“Amici”, ha esortato l’ospite d’onore Ermanno Olmi: “non cerchiamo di capire perché Fellini sognava”.
Invano.
Perché al monumentale “Libro dei sogni” edito da Rizzoli con prefazione di Tullio Kezich ( testi e disegni annotati dal 1960 al 1990), la Fondazione Fellini diretta da Vittorio Boarini ha dedicato un convegno .
Dal 9 al 10 novembre, a Rimini, i sogni di Federico Fellini sono stati letti e interpretati dal fior fiore di intellettuali e artisti.
Oltre ad Olmi, c’erano, tra gli altri, gli scrittori Ferdinando Camon e Marco Lodoli, lo psicanalista freudiano Bruce Sklarev e la junghiana Lella Ravasi Belloccio, il filosofo Umberto Curi, il disegnatore Milo Manara, i giornalisti Sergio Zavoli e Vincenzo Mollica, lo storico dell’arte Alberto Boatto, la poetessa Jaqueline Risset.
Molti hanno incrociato le loro riflessioni con aneddoti,ricordi di momenti vissuti con Fellini.
E’ forse stata questa la singolarità del convegno.
Ha ragione Olmi: l’urgenza di comprendere i sogni di Fellini si è disciolta nella gioia evocata dai racconti sul maestro.
Più vivo che mai, nella sua capacità di produrre nuove storie, vere o false poco importa.