acclamato “Cous Cous”), in cui si esplora il complicato sdoppiamento di identità che devono affrontare gli emigrati, intimamente divisi tra la loro terra di origine e quella di adozione.
E poi ancora “Landscape No. 2” di Vinko Moderndorfer, passato alle Giornate degli Autori, e infine “Achille e la tartaruga” di Takeshi Kitano.
“Una selezione di pellicole di grande interesse “” sottolinea Draicchio “” acquisita grazie alla nostra attenzione sia verso i festival importanti che minori, e ai rapporti diretti con molti distributori internazionali.
Per la nostra società , che quest’anno entra finalmente a regime nel settore della distribuzione theatrical, il 2009 e il 2010 saranno il vero banco di prova”.
La ricerca della qualità e di un tipo di opere che ancora non siano sul mercato, per portare in sala un linguaggio innovativo ma con un occhio attento al gusto degli spettatori, dunque.
“Perché non si può pensare al pubblico come elemento passivo.
I film funzionano fondamentalmente se piacciono, e non solo per l’etichetta che hanno”.
Una filosofia che potrebbe risultare vincente per una distribuzione cinematografica con una storia breve alle spalle e che, come molte delle sue omologhe, soffre le difficoltà di posizionamento in un mercato in cui alcuni titoli sbarcano in sala in centinaia di copie comprimendo gli spazi per i più piccoli.
“Il problema non sta tanto nel numero dei film che escono in sala “” osserva ancora il titolare della Ripley’s Film “” quanto nella possibilità di uscire in modo adeguato, portando in sala le pellicole con una logica e una promozione focalizzata sulle loro specificità , nei tempi e nei modi giusti.
Il nostro percorso comunque non è nuovo, in passato altre società con caratteristiche simili alle nostre lo hanno affrontato e oggi godono di un buon posizionamento”.
Nel campo dell’home video il 2009 rappresenta invece una sorta di “anno di transizione” per la Ripley’s:
“Dopo sei anni di attività quasi frenetica, abbiamo deciso di prendere una pausa di riflessione per ripensare e riorganizzare il nostro lavoro nel settore home video.
Per questo non avremo uscite fino a tutto marzo e dopo ci presenteremo con molte novità .
Con questo non intendo dire che rivedremo la nostra linea editoriale, che rimarrà coerente con il passato, cioè focalizzata su film d’autore nazionali e internazionali, ma semplicemente che ci sembra giusto fermarci e fare un punto della situazione in un periodo non semplice, in cui c’è una fortissima concorrenza”, conclude Draicchio.